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Sanità, ok del Cdm alle misure per la riduzione delle liste d’attesa. Scontro con Regioni

Politica
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Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto legge con "misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie" e al disegno di legge con "misure di garanzia sulle prestazioni". Polemica con le Regioni: “Decreto privo di coperture finanziarie e astratto. Non hanno sentito nostro parere”. Informativa di Meloni "sui flussi d'ingresso degli stranieri per motivi di lavoro": "Arrivi illegali abbattuti del 60%, ma dal monitoraggio dati allarmanti". Esposto a Procura Antimafia

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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera a due provvedimenti sulla sanità. Si tratta di un decreto legge con "misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie" e di un disegno di legge con "misure di garanzia sulle prestazioni sanitarie". Nel disegno di legge vengono convogliati gli aspetti più operativi che necessitano di una copertura finanziaria. Le Regioni hanno sollevato dubbi proprio sui fondi. "Da quello che posso esprimere a titolo personale, come assessore alla Salute della Regione Emilia-Romagna, si tratta di un decreto ancora privo di coperture finanziarie e molto astratto", ha detto Raffaele Donini, coordinatore della Commissione Salute in sede di Conferenza delle Regioni. La premier Giorgia Meloni, in Cdm, ha tenuto anche “un'informativa sui flussi d'ingresso degli stranieri per motivi di lavoro”: "Arrivi illegali abbattuti del 60%, ma dal monitoraggio dati allarmanti", ha detto, annunciando un esposto alla Procura Antimafia.

Le misure sulla sanità

Le prime mosse del governo contro le liste di attesa nella sanità, quindi, hanno avuto il via libera del Cdm. Tra le misure principali del decreto legge, secondo una bozza di sette articoli circolata prima del Cdm, ci sono un Cup unico regionale o infraregionale, il monitoraggio sulle liste d'attesa affidato all'Agenas, un ispettorato generale di controllo sull'assistenza sanitaria, fino all'introduzione di visite ed esami il sabato e la domenica. Nel disegno di legge, composto da 14 articoli e che va a completare il dl, ci sono invece un registro nazionale delle segnalazioni dei cittadini sui disservizi, aumento delle tariffe orarie del 20% per il personale che dovrà prestare servizi aggiuntivi contro le liste d'attesa con una tassazione ridotta al 15%, 100 milioni di euro per avvalersi di specialisti ambulatoriali interni per recuperare le liste d'attesa, nessun taglio alle prestazioni ma classi di priorità indicate dal medico nella richiesta di visita o esami. La bozza del ddl prevede anche che le Regioni debbano assegnare ai direttori generali delle aziende sanitarie alcuni obiettivi annuali sulla riduzione delle liste d'attesa: il mancato raggiungimento può determinare la sospensione dall'elenco nazionale dei direttori per 12 mesi. Inoltre, anche gli specializzandi verranno chiamati per abbattere le liste d'attesa. Si prevede un maggior coinvolgimento dei giovani medici con incarichi fino a 10 ore settimanali. Confermate le misure di contrasto contro il fenomeno dei gettonisti: possibili assunzioni con contratti di lavoro autonomo. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha anticipato ieri che alcune misure saranno operative già subito dopo il vertice a Palazzo Chigi.

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La conferenza stampa

Schillaci ha parlato anche in una conferenza stampa dopo il Cdm. "Non è più accettabile che in tante realtà ci siano liste chiuse, devono rimanere sempre aperte, il singolo professionista non deve fare più prestazioni in intramoenia che prestazioni pubbliche: da monitoraggi a campione risulta drammaticamente che si fanno anche 9 prestazioni nel pubblico rispetto a 90 in intramoenia", ha detto. "Dal primo gennaio 2025 sarà abolito il tetto di spesa per il personale sanitario", ha annunciato. Ha anche confermato l’estensione degli orari per le viste diagnostiche e specialistiche di sabato e domenica. "Andrà ricordato agli assistiti, due giorni lavorativi prima di effettuare la prestazione, l'appuntamento e verrà chiesta la conferma o la cancellazione della prenotazione diffusa anche da modalità da remoto. Questo sicuramente andrà a incidere soprattutto sulla gestione delle patologie cronico degenerative e sulle patologie oncologiche. E terrà conto anche di quanto avviene nei percorsi terapeutici assistenziali con dei percorsi dedicati", ha detto ancora il ministro.

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I dubbi delle Regioni

Le mosse del governo sono segnate dalle preoccupazioni da parte delle Regioni sulle risorse a disposizione. "Tengo a precisare che questi due provvedimenti sono frutto di un lavoro che ci ha visti confrontare con Regioni, ordini professionali e associazioni dei cittadini", ha detto Schillaci in conferenza. Parole a cui Raffaele Donini, coordinatore della Commissione Salute in sede di Conferenza delle Regioni e assessore alla Sanità in Emilia-Romagna, ha replicato: "Le Regioni hanno avuto il testo del decreto a poche ore dal Consiglio dei ministri e quindi significa che il nostro parere non si è ritenuto utile acquisirlo preventivamente. Quindi ci si risparmi almeno l'imbarazzo di dover smentire ogni riferimento alla concertazione con le Regioni. Ci riuniremo nei prossimi giorni e faremo pervenire le nostre proposte di modifica del decreto concordate in modo unanime". Nel pomeriggio di lunedì le Regioni avevano incontrato i tecnici del ministero della Salute. Il nodo fondamentale emerso era la definizione delle risorse. "Un incontro garbato nei toni – l'aveva definito Donini – ma con qualche motivo di imbarazzo per le Regioni" perché "noi non sappiamo ancora a oggi quali siano i testi di un eventuale decreto e di un disegno di legge né di eventuali coperture", “ci piacerebbe contribuire alla genesi della norme, non fare solo osservazioni quando approvate". Dubbi che Donnini ha ribadito anche dopo il via libera del Cdm.

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L’informativa di Meloni sui migranti

Tornando al Cdm, la premier Giorgia Meloni ha tenuto un'informativa sull'immigrazione. "L'impegno dell'intero governo" in materia di immigrazione irregolare "ha permesso fino a questo momento di abbattere del 60% gli arrivi illegali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un risultato possibile soprattutto grazie ai rapporti di collaborazione con i Paesi del Nord Africa, Tunisia e Libia in testa", ha detto la presidente del Consiglio. "Dopo la formazione del governo abbiamo dovuto definire rapidamente i flussi di ingresso regolare in Italia", poi "abbiamo emanato il Dpcm che attua la programmazione per il triennio 2023-2025" e "costituito un tavolo tecnico per monitorarne l'applicazione. Ora da quel monitoraggio emergono dati allarmanti", ha aggiunto. E ha annunciato: "Stamattina mi sono recata dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi del c.d. Decreti Flussi". Secondo la premier, "i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengano utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare". "Da alcune regioni, su tutte la Campania, abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari, durante il click day, totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese", ha sottolineato. "Con il Gruppo tecnico di lavoro - ha spiegato ancora - noi abbiamo fatto una ricognizione solo sui due decreti flussi varati da noi, ma è ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni e mi stupisce che nessuno se ne sia reso conto. Noi modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l'ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro".

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Gli altri punti all’ordine del giorno

Nell'odg del Consiglio dei ministri di oggi c’era anche un ddl con "modifiche alla disciplina della magistratura onoraria del contingente ad esaurimento", l'esame definitivo del ddl per la "semplificazione normativa e il miglioramento della qualità della normazione e deleghe al governo per la semplificazione, il riordino e il riassetto in determinate materie” e un decreto legislativo di "recepimento della direttiva (UE) 2022/431, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro - (esame preliminaee, Affari europei, Sud, Politiche di coesione e Pnrr - Lavoro e politiche sociali" oltre a "leggi regionali" e "varie ed eventuali".

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