Meloni all’assemblea FdI: “Contro di noi fango e dossieraggi, ma io non sono ricattabile”

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I “mesi incredibili” alle spalle, la soddisfazione per quanto portato a casa finora. Ma anche le polemiche su esponenti di partito (e familiari) che hanno segnato questi mesi con FdI alla guida dell'Italia. Alla fine “è stato un boomerang", perché “sono riusciti a dimostrare solo che ero esattamente la persona che dicevo di essere", ha detto la premier. E ai suoi ricorda: "C'è tantissimo da fare. Abbiamo cinque anni davanti e vogliamo essere giudicati alla fine di questo percorso"

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I “mesi incredibili” alle spalle, “le continue campagne finto scandalistiche e i dossieraggi”, la soddisfazione per quanto portato a casa finora. Giorgia Meloni traccia un bilancio del suo primo anno di governo all’assemblea (a porte chiuse) di Fratelli d’Italia. E mette l’accento soprattutto sul "fango gratuito” che si è abbattuto sul suo partito e “perfino sui familiari" degli esponenti. "Ogni singolo dirigente - accusa - è stato passato in rassegna, spesso perfino i semplici simpatizzanti, alla ricerca del niente”. E anche "la mia storia personale è stata passata in radiografia praticamente dal giorno in cui sono nata”, aggiunge. Alla fine “è stato un boomerang". Perché “sono riusciti a dimostrare solo che ero esattamente la persona che dicevo di essere”, ha detto Meloni. Poi ha ricordato le polemiche sulla sorella Arianna, “militante da quando aveva 17 anni, sempre penalizzata dal fatto di essere mia sorella”: si è “volutamente e strumentalmente confuso un ruolo organizzativo come quello di segreteria politica con quello di segretario di Fratelli d'Italia". Sul fronte politico, ai suoi ricorda che è solo l'inizio: "Abbiamo cinque anni davanti e vogliamo essere giudicati alla fine di questo percorso". Si guarda anche al rinnovo degli organi di partito a livello locale -  "Vogliamo dare vita alla stagione dei congressi territoriali, facendo votare gli iscritti" - e alle europee: "Abbiamo fatto qualcosa di impensabile in Italia, non c'è ragione di credere che non si possa fare altrettanto in Europa". Solo dopo l'appuntamento delle europee, si terrà il congresso di Fdi: farlo prima "sarebbe un errore".

"Continuerò a essere presidente finché vorrete"

Meloni ha voluto sottolineare come in Fratelli d'Italia non esista la figura del segretario: "C'è il presidente, e si chiama Giorgia Meloni, e fin quando voi non deciderete di sostituirmi io eserciterò quel ruolo. E io intendo continuare a fare il presidente di Fratelli d'Italia". Poi si è chiesta: "Ma non sarà che tutto questo nervosismo sugli incarichi tradisca il nervosismo per un mondo impermeabile alle lusinghe e agli interessi dei lobbisti che per anni hanno condotto le danze nelle istituzioni della Repubblica? Beh, è un'altra cosa della quale vado molto fiera. È il vantaggio di non essere ricattabili, poter rimanere onesti".

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“Qui per governare, non per goderci i risultati”

La presidente del Consiglio ha messo in guardia i membri di Fratelli d’Italia che nei prossimi mesi “il dibattito politico sarà ancora più feroce, gli attacchi si moltiplicheranno, le trappole e i tentativi di disarcionarci anche”. Due i motivi: il primo è “questa stagione si chiuderà con le elezioni europee”; il secondo è che “noi non ci accontentiamo di aver vinto le elezioni”. Per questo esorta a “non goderci gli effimeri soddisfazioni del potere”, ma a guardare avanti “per governare e cambiare le cose che non vanno". Alla sua “squadra” dice quindi di aver bisogno “di tutta la concentrazione, la lucidità, la responsabilità e l'ambizione - nel senso buono del termine - delle quali siete capaci. Perché se qualcuno dovesse pensare che l'anno passato sia stato difficile, signori, temo che non abbiate visto niente".

Meloni agli alleati: "No a egoismi"

Un pensiero anche ai suoi "preziosi alleati di governo": come lo sono i membri di FdI, dice, "sono certa che anche loro  siano consapevoli del fatto che il peso che tutti insieme abbiamo sulle spalle è talmente grave da non consentirci di sprecare energie in eventuali atteggiamenti egoistici di qualsiasi genere". 

Legge di Bilancio e riforme

Appuntamento tra i più caldi è la messa a punto della Legge di Bilancio. Non sarà facile: “Abbiamo poche risorse da spendere grazie ai nostri predecessori che hanno gettato dalla finestra miliardi per tentare di comprare il consenso dei cittadini”, ha detto Meloni. Particolare attenzione quindi per “le nostre priorità, a partire dalla difesa del lavoro e dei salari, dalla sanità e dalla natalità". Guardando più in là: "Questo – ha aggiunto - sarà anche l'anno della riforma costituzionale, dei primi mattoni della riforma fiscale, della parte più consistente della riforma della giustizia. Sarà l'anno in cui cominciare a mettere mano alla burocrazia, all'emergenza abitativa, in cui rafforzare la scuola del merito".

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"Caivano? Lo Stato è tornato nelle zone franche. E su immigrazione avremo la meglio"

I prossimi mesi saranno anche quelli “in cui si vedrà che è tornato lo Stato nelle zone franche”, ha aggiunto Meloni riferendosi ad esempio al recente decreto Caivano, con cui si è intervenuti per combattere soprattutto la criminalità giovanile. E ancora: tra gli altri temi da affrontare c’è quello dell’immigrazione, “un lavoro immane” per cui “ci vorrà tempo”. La premier si mostra speranzosa: “Avremo la meglio sui trafficanti, fermeremo l'immigrazione illegale e gestiremo ordinatamente quella legale". E non teme le critiche: “So che molti di quelli che ci hanno votato speravano in risultati immediati. Non mi spaventa pagare uno scotto nel breve periodo, perché a me non interessano soluzioni effimere o risposte propagandiste che funzionano sul piano della comunicazione ma durano due mesi per poi tornare al punto di partenza. Voglio risolvere il problema in modo strutturale”.

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“L’Italia è tornata a sperare. Fiera di me stessa, per aver camminato a testa alta”

Ma l’assemblea non è stata solo l’occasione per sfogarsi contro le polemiche e per tracciare le strade da percorrere. Meloni si è detta orgogliosa "per l'Italia, che oggi ha qualcosa di più di quando ne abbiamo assunto la guida”: non solo “un'economia più solida”, ma anche “maggiore credibilità e centralità a livello internazionale, una stabilità e una visione da realizzare, riconoscibile e riconosciuta da tutti”. È un Paese “che sembra tornare a sperare dopo anni di rassegnazione", dice Meloni. Poi rivendica quanto fatto negli scorsi mesi, “per noi e per la nostra storia e per aver realizzato un sogno che era di tanti”. Ma anche “per me stessa, per potermi guardare dopo quasi un anno alla guida del governo della nazione e vedere ancora la stessa persona di prima, più vecchia, ma la stessa. Per aver camminato a testa alta ovunque, per essere stata schietta e per tutte le volte che sono stata in grado di dire no, banalmente perché era giusto farlo, anche quando bisognava pagare un prezzo".

“La sinistra esulta se le cose vanno male”

Tra le stoccate tirate alle opposizioni, Meloni ha parlato di una sinistra che esulta "a ogni minima difficoltà dell'Italia”: “Nell'ultimo trimestre il nostro Pil ha avuto una leggera contrazione e loro hanno esultato come per un gol alla finale dei Mondiali. Gente che tifa contro l'Italia, che stappa le bottiglie esultando dai balconi se c'è una flessione del Pil”. Eppure, ha detto la premier ai suoi, “i dati macroeconomici ci danno ragione. Siamo in una congiuntura economica difficile, ma abbiamo raggiunto alcuni record, di occupati e di contratti stabili. E le stime del Pil italiano, con tutta la revisione, sono al di sopra della media europea". In tutto questo primo anno al governo, FdI e la maggioranza sono stati "dalla parte delle cose di buon senso, dalla parte degli italiani fino ad oggi indifesi, impauriti, vessati". Mentre "quelli della sinistra automaticamente dall'altra, pur di attaccare il governo".

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"Tassazione extraprofitti norma giusta, vi invito a difenderla"

Un passaggio anche sul tema degli extraprofitti delle banche: anche su questo, ha rimarcato Meloni, "hanno avuto da ridire". Il motivo? "Perché loro non hanno avuto il nostro stesso coraggio. Ma io difendo e difenderò quel provvedimento, che non ha un intento punitivo, e che racconta la fine di uno Stato forte con i deboli e debole con i forti. È una norma giusta e vi invito a difenderne le finalità nel corso della conversione del decreto-legge".

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