Manovra, Mes e Patto di stabilità, le tre partite su cui lavora il governo Meloni

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La premier è a Bruxelles, per il Consiglio europeo, impegnata nella delicata trattativa sul Patto di stabilità, a cui il governo ha vincolato ogni ragionamento sul Mes. Intanto a Roma corsa contro il tempo per l’approvazione parlamentare della legge di Bilancio entro fine anno. I tre fronti aperti si stanno muovendo in parallelo. Ecco la situazione

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La premier Giorgia Meloni è a Bruxelles, per il Consiglio europeo, impegnata nella delicata trattativa sul Patto di stabilità, a cui il governo ha vincolato ogni ragionamento sul Mes, in un lungo braccio di ferro con le opposizioni. Intanto a Roma si lavora contro il tempo per l’approvazione parlamentare della manovra entro fine anno, per evitare l’esercizio provvisorio. Le tre partite si muovono in parallelo. Ecco a che punto siamo.

Stretta sulla riforma del Patto, l'Ecofin il 20

La riforma del Patto di stabilità e crescita europeo è vicina a risolversi. Dopo il negoziato fiume all'Ecofin della scorsa settimana, è stata fissato per mercoledì prossimo, il 20 dicembre, il consiglio straordinario dei ministri delle Finanze Ue per dare il via libera alla nuova governance economica (I 3 ELEMENTI DA CONSIDERARE). Ma continua la contrapposizione negoziale su come interpretare la nuova procedura per deficit eccessivo quando gli Stati abbiano un disavanzo oltre il tetto del 3% del Pil fissato dai trattati. Il tema è se il previsto aggiustamento strutturale annuo pari allo 0,5% del Pil vada comunque rispettato, come chiedono i Paesi 'frugali', Germania in testa. O se invece sia possibile anche un intervento di entità minore allo 0,5%, tenendo conto anche dell'impatto degli interessi del debito pubblico. Per l'Italia, con un disavanzo atteso al 4,4% nel 2024 secondo le stime Ue, una differenza che cambierebbe molto i tempi di rientro (PERCHÈ LA RIFORMA È IMPORTANTE PER L'ITALIA). All'Ecofin del 20 dicembre i ministri Ue si vedranno in video conferenza e l'obiettivo è dunque quello di raggiungere un'intesa politica sulla riforma. Per il via libera anche alla parte legislativa, con il voto del Consiglio ai tre testi della nuova governance economica, si dovrà invece aspettare gennaio per una riunione degli ambasciatori dei 27, il cosiddetto Coreper. La scorsa settimana le posizioni sul Patto si sono avvicinate di molto, anche se il compromesso messo a punto dalla presidenza spagnola dell'Ue, su triangolazione con Francia-Italia e Germania, sembrava in realtà avere un più ampio consenso. Pessimista il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti: sul Patto di stabilità "le negoziazioni sono andate avanti" ma le possibilità che si arrivi ad un accordo la settimana prossima sono "scarse". "Non ho niente contro le videoconferenze" ma "anche no" a chiudere in video un accordo "che condiziona l'Italia per i prossimi anni. Quindi un Ecofin in presenza è più opportuno". 

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Mes, cosa fa l’Italia?

L’Italia resta l’unico Paese a non aver ancora ratificato le modifiche al Fondo salva-Stati riformato. La maggioranza ha fatto ancora slittare il voto sulla ratifica del Mes, almeno di una settimana, con il rischio che se ne riparli nel 2024. Ma, dopo mesi in cui l'argomento è rimasto tabù nel centrodestra, anche la Lega apre uno spiraglio. La via d'uscita - suggerita già un mese fa dai dem - potrebbe essere una postilla per vincolare a un voto a maggioranza qualificata un'eventuale attivazione del Meccanismo europeo di stabilità da parte dell'Italia (PERCHÈ USARE IL MES NON RICHIEDE RISTRUTTURAZIONE DEBITO). Non è facile prevedere quando effettivamente potrà essere votato il disegno di legge di ratifica. Fra i Paesi dell'Eurozona, solo l'Italia non ha ancora ratificato la modifica al trattato (MES AGITA MAGGIORANZA).

epa10081366 A European flag in front of the European Commission in Brussels, Belgium, 20 July 2022.  EPA/STEPHANIE LECOCQ

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Intesa con le opposizioni, fiducia sulla manovra il 22

La manovra approderà in Aula al Senato mercoledì 20 dicembre e il voto sulla fiducia dovrebbe essere il 22. Il calendario prende una forma definita e mette d'accordo governo, maggioranza e opposizioni. Dopo giorni di stallo, con trattative serrate per sciogliere il nodo non solo del timing ma anche del 'tesoretto' e lo spauracchio dell'esercizio provvisorio, è stato sbloccato l'avvio dei lavori in commissione a Palazzo Madama. E si apre la strada ad un iter che - assicura il governo - garantirà un adeguato spazio alla discussione ad entrambi i rami del Parlamento. Il testo verrà incardinato a Montecitorio già il 22 dicembre, consentendo così un esame più approfondito anche nell'altro ramo parlamentare.

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