L'aborto diventa un diritto della Costituzione francese, ok dal Parlamento

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Chiara Piotto

Chiara Piotto

Dopo un anno e mezzo di iter parlamentare e l’approvazione di entrambe le Camere, deputati e senatori, riuniti in Congresso nella reggia di Versailles, hanno approvato la modifica che rende l’interruzione volontaria di gravidanza una libertà garantita a livello costituzionale. Una prima volta al mondo

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Una novità che vuole mandare un messaggio forte alla società francese e fare scuola nel resto del mondo. Con un ultimo voto del Parlamento congiunto riunito in congresso a Versailles, la Francia è il primo Paese al mondo a iscrivere il diritto all’aborto nella propria Costituzione. Una volontà politica nata per iniziativa del Presidente Macron all’indomani dell’annullamento della sentenza Roe vs. Wade, che pose fine al diritto federale all’aborto negli Stati Uniti. L’intenzione: mostrare che il diritto all’aborto in Francia è un diritto conquistato e irremovibile, da cui non è possibile tornare indietro.

Cosa dice la legge sull’aborto in Costituzione

In realtà nel corso delle approvazioni parlamentari il testo originale è stato modificato per ottenere l’approvazione anche dei parlamentari più conservatori, in particolare al Senato. Ecco perché in definitiva l’aborto non viene inserito all’elenco dei diritti fondamentali, ma tutelato in quanto “libertà delle donne di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza secondo le modalità individuate dalla legge”. Questa formula più sfumata, che lascia insoddisfatti i movimenti femministi, lascia aperta la possibilità che un Governo futuro limiti le modalità di accesso all’aborto - per esempio limitando il numero di settimane in cui è consentito - mettendo a rischio la libertà di scelta (ECCO COSA CAMBIA). Tuttavia, tutti i promotori della legge sono d’accordo nel dire che quello che emerge da questo voto francese è un messaggio simbolico importante. 

L'attivista: "Spero che le nuove generazioni vincano domani"

Sono d’accordo anche le femministe che si sono battute per la legalizzazione dell’aborto in Francia ormai 50 anni fa. Come Annie Chemla, che abbiamo intervistato e di cui trovate il video in testa a questo articolo. Chemla ha raccontato in un libro uscito di recente, intitolato “Nous l’avons fait” (L’abbiamo fatto) ed edito da Editions Du Detour, la sua battaglia come attivista del Movimento per la Libertà dell’Aborto e della Contraccezione (MLAC) nella Francia degli anni ’70, che portò a una legge - la legge Veil dal nome di Simone Veil, allora ministra della Salute - che per prima consentiva alle donne di abortire senza ricorrere alla clandestinità e rischiare troppo spesso la propria vita. “La frase che è stata approvata per entrare nella Costituzione non ha molto senso a livello giuridico e non è formulata come avrei voluto”, ci ha detto Chemla, “Ma non è grave perché su questo tema, come sugli altri, progrediremo. La legge Veil era molto restrittiva in materia di aborto, era cara e non rimborsata dallo Stato, non aperta alle minorenni né alle straniere, ma nei 50 anni successivi la legge è stata migliorata. Ecco, spero e penso che per quanto riguarda il diritto all’aborto nella Costituzione seguiremo lo stesso percorso. Ho fiducia che le nuove generazioni di donne riusciranno a vincere domani, come noi abbiamo vinto ieri”.

Le modalità dell'aborto oggi in Francia

Ad oggi l'IVG in Francia è consentita fino a 14 settimane, dopo che nel 2022 il periodo è stato allungato di due settimane. Per quanto riguarda l'aborto farmacologico, nel 2022 il periodo massimo è stato esteso da 5 a 7 settimane. Dal 2013 l'aborto è gratuito per tutte le donne ed è garantito l'anonimato, ma è sempre nel 2022 che sono state introdotte diverse novità importanti come la soppressione del periodo minimo di riflessione e la possibilità di avviare l'aborto farmacologico a distanza, in tele-consultazione. 

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