L’esponente della Lega e quella di Azione-Siamo europei sono stati gli ospiti della seconda puntata di “Tribù”, il talk in cui i protagonisti della politica italiana si confrontano con giornalisti e commentatori in vista del voto dell’8 e 9 giugno per le Europee. Tra i temi, il caso Liguria e la guerra in Ucraina
Angelo Ciocca della Lega ed Elena Bonetti di Azione-Siamo europei sono stati gli ospiti della seconda puntata di Tribù, il talk con i protagonisti della politica italiana che torna su Sky TG24 in vista del voto dell’8 e 9 giugno per le Europee. Insieme a loro è intervenuta anche Agnese Pini, direttrice di QN. Tra i temi, anche il caso Liguria e la guerra in Ucraina (GLI AGGIORNAMENTI LIVE).
Il caso Liguria
La prima domanda è sull’impatto che vicende come quelle che hanno scosso la Liguria e la Puglia possono avere sulla campagna elettorale. “Mi auguro che questa campagna elettorale non sia fatta sulla voce giudiziaria, nel pieno rispetto del fatto che gravità che possono essere state evidenziate dalla magistratura non devono essere strumentalizzate dalla politica, da una parte o dall’altra. Mi auguro che il potere giudiziario e quello politico rimangano distinti. E che vengano portati avanti argomenti di carattere politico”, ha risposto Bonetti. Secondo l’esponente di Azione-Siamo europei il governatore Giovanni Toti si dovrebbe dimettere a prescindere da questa vicenda, “per ragioni politiche”. “Si deve dimettere dopo essere stato votato dai cittadini liguri? Mi sembra un’azione antidemocratica”, ha risposto Ciocca. Il fatto, ha aggiunto, “diventa un tema politico perché la politica è abituata a speculare su questi temi. Diventerà un derby che toglierà attenzione ai veri temi delle politiche europee. Il punto interrogativo è: a 30 giorni dal voto questi arresti fanno bene o fanno male al giudizio che il cittadino ha della giustizia, della politica, alla partecipazione al voto?”.
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La guerra in Ucraina
Altro tema di cui si è discusso, la guerra russa in Ucraina. Bonetti ha confermato la linea di Azione sull’invio di armi a Kiev. “Oggi – ha detto – non c’è condizione possibile di pace in Ucraina che non parta dalla difesa dell’Ucraina e dalla creazione delle condizioni perché Putin si arresti in questa invasione di aggressione che ha solo ragioni espansionistiche e aggressive, non solo verso l’Ucraina ma anche verso l’Europa. Chi dice ‘Non aiutiamo più con le armi l’Ucraina’, dice ai cittadini dell’Ucraina ‘Avete combattuto, adesso lasciatevi invadere, noi facciamo un dialogo di pace, ma la nostra pace è la vostra resa, la resa della vostra libertà, della vostra autodeterminazione’. Questa non è pace”. Diversa la posizione di Ciocca: “La Lega nel voto ha dimostrato di essere posizionata in copertura alla protezione dell’Ucraina. È chiaro che quella linea non può essere eterna. Quando un popolo viene invaso, viene difeso. Ma parallelamente ci vuole un’attività diplomatica. Non possiamo pensare che l’economia di guerra sia il futuro dell’Europa, l’Europa è nata sulla pace. L’Europa dovrebbe pensare al nostro made in Italy, alle nostre produzioni, al futuro dei nostri figli. Io difendo un popolo invaso, ma devo avere un percorso di pace. Oggi solo il Papa e Salvini parlano di pace”, ha detto. Bonetti ha quindi ribattuto: “Come creiamo le condizioni di pace in Ucraina non supportando la difesa? Come tuteliamo la pace in Ucraina lasciandola invadere da Putin? A questo punto sacrifichiamo l’Ucraina perché almeno Putin è contento e siamo tranquilli. L’Europa l’ha già fatto questo errore, all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. E la nostra pace, la nostra libertà, la nostra autodeterminazione e la nostra Europa sono nate sulla resistenza di chi di fronte alle dittature non si è arreso". Poi Ciocca ha replicato: “Abbiamo dato 8 miliardi tra il 2023 e il 2024 per difendere giustamente un popolo invaso. Questo non vuol dire interrompere la disponibilità economica. Qualcuno inizia a parlare di 300 miliardi. Io non posso pensare che la linea è continuare a trovare miliardi per alimentare una guerra, continuare a perdere vite umane, continuare ad aumentare l’inquinamento. La situazione rischia di sfuggire di mano. Possiamo iniziare ad aprire un tavolo e provare, oltre a difendere l’Ucraina, anche a far ragionare la Russia?”.
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L'Euro
Si è parlato anche dell’Euro. Secondo un recente sondaggio, il 31% degli italiani se si andasse a votare per un referendum sarebbe a favore dell’uscita dalla moneta unica. “È un giudizio che danno i cittadini nei confronti di una moneta che ci ha fortemente penalizzato – ha commentato Ciocca –. E se il sondaggio lo dovessimo fare sulle istituzioni europee, l’ipotesi di uscita si alzerebbe ancora di più. Il cambio è stato penalizzante, come siamo entrati: altre monete sono entrate con un cambio molto più forte. Abbiamo avuto potenziali ministri dell’Economia e primi ministri che hanno ipotizzato l’uscita dall’Euro. Quindi quest’ipotesi era un’ipotesi reale in virtù del fatto che l’Euro ha fortemente penalizzato l’economia italiana e i cittadini italiani”. Bonetti invece ha dichiarato: “Mi ha stupito molto il sondaggio e mi sono detta: ‘Bisogna dare più informazioni ai cittadini’. Mi stupisce ancora di più la posizione di una forza di governo che ancora oggi ha il coraggio di dire che l’Euro è stato uno svantaggio per il nostro Paese. Forse non è chiaro che senza l’Euro la nostra moneta sarebbe stata annientata nelle crisi economiche e finanziarie che abbiamo avuto, nell’esperienza del Covid. L’Italia, col debito pubblico che ha, sarebbe andata in totale fallimento e i primi a pagare sarebbero stati i nostri imprenditori”. Alla domanda se all'ipotetico referendum voterebbe sì o no per uscire dall’Euro, Ciocca ha risposto: “In questo momento voterei di uscire dall’Europa, ma per fare un’Europa diversa”. Mentre Bonetti ha ribadito: “Va riformata l’Europa e rafforzata l’Europa unita. Siamo diametralmente opposti. Io sono invece convinta che vada rafforzata in modo molto forte l’Europa come soggetto politico, che abbia potere decisionale anche sul bilancio, sugli investimenti, sul piano industriale, sulla sanità e sulle scuole”.
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“Tribù” e “La scelta 2024”
Tribù è l'approfondimento, in onda in diretta dal lunedì al venerdì alle 20.30 su Sky TG24, che vede il conduttore Fabio Vitale confrontarsi faccia a faccia con i protagonisti della politica italiana, per raccontare le tante “tribù” della politica: fra europeisti e identitari, liberal e conservatori. Si alternano come ospiti anche giornalisti e commentatori, tra cui l'editorialista de Il Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, il Presidente della Fondazione MAXXI Alessandro Giuli, la giornalista e scrittrice Maria Latella e la Direttrice di QN Agnese Pini. Come nella precedente tornata elettorale europea torna il “momento Erasmus” in cui i politici ospiti del programma vengono trasportati virtualmente nella camera di uno studentato per scegliere con chi vorrebbero condividere, fra quattro possibili opzioni, un periodo di studio all'estero. Tribù fa parte del più ampio progetto La scelta 2024 con cui Sky TG24 si appresta a seguire la campagna elettorale per le Elezioni Europee dell’8 e 9 giugno mettendo in campo reportage, strumenti digitali, sondaggi e maratona finale. Tutti i contenuti de La scelta 2024 sono disponibili sui canali 100 e 500 della piattaforma Sky, sul canale 50 del DTT, su Sky On Demand, sul sito skytg24.it e su tutti i canali social di Sky TG24.