
Sondaggio, per 1 su 2 i salari bassi ostacolo a occupazione. Primo stipendio buono 1.200 €
Il tema del lavoro è al centro del sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24. Da quanto emerge, gli stipendi troppo bassi sono ritenuti il primo ostacolo all’occupazione. Promosso taglio sussidi, ma servono anche sgravi fiscali (su salari e imprese). L’87% degli intervistati accetterebbe 1.200 euro netti per un primo impiego. In molti si sentono mal pagati. La frase “Gli immigrati rubano il lavoro” divide. Sindacati sono considerati impotenti, sicurezza sul lavoro un problema grave

I salari troppo bassi sono ritenuti il primo ostacolo all’occupazione per 1 italiano su 2. È quanto emerge dal sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24 sul tema lavoro. Secondo gli intervistati, ok il taglio dei sussidi ma servono anche sgravi fiscali (su salari e imprese). L’87% dice che accetterebbe 1.200 euro netti per un primo impiego. In molti, però, si sentono mal pagati. È risultato che la frase “Gli immigrati rubano il lavoro” divide. E se i sindacati sono considerati impotenti, la sicurezza sul lavoro è un problema grave
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Negli ultimi tempi, sempre più spesso, ci sono imprenditori che si lamentano per il fatto di non trovare impiegati per le loro attività. Agli intervistati è stato chiesto quale, secondo loro, è l’ostacolo principale per i datori di lavoro nelle assunzioni e, di conseguenza, il primo ostacolo all’occupazione. Uno su due, il 50%, ha indicato gli stipendi troppo bassi. Ben visto, invece, il taglio ai sussidi: è il 19% a indicarlo come la motivazione principale per la difficoltà di trovare lavoratori da parte delle imprese
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Restando sui sussidi, il 52% degli intervistati si è detto d’accordo con la strategia del governo Meloni di tagliarli per stimolare l’offerta di lavoro e cercare di combattere il problema della disoccupazione in Italia: l’esecutivo, infatti, sta preparando una riforma che taglia l’indennità di disoccupazione e restringe l’accesso al Reddito di cittadinanza, in modo da incentivare gli italiani a lavorare e non appoggiarsi troppo sui sussidi
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Sono soprattutto gli elettori dei partiti di governo, come prevedibile, quelli che premiano il sistema di taglio dei sussidi voluto dall’esecutivo. Tra i partiti d’opposizione, invece, la politica di taglio dei sussidi come stimolo all’occupazione è vista con sfavore
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La misura più efficace contro la disoccupazione, comunque, per il 25% degli intervistati è il taglio delle tasse sui salari. Al secondo posto, indicati dal 22% degli intervistati, ci sono gli sgravi alle imprese che assumono. Seguono la formazione e riqualificazione dei disoccupati, gli investimenti per creare posti di lavoro, la riduzione dei sussidi ai disoccupati
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Agli intervistati è stato anche chiesto quale cifra, secondo loro, rappresenta il giusto stipendio minimo mensile per un giovane al suo primo impiego. Considerando uno stipendio mensile netto per un lavoro a tempo pieno, il 68% degli intervistati ha indicato come buona una cifra tra i 1.000 e i 1.500 euro

L’87% degli intervistati, poi, ha detto che accetterebbe 1.200 euro netti come stipendio per un primo impiego

Guardando più nel dettaglio, nella fascia dei potenziali “giovani al primo impiego” (18-34 anni) la percentuale di accettazione (comunque altissima: 77%) è sensibilmente più bassa rispetto ai rispondenti delle fasce superiori (tutte persone che, oltre a non esser più giovani, difficilmente non hanno già superato l’esperienza del primo impiego), che si attestano tra l’88 e il 91%

Altro dettaglio da notare, è che i “sicuramente sì” (cioè quelli che accetterebbero un lavoro a 1.200 euro netti per un primo impiego) sono in una percentuale decisamente più pronunciata al Nord (41%) che nel resto d’Italia, nonostante al Nord il costo della vita sia tendenzialmente più alto che nel resto della penisola

Dal sondaggio, poi, emerge che il 59% dei lavoratori dipendenti intervistati ritiene di guadagnare una cifra non equa rispetto alla sua posizione lavorativa ma di essere pagato meno di quanto dovrebbe

Guardando nel dettaglio, un dato che colpisce è quello degli under 35: il 12% di loro (ben più di coloro delle fasce d’età più alte) pensa di guadagnare più di quanto dovrebbe

La percentuale dei lavoratori dipendenti che ritengono di essere pagati meno del dovuto, poi, sale sensibilmente tra i titoli di studio più alti (diploma e laurea)

Intrecciando il tema del lavoro con quello dell’immigrazione, si scopre che la famosa frase “Gli immigrati rubano il lavoro” divide gli italiani: il 48% dice che non è così, il 43% invece sostiene che sia fondamentalmente vera

La spaccatura è di natura politica: negano la veridicità dell’affermazione in maniera nettissima gli elettori del Pd e in maniera netta quelli del Movimento 5 Stelle, mentre è invece di rilievo notare che i più convinti assertori della tesi non siano gli elettori di Fdi (dove comunque si arriva al 50%) ma quelli degli altri partiti di governo (59%), trainati presumibilmente dalla Lega

Per quanto riguarda la presenza di stranieri nei lavori “manuali”, due italiani su tre ritengono che non ci sia una prevalenza di stranieri, anzi per uno su due c’è comunque una prevalenza di italiani

Passando alla sicurezza sul lavoro, per l’86% degli intervistati questo tema rappresenta in Italia un problema grave

Infine, 3 intervistati su 4 ritengono che i sindacati abbiano poco margine di manovra per tutelare le istanze dei lavoratori rispetto al governo

Nota metodologica. Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra il 26 e il 27 aprile 2023 su un campione di 804 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagata per quote di genere ed età incrociate stratificate per titolo di studio e ripartizione Istat di residenza. Margine d’errore è del +/- 3,4% con un intervallo di confidenza del 95%. NB: la domanda sulla soddisfazione sul salario percepito è stata posta solo a chi ha dichiarato di essere lavoratore dipendente, di conseguenza per quella domanda il margine d’errore è +/-4,8%
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