Ius Scholae in Italia: che cos’è, quali sono i partiti a favore e quelli contrari
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Lo Ius Scholae fa agitare le acque della politica italiana: il leader di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani ha detto che una modifica ai criteri per ottenere la cittadinanza è “quello di cui ha bisogno il nostro Paese. L'Italia è cambiata”. All’idea del ministro degli Esteri è seguito un secco no dell’altro vicepremier, Matteo Salvini, secondo cui “non è una priorità, non è nell'agenda di governo”. Noi Moderati ha appoggiato la proposta, mentre per adesso la premier Giorgia Meloni non è intervenuta pubblicamente. Mentre le opposizioni si sono dette pronte ad accogliere l’apertura di Forza Italia. Ecco che cos’è lo Ius scholae e qual è la posizione dei vari partiti italiani.
Quello che devi sapere
L’estate dello Ius Scholae
- Mentre il governo guidato da Giorgia Meloni è a caccia delle risorse necessarie per la Manovra 2025, ad agitare le acque agostane della politica italiana è il tema dello Ius Scholae. A lanciare l’amo è stato il leader di FI Antonio Tajani, secondo cui la modifica ai criteri per ottenere la cittadinanza è “quello di cui ha bisogno il nostro Paese. L'Italia è cambiata”. E se dalla Lega è arrivato subito l’altolà, le opposizioni si dono dette pronte a lavorare insieme a Forza Italia sul tema, in attesa di una risposta pubblica da parte di Giorgia Meloni.
Per approfondire:
Tajani accelera: muro di Salvini. Piantedosi apre: "Il tema va affrontato"
Che cos’è lo Ius Scholae
- Lo Ius Scholae - secondo le formulazioni discusse in Parlamento ma mai diventate legge - prevede che possa acquisire la cittadinanza italiana su richiesta il minore straniero nato in Italia, che sia risieduto legalmente e senza interruzioni in Italia, e che abbia frequentato regolarmente per almeno 5 anni uno o più cicli scolastici: rientrano in questa categoria i cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione oppure percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale.
Che cosa ha detto Forza Italia
- Il caso politico intorno allo Ius Scholae è nato dalle dichiarazioni del vicepremier, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani: per lui una nuova normativa in tema di cittadinanza non è una priorità di governo ma "i programmi si possono arricchire". Per il segretario di FI (in foto) la cittadinanza può essere riconosciuta ai minori stranieri che faranno "un percorso di studi completo”: questa dovrebbe essere la traccia di una proposta di legge su cui FI si confronterà a settembre.
La posizione contraria della Lega
- All’interno della maggioranza di governo non c’è però accordo su questa - ancora ipotetica - proposta di modifica della legge sulla cittadinanza. Il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha infatti replicato che questa “non è una priorità, non è nell'agenda di governo”. Salvini ha detto che “siamo il Paese europeo che da anni dà più cittadinanza ai cittadini stranieri, quindi io ritengo assolutamente di buonsenso il compimento del diciottesimo anno e la conoscenza della lingua” come requisiti per ottenere la cittadinanza.
Il silenzio di Giorgia Meloni
- La premier, Giorgia Meloni, non è per adesso intervenuta pubblicamente nel dibattito che è nato sul tema dello Ius Scholae. A parlare è stato però il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, che ha detto: “Ci sia consentito dire una cosa agli alleati: nel programma di governo non c'è questo argomento e non c'è neanche nei singoli programmi dei partiti. Gli elettori hanno votato un programma: è legittimo discutere di questioni esterne al programma, ma c'è il fondato dubbio che questo sia un argomento speculare dell'opposizione per creare confusione nella maggioranza".
La posizione di Fratelli d’Italia
- Dal partito della premier, comunque, non è arrivata una chiusura totale all’idea: il vicecapogruppo vicario al Senato Raffaele Speranzon ha detto che “noi non abbiamo un approccio dogmatico né preconcetto sulla legge sulla cittadinanza, ma entreremo nel merito quando e qualora ci sarà una proposta di legge scritta, per valutarla nel dettaglio”. Pur ricordando che “non essendo stata prevista nel contratto di governo e nelle proposte fatte agli elettori, un'eventuale riforma della cittadinanza non si può discutere alla cieca”.
Il sì di Noi moderati
- A schierarsi apertamente in sostegno dell’idea avanzata da Antonio Tajani è stato il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi: “Siamo favorevoli allo Ius scholae, riteniamo che sia giusto concedere la cittadinanza dopo due cicli di studio completi. Non c'è nessuna spaccatura nella maggioranza, si può affrontare il tema senza pregiudizi sia nella coalizione sia con un dialogo aperto in Parlamento. Invitiamo, per questo, l'opposizione a confrontarsi nel merito senza strumentalizzazioni".
Tajani: “Non voglio imposizioni”
- Tajani ha poi aggiunto che sul tema loro hanno "la nostra opinione, come su altri punti che non sono nel programma di governo e che vengono sottolineati da altri alleati: ne parliamo. Però non è che perché un tema non è nel programma di governo non se ne può parlare. Ognuno ha diritto dire: io non impongo niente a nessuno, ma non voglio neanche che nessuno imponga qualche cosa a me, quindi sono libero di parlare”. Poi ha aggiunto: "Noi diciamo che serve un corso di studio completo, quindi la scuola dell'obbligo fino a 16 anni con il raggiungimento del titolo. Questa è una linea che garantisce molta più integrazione di quella prevista dalla legge attuale".
Per approfondire:
Meeting Rimini, Tajani a Sky TG24: "Sì a Ius scholae dopo 10 anni di percorso di studi"
Il Pd apre la porte a FI
- L’apertura di Forza Italia ha trovato pronto il Partito democratico: “Se non è una boutade agostana e fanno sul serio, vediamo in Parlamento e confrontiamoci”, ha detto Alessandro Alfieri, responsabile riforme e Pnrr della segreteria del Partito Democratico. "Io sono pronto da vent'anni a discutere e votare una riforma come lo Ius scholae, che attiene l'interesse nazionale”, ha aggiunto il senatore dem Graziano Delrio (in foto). E per l’eurodeputato Antonio Decaro “i tempi sono maturi e l'Italia è pronta”.
La posizione del M5s
- Nei giorni scorsi il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha sottolineato come “la soluzione dello ius soli non gode del necessario consenso parlamentare, ma sarebbe irragionevole per questi partiti rifiutare la soluzione meno radicale, ma più equilibrata dello Ius scholae. Insomma, ci sono i numeri per finalizzare questa proposta di legge in Parlamento e riconoscere i diritti di tanti bambini e ragazzi che sono nati o comunque sono cresciuti in Italia, che studiano e giocano con i nostri figli e si sentono di fatto 'italiani’”.
Bonelli: “Atto di giustizia sociale”
- Luce verde anche dal deputato di AVS e portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli: “Lo Ius scholae rappresenta un atto di giustizia sociale e un avanzamento culturale e democratico che il nostro Paese non può più rimandare. Non possiamo continuare a ignorare le aspirazioni e i diritti di chi ha studiato, vissuto e costruito il proprio futuro in Italia. Il dibattito va portato avanti con serietà e responsabilità nelle aule parlamentari, dove ogni forza politica deve assumersi il proprio ruolo per garantire un futuro più inclusivo e giusto”.
Italia Viva: “Meglio questo che niente”
- A favore dello Ius Scholae si è detta anche Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva: “Meglio questa legge rispetto al niente. Nel 2016 presentammo lo Ius culturae , che offriva la cittadinanza a chi avesse completato il ciclo di studi, o in alternativa per chi era nato qui con genitori in possesso di un permesso di soggiorno permanente, il cosiddetto Ius soli temperato”. Sulla possibilità che Forza Italia vada fino in fondo, Boschi comunque nutre “qualche dubbio che difenderanno la loro proposta sullo Ius scholae sino alla fine. Perché il patto di potere che lega il centrodestra è più forte dello slancio ideale sui diritti".
+Europa: “Testo comune opposizioni-FI”
- Per il segretario di +Europa Riccardo Magi, se per Forza Italia sul tema della cittadinanza non esistono vincoli di maggioranza, "io dico bene, e penso che su una questione che riguarda il futuro del Paese e la vita di migliaia e migliaia di giovani italiani si debbano mettere da parte le ideologie e lavorare per un testo comune che non preveda però criteri esagerati e punitivi. Ecco perché alla ripresa a settembre si può e si deve lavorare a un testo comune tra le opposizioni e Forza Italia. Dobbiamo agevolare la cittadinanza italiana per chi è nato e cresciuto in Italia ed è a tutti gli effetti italiano".
Cosa cambierebbe con lo Ius Scholae
- In Italia ci sono circa 900mila minori senza la cittadinanza italiana, ma a beneficiare di un eventuale provvedimento sullo Ius scholae sarebbero circa 300mila: il numero arriva da una elaborazione Openpolis - Con i bambini su dati Istat, ma è un dato sul quale concordano anche organizzazioni come Oxfam e Save the Children. Si tratta di circa il 10% dei residenti tra 0 e 17 anni, bambini e ragazzi iscritti nelle scuole d'infanzia, elementari medie e superiori che vivono soprattutto nell'Italia centro-settentrionale. Sono circa il 13% dei minori del centro, il 14% di quelli del nord-est e il 15% di quelli del nord-ovest, mentre non raggiungono il 5% nel sud e nelle isole.
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