Test psicoattitudinali per i magistrati, come funzionano e quando partono

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Il Consiglio dei ministri ha approvato la loto introduzione a partire dal 2026. Sarà il Csm a nominare i docenti universitari in materie psicologiche - su indicazione del Consiglio universitario nazionale, organo indipendente dell'università - che costituiranno la commissione giudicante. Nordio: "Nessuna invasione campo". Ma l'Anm protesta. Il presidente Santalucia a Sky TG24: "Non servono a nulla"

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Il governo ha dato il via libera ai test psicoattitudinali per l'accesso alla professione dei magistrati a partire dal 2026. I questionari dovrebbero essere simili ai test 'Minnesota' già sperimentati in altri ambiti e verranno utilizzati per valutare la personalità dei candidati. Il decreto legislativo, approvato durante il Consiglio dei ministri ha subito modifiche fino all'ultimo momento, ma ciò non ha attenuato le proteste dell'Associazione Nazionale Magistrati. Sarà il Consiglio Superiore della Magistratura a designare i docenti universitari specialisti in psicologia che faranno parte della commissione giudicante, su indicazione del Consiglio Universitario Nazionale, un organo indipendente degli Atenei.

Previsto un colloquio psicoattitudinale durante l'esame orale

Il colloquio psicoattitudinale avverrà durante la prova orale, ma già dopo quella scritta il candidato riceverà dei test su un foglio, individuati dal Csm, sul modello di quelli utilizzati per quelli effettuati agli agenti di polizia. Questi costituiranno la base per il futuro colloquio psicoattitudinale, che sarà comunque diretto dal presidente della commissione esaminatrice, e non da uno psicologo (il quale sarà presente solo come ausilio), alla quale è demandato in maniera collegiale il giudizio finale sul complesso delle prove.  Un cambiamento significativo rispetto alla versione precedente del decreto, che prevedeva che il ministro della Giustizia nominasse commissioni di esperti e supervisionasse i test in collaborazione con il Csm.

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Le critiche dell'Associazione nazionale magistrati

Nel decreto legislativo che entrerà in vigore ci sarà una doppia garanzia: il Csm disciplinerà i test in generale e la commissione esaminatrice prenderà le decisioni specifiche. Gli aspiranti magistrati avranno la possibilità di ripetere l'esame di accesso fino a quattro volte. L'Amn non è però soddisfatta e il presidente Giuseppe Santalucia ha criticato aspramente la normativa, definendola "irrazionale" e annunciando la possibilità di mobilitazioni future. Il Guardasigilli Carlo Nordio ha respinto queste critiche definendole "polemiche sterili" ribadendo  il supporto delle Commissioni Giustizia alla valutazione dei test. Il ministro della Giustizia ha paragonato i test psicoattitudinali per i magistrati a quelli già previsti per altre professioni importanti, come i medici e il personale delle forze dell'ordine, e sottolinea che la normativa sui test entrerà in vigore nel 2026 per evitare di compromettere organi giudiziari essenziali.

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"La dispensa per infermità anche psichica esiste nel nostro ordinamento da tempo immemorabile, da una legge del '46. Se ci sono casi di squilibrio patologico si interviene, ma il ministro della Giustizia ha già un potere di vigilanza e ha gli strumenti per intervenire in questi casi. Se poi si vuole controllare altro che non sia la patologia psicologica, ma il modo di essere, l'espressione di una personalità che non piace, questo è arbitrio", ha detto presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, a SkyTg24 in merito ai testi psicoattitudinali per i magistrati introdotti dal governo, secondo il quale "non servono a nulla, anzi è solamente propaganda"

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