Meloni al Senato: "Nessun attacco a Draghi". E mostra fax di Di Maio per firmare il Mes
PoliticaFanno discutere le frasi della leader di FdI di ieri dopo le comunicazioni sul Consiglio europeo. "Per alcuni la politica estera è stata farsi foto con Francia e Germania quando non si portava a casa niente", ha detto. Ma il suo, ha subito precisato, non voleva essere un attacco a Draghi bensì ai Dem. La premier stamattina a Palazzo Madama: "Il governo Conte alla chetichella ha dato l'assenso al Mes"
"Per alcuni la politica estera è stata farsi foto con Francia e Germania quando non si portava a casa niente". Le parole di Giorgia Meloni, rivendicate nella replica alla Camera del 12 dicembre, dopo le comunicazioni sul Consiglio europeo, alla vigilia della sua sfida politica più delicata, quella che si gioca in settimana sul Patto di stabilità, fanno discutere. Il suo non voleva essere un attacco a Mario Draghi bensì al Pd, ha subito assicurato la premier. Proprio i Dem però hanno chiamato in causa l'immagine dell'ex premier sul treno per Kiev con Olaf Scholz ed Emmanuel Macron per metterla in difficoltà. Ma Meloni ribadisce: la politica estera del suo governo non può risolversi nella triangolazione Roma-Berlino-Parigi, come nella foto del "grande gesto da statista del mio predecessore". Intanto, questa mattina, la premier ha parlato al Senato per le comunicazioni - già rese ieri - in vista del Consiglio europeo. Finito il dibattito sulle comunicazioni il presidente del Consiglio ha replicato nell'Aula di Palazzo Madama. A fine mattinata è arrivato il via libera del Senato alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio. I voti a favore sono stati 104, 61 i contrari, 13 gli astenuti (Iv e Azione). Con un giro di astensioni e di voti incrociati passano, con il parere favorevole del governo, anche parti dispositive delle risoluzioni di Pd, Iv e Azione. Bocciato il testo di M5S.
Meloni: Pil con noi va meglio, propaganda si scontra con realtà
"Durante gli anni di governo del centrosinistra il Pil crollava, ora con noi il Pil va meglio”, ha detto la premier Giorgia Meloni in sede di replica al Senato dopo la discussione sulle sue Comunicazioni in vista del Consiglio Ue. "La propaganda poi si scontra con la realtà", ha aggiunto Meloni che poi parla del Patto di stabilità, ricordando come la "trattativa sia molto serrata e le posizioni di partenza siano distanti". Ma qualche spiraglio si vede", ha assicurato. "Abbiamo una strategia" sul Pnrr, che include anche il piano Mattei, "abbiamo una strategia in politica estera" e "capisco possa dare fastidio. Abbiamo una strategia, capisco che possa essere una novità, ma abbiamo una strategia". Poi la premier ha detto: "Noi dobbiamo essere, e io sono molto fiera, del lavoro fatto sul Pnrr, un lavoro che abbiamo fatto nonostante il tema di una possibile revisione del Piano per adeguarlo a un contesto mutato, risolvendo alcune criticità che c'erano nei Piani adottati dai precedenti governi nonostante venisse considerata un'ipotesi impossibile o derubricata a una scelta folle che ci avrebbe fatto perdere le risorse del Pnrr, ci avrebbe portato l'Italia fuori dall'Europa in un racconto distorto e distruttivo che non fa stato del ruolo dell'Italia, di quello che possiamo ottenere con un po' di pragmatismo e buonsenso”.
Meloni: fondo sanitario al massimo di risorse mai avute
“Abbiamo dimostrato che, se fatte bene, le cose si possono ottenere”, ha aggiunto Meloni. "Si è tifato più perché l'Italia non ottenesse la terza rata che alla coppa Davis. Nonostante tutto abbiamo ottenuto la terza, la quarta e entro fine anno consegneremo gli obiettivi della quinta e revisionato il Piano”. La premier ha ricordato: "Abbiamo liberato risorse sul diritto allo studio, sull'Emilia Romagna, abbiamo dato ancora più finanziamenti sulla sanità. Con un piccolo escamotage tecnico arriva il fondo sanitario al massimo di risorse mai avute nel fondo".
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Meloni: nessun attacco a Draghi
"Quello che dicevo ieri sulla foto, è lungi da essere un attacco a Mario Draghi, tutti sanno quel che penso della fermezza di Draghi sull'Ucraina, di quella maggioranza che tutti ricordano”, ha di nuovo precisato Meloni. "Quello che cercavo di spiegare è che, proprio perché ho rispetto di quella fermezza, non si risolve il suo lavoro fatto nella foto sul treno con Francia e Germania”. Poi ha aggiunto: "Quel treno, l'ho preso anche io per andare a Kiev, vorrei ricordare. Si figuri se non capisco il valore che ha. Dal mio punto di vista c'è stata un'Italia che in passato ha ritenuto solo di aspettare cosa facevano Francia e Germania aspettando si accodarsi in una foto. Non vuol dire che non abbia le mie foto con Macron, Scholz, Orban, con chiunque”.
Meloni: trasformare l'Ue da gigante burocratico a politico
"Sull'allargamento Ue sono molto d’accordo”, ha detto Meloni. È una scelta strategica per tutti noi. Bene l'allargamento. Se immaginassimo un'Ue con 30-32 Stati membri questo porterebbe nuove sfide. E di questo si parlerà, così come si parlerà delle riforme che si dovranno fare. Si dovrà anche ragionare sul bilancio. Non dobbiamo fare l'errore di partire da un processo decisionale, ma da quello di cui l'Ue si deve occupare. L'Ue si deve concentrare su materie che non possono essere affrontate dai singoli Stati. Questa è la posizione che sto portando avanti. Si deve trasformare l'Unione Europea da 'gigante burocratico a gigante politico'".
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Meloni: “Veto sul patto? Non escludo nessuna scelta”
Il veto sul patto di stabilità? "Io non escludo nessuna delle scelte. Credo si debba fare una valutazione su ciò che è meglio per l'Italia sapendo che se non si trova un accordo, noi torniamo ai precedenti parametri. Io farò tutto quello che posso”, ha detto la premier. "Siamo ancora lontani, non siamo ancora a un accordo definitivo ma non posso non esprimere una punta di soddisfazione per qualche passo avanti nell'ultima bozza di accordo" sul Patto di stabilità. "È un punto di partenza", ha aggiunto, spiegando che bisogna tenere conto degli interessi maturati sul debito contratto sugli investimenti "non solo per questi tre anni. Le posizioni degli altri Paesi sono distanti, bisogna capire dove si raggiunge una sintesi e fare una valutazione serena su cosa è più utile per l'Italia".
"Superbonus regalo dello Stato ai truffatori"
"Il superbonus pesa come un macigno su nostri conti e sottrae 20 miliardi di euro l'anno. È un provvedimento che nasceva da un intento condivisibile" ma è stato trasformato "nel più grande regalo fatto dallo Stato a truffatori e organizzazioni criminali, lasciando aziende e famiglie per bene in un mare di guai. Questione che ora noi cerchiamo di risolvere", ha detto la premier Giorgia Meloni.
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Meloni porta in Aula fax di Di Maio per firmare il Mes
"Il governo Conte alla chetichella ha dato l'assenso al Mes”, ha detto la premier mostrando alle opposizioni il fax inviato all'allora rappresentante Massari da Luigi Di Maio in cui lo autorizzava a siglare il Mes. E questo, ha aggiunto Meloni è successo "il giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era in carica solo per gli affari correnti. Capisco la vostra difficoltà e il vostro imbarazzo, ma dalla storia non si esce. Questo foglio dimostra la scarsa serietà di un governo che prima di fare gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo”. Altro attacco a Conte poco dopo: "Noi non stiamo trasferendo armi a Israele. Oppure vi riferite alle armi che il Governo Conte ha venduto ad Israele, visto che il governo Conte è stato quello che ha venduto più armi di tutti a Israele”. Infine un’altra stoccata alle opposizioni: “Io farò sempre la mia parte per ricordare le politiche disastrose" di governi "precedenti che noi siamo chiamati a riparare. L'austerità? Non so cosa intenda, noi abbiamo smesso di buttare i soldi degli italiani dalla finestra" con spese come quelle per "superbonus" e "banchi a rotelle. Non è austerità ma serietà" ed è il motivo "per cui gli italiani hanno chiesto a noi di governare e a voi di fare un passo indietro".
Meloni contro Pd: anteponete interessi di partito a nazione
"Si cerca di fare tutto il possibile per smontare il lavoro faticoso" fatto dal governo sul fronte dei migranti. "Mi ha colpito la reazione del Pd", dice Meloni. Sull'accordo con l'Albania, che "non viola il diritto internazionale", "io sono rimasta basita quando qualcuno ha paventato l'espulsione di Rama dal partito socialista europeo per aver osato di aiutare l'Italia. Questo la dice lunga sul punto di vista che si ha sull'anteporre gli interessi di partito a quelli della nazione. Io credo che gli interessi della nazione vadano anteposti a quelli di partito, non è quello che ho sempre visto a sinistra".
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Italia "sostenuta da politica di bilancio seria"
Le prime comunicazioni di Meloni in vista del prossimo Consiglio Ue si sono tenute ieri pomeriggio, 12 dicembre, nell'Aula della Camera. "Se nonostante una trattativa difficilissima la partita" sul Patto di Stabilità "è ancora aperta e l'accordo finale posticipato" a una nuova riunione Ecofin dopo il Consiglio Ue, è "perché a Bruxelles tutti riconoscono che la posizione italiana è sostenuta da una politica di bilancio seria che anche oggi voglio rivendicare", ha detto la premier.
Le critiche a Conte
Nella replica di ieri della premier c'è anche una stoccata al leader del M5s, Giuseppe Conte. Ed è arrivata su uno dei temi più sensibili di queste settimane, la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. "Chi ha dato il consenso alla ratifica" del Mes "che oggi impegna anche noi? Lo ha fatto il governo Conte, senza mandato parlamentare e lo ha fatto un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari correnti, dando mandato a un ambasciatore con un mandato firmato dal ministro Di Maio, senza mandato parlamentare, senza averne potere, senza averlo detto agli italiani, con il favore delle tenebre". E a se stessa e al suo governo Meloni ha riconoscuto trasparenza e coerenza: "Meglio essere isolati che svendere l'Italia".