Il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità: “Non possiamo negare il cammino che abbiamo fatto, anzi questo ci deve incoraggiare” ma bisogna ricordare le donne “che ancora non hanno diritti di base, non solo il voto ma la possibilità di accedere alle professioni, all’università, ai luoghi pubblici, di andare libere per strada senza paura”. Poi aggiunge: “Nessuna donna è felice di abortire. È molto più difficile trovare un ospedale dove partorire piuttosto che un ospedale dove abortire”
“Non possiamo negare il cammino che abbiamo fatto, anzi questo ci deve incoraggiare. Certo ancora, anche in Italia ma soprattutto in altre parti del mondo, la situazione è estremamente pesante per le donne”. A dirlo è il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella, che ospite a Sky TG24 pochi giorni dopo la Giornata internazionale della donna ricorda le “donne che ancora non hanno diritti di base, non solo il voto ma la possibilità di accedere alle professioni, all’università, ai luoghi pubblici, di andare libere per strada senza paura. Tutto questo ci riguarda”.
“Nessuna donna è felice di abortire”
Roccella poi parlando della Francia che ha introdotto l’aborto nella Costituzione e ricordando una sua affermazione nella quale aveva detto che l’aborto è un diritto “purtroppo” ribadisce: “Questo lo dicevamo anche negli anni Settanta. Il mondo femminista è sempre stato molto chiaro su questo: nessuna donna è felice di abortire. È una libertà, noi parlavamo non di aborto come diritto ma di maternità come libera scelta. E abbiamo legge equilibrata che è da molti anni una legge attuata che ha dato buoni risultati e - per quanto sia stato divisa - rispetta il senso dell’aborto come ultima scelta, come ultima possibilità di uscire da una maternità non desiderata”. Poi sul tema degli obiettori e delle difficoltà per le donne di accedere all’aborto: “Le madri e i padri costituenti hanno cercato con la Costituzione di creare un testo fondamentale condiviso. Inserire una questione così delicata e divisiva non è nello spirito dei costituenti. La Francia ha altri matrici culturali, e per quanto riguarda la legge sull’aborto leggo la relazione al Parlamento che viene fatta tutti gli anni: il carico di lavoro per i medici non obiettori è di un aborto a settimana. Evidentemente siccome adesso gli aborti sono pochi perché sono poche le gravidanze, sono sufficienti i medici che ci sono”. “In Sanità ci sono cause e contenziosi su tutto - aggiunge - ma sull’interruzione di gravidanza non ci sono, quindi evidentemente non ci sono donne che non sono riuscite ad accedere all’interruzione di gravidanza. Tutto il resto attiene all’organizzazione sanitaria, non in tutti gli ospedali si fa tutto, è molto più difficile trovare un ospedale dove partorire piuttosto che un ospedale dove abortire”.
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“Se una donna desidera il secondo figlio e non lo fa c’è un problema di libertà”
“Abbiamo l’Ufficio parlamentare di Bilancio che ha certificato il fatto che quest’anno ci saranno 16 miliardi di benefici netti per le famiglia, in particolare per quelle con figli - dice poi Roccella - Sappiamo che l’occupazione è aumentata in questo anno e mezzo di governo, in particolare quella femminile: 260mila posti di lavoro in più per le donne”. Poi aggiunge: “Abbiamo aumentato l’assegno unico, abbiamo fatto la decontribuzione per le donne lavoratrici dipendenti con figli, sul secondo figlio è una misura sperimentale, vedremo come va. Perché l’abbiamo fatto sul secondo figlio? Perché noi sappiamo, anche qui i demografi e gli statistici ce lo dicono, che le donne desiderano due figli e poi non li fanno perché si trova troppa difficoltà a conciliare famiglia e lavoro. Se una donna desidera il secondo figlio e non lo fa evidentemente c’è un problema di libertà a cui dobbiamo rispondere”.
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Il caso delle registrazioni dei figli di coppie omosessuali
Roccella parla poi delle coppie omogenitoriali e del caso di Padova: “Lì c’è un equivoco perché da sempre c’è una procedura che si chiama ‘adozione in casi particolari’ che seguono da sempre le donne che vogliono che il bambino sia riconosciuto da un genitore non biologico. Nessuno ha mai detto che questa procedura è discriminatoria o difficile, in Italia se non sei un figlio biologico per maggior garanzia del bambino ci vuole un Tribunale che dica ‘sì c’è un legame affettivo’. Questo è sempre stato così per le donne, e quindi non si capisce perché invece per una coppia omosessuale bisogna passare da una registrazione automatica, tanto più quando le coppie maschili fanno ricorso a una procedura vietata in Italia il cui divieto il Parlamento sta cercando di rafforzare, cioè l’utero in affitto”.
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“Escludere donne ebree dalle manifestazioni è patriarcato”
In Italia, dice infine Roccella, “ci sono state manifestazioni di donne in cui sono state escluse le donne ebree, questo è patriarcato. Non si può parlare delle ebree stuprate, violentate, uccise in massa nell'attacco terrorista di Hamas del 7 ottobre. La Schlein parla del patriarcato e accusa la destra di sguazzare addirittura nel patriarcato, io penso che escludere le donne ebree anche semplicemente dal riconoscimento della violenza pazzesca e feroce che hanno subito il 7 ottobre e non parlarne, è patriarcato”. “Dobbiamo aiutare le donne palestinesi - prosegue - a liberarsi dal patriarcato, veramente feroce, di Hamas: non solo sono velate ma sono costrette a fare figli, non hanno nessuna libertà. Se noi non riusciamo ad avere quel minimo di sorellanza per cui tutte le donne vittime di violenza non possono che essere riconosciute come vittime di violenza, è proprio l'Abc, non dico del femminismo ma della lotta al patriarcato, se non facciamo questo di quale lotta al patriarcato stiamo parlando? La lotta al patriarcato va benissimo difendendo le palestinesi e non le ebree? Dopo quello che è successo il 7 ottobre?”. “Come hanno detto anche le femministe francesi - conclude Roccella- questo è il primo femminicidio di massa di cui siamo a conoscenza e va riconosciuto come tale. Sono contenta che almeno adesso anche la rappresentante dell'Onu per gli stupri di guerra Pramila Patten abbia riconosciuto finalmente, dopo alcuni mesi, che è stato così”.
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“L’autonomia economica è fondamentale”
Parlando poi dell’indipendenza economica, Roccella ricorda un accordo con l’Abi “per cercare di diffondere alfabetizzazione finanziaria. Ci sono ancora troppe donne che non hanno un conto corrente personale, che ancora hanno una disabitudine a parlare di soldi, a contrattare il proprio stipendio, ad affermare il diritto a un aumento. L’autonomia economica è fondamentale”.
“Fiera della legge contro la violenza”
Sul tema dei provvedimenti adottati dal ministero, Roccella dice: “La prima cosa di cui vado fiera è la legge contro la violenza perché vedo che è applicata e sono applicate le misure innovative contenute nella legge. Penso ad esempio all’ammonimento del questore, a volte basta l’ammonimento che non richiede il passaggio dal magistrato. I braccialetti elettronici, l’arresto in flagranza differita, i tempi certi perché i magistrati valutino il rischio e prendano le misure di precauzione, lo sviluppo delle misure cautelari: tutte cose che penso possano salvare delle vite”.
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“La storia delle donne è anche la storia dell’utopia della cura”
Roccella poi ricorda le lotte femministe degli anni Settanta, quando “c’erano situazioni estremamente evidenti di oppressione e ingiustizia nei confronti delle donne. Per esempio l’adulterio femminile era punti con due anni di galera e quello maschile no, parliamo degli anni Sessanta e Settanta. Le leggi contro la violenza sono state più tardive. Non bisogna dimenticare quello che le donne sono state anche quando sono state confinate nel privato, la storia delle donne è anche la storia dell’utopia della cura e di quello che ognuna di noi ha fatto nell’ambito che le era assegnato nei confronti delle persone fragili, dell’ambito domestico, dell’umanità che ha bisogno di cura”.
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“Giorgia Meloni è una donna che ha molto a cuore le donne”
Interpellata poi su alcune considerazioni di Elly Schlein riferite alla premier, Roccella replica: “Giorgia Meloni è una donna che ha molto a cuore le donne. Fin dall’inizio è stato detto che Giorgia Meloni era un passo indietro agli uomini, quando è la prima presidente del Consiglio donna con una personalità così volitiva e così significativa, lei davvero è una donna che si è fatta completamente da sola, ha fatto un partito da sola. Io penso che segni il fatto che la sinistra, che ha sempre pensato che il femminismo era roba sua e le donne terreno suo, senta sfuggire questo dominio su questo ambito proprio perché Meloni è una leader donna, e quindi cerca disperatamente di negare l’evidenza".