Migranti in Albania, governo lavora a decreto. Scontro Nordio-Pd. Salvini: mobilitazione
PoliticaDopo le 12 persone riportate in Italia, l'esecutivo lavora a un decreto legge da varare lunedì in Cdm per risolvere il caso. Non si placa però lo scontro con toghe e opposizione, dopo le dure parole di Nordio ("Dal tribunale di Roma un'abnormità"). Santalucia (Anm) a Sky TG24: "Basito dal ministro della Giustizia, aggressioni senza precedenti". Salvini chiama alla mobilitazione, il Pd chiede le dimissioni del guardasigilli. Iv denuncia la premier alla Corte dei Conti. Mons. Savino (Cei): "Migranti non sono pacchi"
Si continua a discutere del caso migranti in Albania, dopo che le dodici persone il cui trasferimento è stato bocciato dal Tribunale di Roma sono state riportate in Italia. Il governo di Giorgia Meloni lavora a un decreto legge da varare lunedì in Consiglio dei ministri per risolvere la situazione. Ma non si placa lo scontro con le toghe e con l'opposizione, contro le quali si è scagliato anche il vicepremier Matteo Salvini. “Se uno di loro domani commettesse un reato, uno stupro, paga il magistrato che lo ha riportato in Italia?”, ha detto il leader della Lega al Tg1, chiamando il Carroccio alla mobilitazione contro “le toghe politicizzate”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato contro le toghe che “esondano dai loro poteri”. “Si dimetta”, ha tuonato il Pd. Italia Viva ha invece annunciato che denuncerà la presidente del Consiglio alla Corte dei Conti per i costi dei Cpr in Albania. La Lega, intanto, è in pressing anche sulla Manovra, in particolare contro l'aumento della tassa sulle criptovalute, mentre i sindacati, dopo lo sciopero dell'automotive, spingono verso uno sciopero generale.
Un decreto in Cdm
La prossima mossa di Giorgia Meloni per risolvere il caso Albania, quindi, è un decreto legge da varare lunedì in Consiglio dei ministri per rendere norma primaria l'indicazione dei Paesi sicuri e non più secondaria, come è invece il decreto del ministro degli Esteri di concerto con quelli di Interno e Giustizia, con cui finora è stato annualmente aggiornato l'elenco. Già a maggio, quando è stata aggiornata la lista dei Paesi sicuri, Silvia Albano - una dei giudici della sezione immigrazione del Tribunale di Roma e presidente di Magistratura democratica - sottolineava come il decreto ministeriale fosse una fonte normativa secondaria, subordinata a Costituzione, leggi ordinarie e normativa Ue, e che quindi ai giudici spetti verificare se il Paese sicuro "possa essere effettivamente considerato tale in base a quanto stabilito dalla legge". Esattamente quanto fatto - anche alla luce di una recente sentenza della Corte di giustizia Ue - per i casi dei dodici richiedenti asilo portati mercoledì in Albania e riportati con una motovedetta a Bari. La risposta del governo sarà appunto un decreto legge, che riguarda non solo l'indicazione dei Paesi sicuri ma probabilmente anche una revisione dell'esame delle domande di asilo e dei meccanismi dei ricorsi. Una soluzione, si ragiona in ambienti di governo, per fare sì che abbiano ancora un senso i centri (non solo quello in Albania) per il rimpatrio degli irregolari a cui non è riconosciuto l'asilo. L'operazione Albania, assicurano comunque nell'esecutivo, andrà avanti regolarmente. I tempi del prossimo approdo al porto di Shengjin di una nave militare italiana con a bordo migranti, hanno sottolineato, dipenderanno anche dalle condizioni del mare. Intanto, il cpr di Gjader si è subito svuotato.
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Le parole di Nordio
Tornando alla decisione del Tribunale di Roma sui migranti in Albania, il ministro Nordio ha dichiarato che è "abnorme". E ha avvertito: “Se la magistratura esonda dai propri poteri attribuendosi delle prerogative che non può avere, come quella di definire uno Stato sicuro, deve intervenire la politica che esprime la volontà popolare”. Anche se ha assicurato che il governo non ha dichiarato guerra alla magistratura, i toni accesi delle ultime ore contro "le toghe politicizzate" hanno permesso alle opposizioni di sostenere il contrario.
Opposizioni all’attacco
E le opposizioni, infatti, sono partite all'attacco. Italia viva ha annunciato "una denuncia formale alla Corte dei Conti" per spreco di denaro pubblico e lo stesso farà il M5s con Alfonso Colucci, secondo cui il trasporto dei primi 16 stranieri in Albania è costato "circa 18.000 euro a migrante". Pd, M5s e Avs hanno invocato le dimissioni di Nordio, Riccardo Magi di +Europa lo ha accusato di una "grave ingerenza che viola la Costituzione". Per la leader dem Elly Schlein è in corso un "gravissimo scontro istituzionale". E dal suo partito Debora Serracchiani prevede che il decreto legge in gestazione sarà "una forzatura" con "profili di illegittimità".
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Santalucia (Anm): "Basito da Nordio, aggressioni senza precedenti"
"Sono basito che il ministro della Giustizia ricorra a questa categoria dell'abnormità che per i tecnici richiama possibili responsabilità disciplinari. Come se il ministro avesse inteso dire ai colleghi del tribunale di Roma, che se non provvedono secondo i desiderata del governo, è pronto a un'azione disciplinare. Questo è richiamare la categoria dell'abnormità". Lo ha detto Giuseppe Santalucia, presidente dell'Associazione nazionale magistrati (Anm), a Sky TG24. "In questo clima accesissimo, sono fortemente preoccupato perché noto toni di aggressione al lavoro giudiziario che non hanno precedenti. Faccio appello a tutti affinché si ritorni a usare la ragione, cioè che il diritto va applicato dai giudici. La magistratura non ha compiti di ausilio governativo, ma di rispetto dei diritti e delle garanzie della persona, non solo dei cittadini ma di tutti gli individui che entrano in contatto con la nostra comunità politica e giuridica. Senza occuparsi del programma politico del governo di turno", ha aggiunto.
Salvini chiama alla mobilitazione
Nello scontro si è inserito anche Salvini, che chiama la Lega alla mobilitazione contro le "toghe politicizzate". Il segretario di via Bellerio ha attaccato a tutto campo i giudici, intrecciando il caso Albania a quello Open Arms. Citando i dodici migranti spostati dall'Albania a Bari, durante un’intervista al Tg1, ha detto: "Se qualcuno di questi dodici domani commettesse un reato, rapinasse, stuprasse, uccidesse qualcuno, chi ne paga le conseguenze? Il magistrato che li ha riportati in Italia?". Dall'Albania al processo Open Arms, per Salvini "qualche magistrato ribalta il voto popolare e le leggi del governo". Ha poi delineato il piano della mobilitazione leghista: mozioni nei Comuni "per la difesa dei confini" già nei prossimi giorni e gazebo in tutta Italia il 14 e 15 dicembre "in vista della sentenza del 20". Giorno in cui arriverà il verdetto sul processo Open Arms.
La Manovra
La Lega va in pressing anche sulla Manovra: non è ancora arrivata in Parlamento ma nella maggioranza c'è già chi pensa alle prime modifiche. Il Carroccio, infatti, è contro l'aumento della tassa sulle criptovalute e si prepara a intervenire in sede di conversione. E si scalda, intanto, il fronte dei sindacati, con il leader della Cgil Maurizio Landini che chiama le altre organizzazioni allo sciopero generale: per dire no alla legge di bilancio, ma più in generale alle politiche economiche e sociali "sbagliate" fatte da questo governo.
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Mons. Savino (Cei): "I migranti non sono pacchi"
"I migranti sono fratelli e sorelle con la loro dignità, non pacchi da sbattere da una parte all'altra". A dirlo il vicepresidente della Cei, mons. Francesco Savino, all'Ansa. "Come cittadino e come pastore chiedo di stare attenti allo scontro tra poteri. Sono convinto che quando i poteri non si rispettano reciprocamente - sottolinea il vescovo di Cassano all'Jonio - il cuore della democrazia è a rischio". E ancora: "Se facciamo memoria di tutte le leggi, dalla Bossi-Fini al decreto Cutro, fino alla scelta di esternalizzare i migranti in Albania il filo rosso è considerare l'immigrato un criminale. C'è un atteggiamento securitario che va al di là di ogni oggettività". Infine, sul centro in Albania aggiunge: "Chiedono sacrifici, dispiace per i soldi buttati via".