Arianna Meloni e l’ipotesi indagine, cos’è successo e come è scoppiato il caso

Politica
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Introduzione

Tutto inizia prima di Ferragosto, quando due indiscrezioni di stampa parlano della partecipazione della sorella della presidente del Consiglio ad alcune riunioni per le nomine di governo e le parlamentari di Iv Raffaella Paita e Maria Elena Boschi chiedono chiarimenti. Domenica 18 agosto un editoriale di Alessandro Sallusti riaccende lo scontro ipotizzando che il centrosinistra stia spingendo sui pm per indagare la sorella della premier per traffico di influenze.

Quello che devi sapere

Il caso Arianna Meloni

  • Ad animare il dibattito politico post Ferragosto è arrivato il caso di Arianna Meloni e di un presunto piano della sinistra per convincere i magistrati a indagare la sorella della presidente del Consiglio per traffico di influenze sulle nomine del governo. Un’ipotesi che ha fatto infuriare Giorgia Meloni e la maggioranza e ha scatenato un botta e risposta con le opposizioni, primo fra tutti il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Ma cos’è successo e come nasce la polemica?

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I retroscena e le interrogazioni parlamentari

  • Poco prima di Ferragosto due articoli de Il Fatto Quotidiano e La Repubblica parlano di una presunta partecipazione di Arianna Meloni a vertici per le nomine Rai e Fs. Arrivano due richieste di chiarimenti da due esponenti di Italia viva, Raffaella Paita (per Fs in Parlamento) e Maria Elena Boschi (in Vigilanza Rai). La sorella della presidente del Consiglio smentisce seccamente, parlando di "fake news" dei quotidiani di sinistra, veri e propri spacciatori di notizie inventate di sana pianta". E aggiunge: "A questo punto mi chiedo, ma non sarà una strategia? Una strategia messa a punto e studiata non per distruggere me, che chiaramente come militante poco conto, ma magari per infangare e dipingere la sorella del presidente del Consiglio come traffichina e melmosa?". Gli attacchi di FdI contro Renzi sono duri: il leader di Iv viene definito "boss di provincia" e "capobranco" e le parlamentari vengono accusate di far parte di "una muta di cani"

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L’editoriale di Sallusti

  • Poi domenica 18 agosto compare un editoriale di Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, con il intitolato Voglio indagare Arianna Meloni. "Non c'è giorno che su un gruppo di giornali, noti non solo per il loro orientamento politico ostile al governo ma pure per una eccessiva e sospetta contiguità con le procure, non si parli della Meloni, ma attenzione qui sta la novità - non di Meloni Giorgia, sarebbe normale, bensì di Meloni Arianna, di lei sorella, oltre che da sempre di lei compagna nella lunga e fortunata avventura politica", si legge nell’articolo. A cui si aggiunge "qualcosa di più torbido, che cioè si scriva con morbosa insistenza non per raccontare dei fatti, ma per provare a determinarne uno. In altre parole, e fuori da giri di parole, preparare il terreno per portare la magistratura a indagare Arianna Meloni". Sallusti ipotizza, inoltre, che il reato che potrebbe esserle contestato è l'influenza sulle nomine definendolo "un reato che ben si presta ad accuse in mancanza di meglio o di prove, stante la sua aleatorietà". Il giornalista denuncia che "c'è un lavoro di cesello, ogni giorno un tassello - confezionato a volte come retroscena, altre come indiscrezione, altre ancora come fonti che chiedono l'anonimato - viene offerto all'opinione pubblica per raccontare una Arianna Meloni indaffarata a fare e disfare le più delicate nomine di Stato, a piazzare amici e amiche a destra e a manca". Quindi cita come di esempio la nomina di Giuseppina Di Foggia a capo di Terna ricordando che "alcuni scrissero che era stata scelta in quanto amica di Arianna Meloni e ancora oggi lo si sostiene, nonostante la sorella della premier abbia dichiarato, senza possibilità di essere smentita, di non averla mai conosciuta e probabilmente mai vista". Altro esempio è legato a un articolo di qualche giorno fa in cui "si diceva che Giorgia Meloni avrebbe delegato alla sorella le trattative sulle nomine Rai" e Sallusti conclude: "Nuova smentita tombale, nessuna replica ma rilancio con un articolo nel quale si sostiene, senza alcuna prova, che FdI starebbe per proporre un cambio ai vertici di Ferrovie dello Stato, fuori l'attuale ad, dentro un'amica di Arianna Meloni, Sabrina De Filippis"

Cosa c’entra Italia Viva

  • Sallusti parla poi di "metodo Palamara", nomina esplicitamente la senatrice di Iv Raffaella Paita e scrive: "L’attivismo di Italia viva sulla pratica (oltre alla Paita le false notizie su Arianna sono riprese e amplificate sia da Maria Elena Boschi sia da Matteo Renzi) lascia intendere che ci sia appunto in corso una manovra occulta, campo in cui Renzi da sempre eccelle". In sostanza l’editoriale parla delle presunte responsabilità delle opposizioni per gli attacchi ad Arianna Meloni che preluderebbero - secondo Sallusti - a un'inchiesta giudiziaria e Renzi viene chiamato in causa per le interrogazioni parlamentari chieste dalle esponenti di Iv

La replica di Matteo Renzi

  • Poche ore dopo l’uscita dell’editoriale, Renzi ha pubblicato una lunga replica su X: "Chiediamo a Giorgia Meloni di prendere le distanze da chi insulta e rispondere in Parlamento nel merito alle nostre interrogazioni. E chiediamo al direttore Sallusti di smentire formalmente che ci sia un ruolo del sottoscritto o di Italia viva in eventuali indagini giudiziarie su Arianna Meloni". Nel tweet Renzi premette: "Le sorelle Meloni vedono i fantasmi? In questa domenica di agosto ci tocca rispondere alle aggressioni di Fratelli d'Italia e alle ansie da complotto della famiglia della premier". Quindi elenca due fatti: "Quattro giorni fa Il Fatto Quotidiano pubblica un articolo in cui ipotizza la partecipazione di Arianna Meloni a una riunione sulle nomine Rai. Nomine che spettano al governo, di cui Arianna non fa parte. Una nostra deputata, Boschi, chiede di conoscere in commissione di Vigilanza se questa cosa sia vera o meno. Il giorno dopo, Repubblica pubblica un articolo in cui ipotizza la nomina in Fs di una manager vicina a Arianna Meloni. Nomine che spettano al governo, di cui Arianna non fa parte. Una nostra senatrice, Paita, chiede di conoscere in Parlamento se questa cosa sia vera o meno". Tutto regolare, sottolinea l'ex premier: "Le parlamentari di Italia viva fanno semplicemente il loro lavoro: fanno l'opposizione. L'opposizione presenta interrogazioni parlamentari, il Governo risponde: in democrazia funziona così". A suo avviso, però, "il partito di Giorgia Meloni inizia a insultare Italia viva. Definisce me 'boss di provincia' e 'capobranco' e accusa le parlamentari di far parte di 'una muta di cani'. Questo linguaggio di odio, violento e squadrista è il modo con il quale il partito di maggioranza replica a delle legittime domande di un partito d'opposizione". E di fronte all'articolo di Sallusti, Renzi commenta: "Vi immaginate? Io che organizzo complotti assieme ai giudici (io!) perché arrivi un avviso di garanzia a una delle sorelle della premier! Delle due l'una. O le sorelle Meloni sanno qualcosa che noi non sappiamo e allora questa uscita serve ad aprire una polemica preventiva che capiremo nei prossimi mesi oppure il Ferragosto pugliese di Giorgia non è andato benissimo e qualche panzerotto è andato di traverso: dentro Fratelli d'Italia c'è troppo nervosismo". E chiude con tre 'promemoria': "1. Io sono garantista e per me un avviso di garanzia non cambia niente: non sono giustizialista come quelli di Fratelli d'Italia, io. 2. Io non attacco la famiglia della Premier per le vicende giudiziarie, a differenza di quello che la Meloni fece con i miei cari. 3. Io continuo a fare opposizione in modo civile e senza insultare"

L’intervento di Giorgia Meloni

  • Nel tardo pomeriggio del 18 agosto arriva anche il commento di Giorgia Meloni, contattata telefonicamente dall'Ansa: "Purtroppo reputo molto verosimile quanto scritto oggi da Alessandro Sallusti su Il Giornale. D'altronde è uno schema visto e rivisto soprattutto contro Silvio Berlusconi: un sistema di potere che usa ogni metodo e ogni sotterfugio pur di sconfiggere un nemico politico che vince nelle urne la competizione democratica. Hanno setacciato la vita mia e di ogni persona a me vicina senza trovare nulla per attaccarci". "Se fosse vero che ora sono passati alla macchina del fango e alla costruzione a tavolino di teoremi per sperare in qualche inchiesta fantasiosa contro le persone a me più vicine, a partire da mia sorella Arianna, sarebbe gravissimo - aggiunge la presidente del Consiglio - Ma in fondo sarebbe anche un buon segno, perché queste mosse squallide e disperate da parte della peggiore politica significherebbero solo che stiamo smontando il sistema di interessi che tiene in ostaggio l'Italia da troppi anni. Quindi, avanti a testa alta, con ancora maggiore determinazione"

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