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Roma, studenti contestano ministra Roccella: "Censura, aspetto solidarietà da sinistra"

Politica

A protestare contro la ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità durante gli Stati generali della Natalità è stato un gruppo di studenti: fischi e urla che hanno impedito l'intervento. Lei ha risposto: "Nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne". Roccella ha poi lasciato l'Auditorium. Solidarietà da Meloni: "Gridano libertà e poi impediscono a una donna di parlare". Per la ministra si tratta di "censura vera" e di "ostilità verso maternità e paternità"

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La ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità, Eugenia Roccella, è stata contestata durante il suo intervento agli Stati generali della natalità all'Auditorium della Conciliazione di Roma. Un gruppo di giovani l'ha subito interrotta al grido di "Sul mio corpo decido io" e "Vergogna, vergogna", mostrando dei piccoli cartelli. La ministra ha commentato dal palco: "Nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, anzi siamo qui proprio perché oggi le donne non decidono fino in fondo del proprio corpo, se possono avere figli".

La contestazione contro la ministra Roccella

Roccella contestata, non riesce a intervenire

A contestare la ministra è stato un gruppo di studenti. Non appena Roccella ha preso la parola sono partiti fischi e cominciate le urla che hanno impedito che svolgesse il suo intervento. A quel punto la ministra si è rivolta ai manifestanti dicendo: "Ragazzi ma noi siamo d'accordo, nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno".  Ma la contestazione è proseguita. Una delle manifestanti ha parlato brevemente al microfono, ma poi è stata interrotta dall'organizzatore Gigi De Palo dicendo: "Questo però è un monologo". Quindi mentre la contestazione proseguiva proprio De Palo ha deciso di dare la parola ad altri ospiti, posticipando l'intervento della Roccella che ha abbandonato prima il palco e poi l'Auditorium.  I lavori stanno proseguendo ma in sala la situazione non è ancora tornata alla normalità 

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Solidarietà da Meloni: "Gridano libertà e poi censurano una donna"

ùPiena e incondizionata solidarietà a Eugenia Roccella. Lo spettacolo andato in scena questa mattina è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro di intervenire e di esprimere le proprie idee", denuncia la premier Giorgia Meloni su X. "Responsabile - sottolinea - è un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà e di condannare, senza se e senza ma. È ora di dire basta".

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Roccella: censura vera, c'è ostilità verso paternità e maternità

Roccella ha motivato la sua decisione di lasciare l'Auditorium in un post su Facebook, in cui ha parlato di "censura vera", e in una nota pubblicata successivamente: "Ho scelto questa mattina di lasciare gli Stati generali della Natalità - spiega la ministra - per consentire alle persone che erano sul palco con me, una mamma incinta di otto mesi che portava la sua testimonianza e il presidente del Forum delle famiglie Adriano Bordignon, di poter parlare senza subire la mia stessa sorte di censura. E invece neanche questo è stato sufficiente: io ho lasciato il palco ma anche alla mamma (sommersa dai fischi) e a Bordignon è stato impedito di parlare tranquillamente. Tanto è vero che l'evento è stato sospeso. Questa è la dimostrazione che non si è trattato soltanto di una censura verso di me o verso il governo, ma di una profonda ostilità verso la maternità e la paternità, verso chi decide di mettere al mondo un figlio, esercitando la propria libertà e senza nulla togliere alla libertà altrui, ma contribuendo a dare un futuro alla nostra società. Insomma quello che si contesta, alla fine, è la maternità come libera scelta".

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