Il partito di Matteo Salvini propone dieci temi chiave che vanno dal “superamento del Green Deal” allo “stop alla carne chimica e insetti”, dalla “tutela delle filiere produttive italiane” al “sostegno al diritto di autodifesa dell'Ucraina”. Ecco tutti i punti essenziali
“Più Italia, meno Europa”. È questo lo slogan che caratterizza il programma elettorale della Lega in vista delle Europee dell'8 e 9 giugno. Il partito di Matteo Salvini propone dieci temi chiave che, raccolti in 18 pagine, ruotano attorno al “superamento del Green Deal”, lo “stop alla carne chimica e insetti”, la “tutela delle filiere produttive italiane” e soprattutto il “sostegno al diritto di autodifesa dell'Ucraina”.
Meno Europa e no al Green Deal
Tutto il programma della Lega si concentra su un punto essenziale: “fermare la deriva tecnocratica e accentratrice dell'Unione europea” e “ridare valore ai principi di sussidiarietà e proporzionalità”, si legge nel documento. L'obiettivo del partito di Salvini è quello di “un'Unione europea che rimetta al centro il cittadino e il territorio”, riassunto nello slogan “Più Italia, meno Europa”. A questo si aggiungono anche la “tutela delle libertà e la difesa dei nostri valori”, il “superamento del Green Deal” e il “ritorno del buonsenso”, a proposito del quale i leghisti propongono un 'provvedimento omnibus' che riveda da cima a fondo il Green Deal, con un approccio intersettoriale, affinché obiettivi e tempistiche siano realistici, in linea con i concorrenti sui mercati internazionali e soprattutto sostenibili per famiglie e imprese.
Piena occupazione e neutralità tecnologia
Sulla questione dello sviluppo economico, la Lega si dice contraria alle “politiche di austerità”, “basate sulla distruzione della domanda interna attraverso il consolidamento delle finanze pubbliche”, si legge ancora nel programma. L'obiettivo è quello di “concordare soluzioni volte all'incremento sostanziale degli investimenti pubblici e privati, conducendo così a un modello di crescita economica virtuosa, guidato dell'aumento del potere di acquisto dei lavoratori”. Altro tema cardine della proposta del partito di Salvini è la “re-industrializzazione autentica che sfrutti tutte le tecnologie disponibili, utili alla transizione energetica”.
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Le filiere italiane e no alla direttiva “Case green”
Tra gli obiettivi della Lega c'è anche la “tutela delle filiere produttive italiane” e la “rilocalizzazione delle imprese in Europa”. A questo si aggiunge anche la “difesa del patrimonio immobiliare italiane e il settore auto”. Nel programma si legge che “vogliamo cancellare la direttiva 'case green', i cui obiettivi e tempistiche eccessivamente stringenti generano un'inflazione da eccesso di domanda sulle materie prima e sulle tecnologie necessarie alla ristrutturazione, ponendo un problema immediato di sostenibilità dei costi per le famiglie”. Inoltre, la Lega punta a “salvaguardare il futuro del motore endotermico eliminandone la messa al bando dal 2035”.
L'agricoltura
La Lega si dice “decisa a cancellare gli obiettivi irrealistici che sono stati assegnati al primo settore dalle norme del Green Deal”. Si legge nelle pagine: “È giunto il momento di chiudere in Europa l'annosa partita del'etichettatura di origine obbligatoria per i prodotti alimentari, per dare valore al lavoro delle nostre aziende e per informare correttamente i consumatori”. E ancora: “Tutte le filiere agricole devono tornare ad avere piena legittimità, sgombrando il campo dalle campagne di demonizzazione, forti della sostenibilità e dell'altissima qualità dei loro prodotti”.
La difesa dei confini e la pace
Tra i paragrafi fondamentali del programma troviamo il punto dedicato alla difesa dei confini europei “per prevnire le partenze dei clandestini verso l'Europa”. Per farlo, la Lega ritiene che “l'UE dovrebbe sostenere gli sforzi degli Stati facendosi carico di finanziare strumenti volti a prevenire l'attraversamento illegale delle frontiere sia marittime che terrestri”. Ultimo focus riguarda il “diritto di autodifesa dell'Ucraina, con la consapevolezza di dover perseguire, allo stesso tempo, tutti gli sforzi diplomatici per arrivare a una soluzione condivisa e porre fine al conflitto anziché favorire sconsiderate escalation militari”. Il partito si dice quindi “contrario all'idea della costituzione di un 'esercito europeo'”.