Gentiloni a Sky TG24: "Italia in tempo per Pnrr ma le riforme sono difficili da fare"

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Sullo scenario economico internazionale, dice il commissario Ue ospite a "Start", si può essere "ottimisti”: ci si aspetta “un acceleramento” nella seconda metà del 2024. Dagli ultimi dati Eurostat “la recessione è alle spalle”: calo dell’inflazione e recupero del potere d’acquisto spingono a pensare che sia “già in atto” una piccola ripresa dei consumi che può ulteriormente crescere. Ma pesa la "zavorra" dello scenario geopolitico

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L’Italia ha rispettato la tempistiche dei “tagliandi” da staccare con Bruxelles, ma resta la “difficoltà a fare le riforme” previste dal Pnrr: tempi della giustizia, lotta all’evasione fiscale, contrasto al lavoro sommerso, politiche attive del lavoro, politiche della concorrenza. Capitoli “per niente semplici”. Così il commissario Ue per gli affari economici e monetari Paolo Gentiloni, ospite a Start su Sky TG24. L'Italia rischia una procedura d'infrazione a breve termine? "È lecito immaginare che ci sono Paesi, non un paio ma molti di più, che entreranno in procedura di infrazione per disavanzo. D'altronde è noto che con la pandemia e la guerra in Ucraina c'è stata una impennata della spesa pubblica", risponde Gentiloni. Lo sapremo "alla fine di giugno grosso modo", ha aggiunto il commissario spiegando che, sulla base delle nuove regole fiscali, i nuovi piani di bilancio con i Paesi membri "saranno discussi tra la fine di giugno e la fine di ottobre". Poi un monito al governo: "Non si può negare che dobbiamo ridurre il debito e non si può ignorare il fatto che abbiamo vincoli di bilancio".

"Prevista accelerazione economia"

Sullo scenario economico europeo, dice Gentiloni, “si può essere ottimisti”: da mesi si prevede "che nella seconda metà dell'anno l'economia avrebbe avuto un'accelerazione, non a livelli di crescita stratosferici, e poi dal 2025 un'accelerazione". Dagli ultimi dati Eurostat, evidenza il commissario, “la recessione è alle spalle”: calo dell’inflazione e recupero del potere d’acquisto spingono a pensare che sia “già in atto” una piccola ripresa dei consumi che può ulteriormente crescere. C'è poi "la prospettiva nei prossimi mesi del taglio dei tassi di interessi".

"Scenario geopolitico è zavorra per economia, difesa comune indispensabile"

Ma lo scenario geopolitico è un’incognita che può influenzare il quadro a livello internazionale. "Il ciclo economico è un ciclo sul quale si può avere un certo ottimismo. La zavorra su questo scenario è l'incertezza geopolitica. Non dimentichiamo che la crisi in Medio Oriente, oltre ad avere risvolti umanitari terribili, ha anche risvolti economici. E dall'altra parte c'è la guerra in Ucraina. Si può dire che il ciclo economico si sta riprendendo ma sulla ripresa grava la situazione geopolitica", evidenzia Gentiloni. All'accenno di ripresa in atto, aggiunge, "dobbiamo agganciare anche gli investimenti per il futuro e in questo si interseca la questione della difesa comune. Bisogna capire se c'è questa volontà politica, e io credo che quello che sta accadendo debba dirci che avere una difesa comune è indispensabile".

"Sinistra italiana non sottovaluti minaccia di Putin"

Guardando nello specifico alla guerra tra Russia e Ucraina, Gentiloni definisce "fondamentale" che la sinistra italiana non sottovaluti "la minaccia" di Mosca. "Penso che questa debba essere un po' la nostra ossessione. Non dico che dobbiamo andare in guerra ma dobbiamo creare le condizioni perché Putin non vinca. Altrimenti si creano le premesse per 10-20 anni a rischio in Europa", ha detto. Poi ha aggiunt: "Vedo che questa visione è prevalente nei partiti in Italia. Io dico che chi vi dice che accontentando le ambizioni di Putin almeno si salva la pace prende un abbaglio, spero in buona fede, colossale".

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"Non mi sono pentito del Jobs Act"

Passando a questioni interne all'Italia, la segretaria dem Elly Schlein tira dritta con l'intenzione di indire un referendum per l'abolizione del Jobs Act dell'ex premier Matteo Renzi. Sul punto, Gentiloni spiega:  "Io per contratto non potrei comunque, tra l'altro facevo parte del governo che ha approvato il Jobs Act e non mi sono pentito".

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