Mattarella a Cuneo: "Repubblica fondata su Costituzione figlia della lotta antifascista"

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Il presidente della Repubblica è intervenuto in occasione della Festa della Liberazione dal Teatro Toselli: “Dura fu la lotta per garantire la sopravvivenza dell'Italia nella catastrofe cui l'aveva condotta il fascismo”. Poi ha citato Calamandrei: “Se volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità”. E ha aggiunto: “La Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti”

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“Ed è qui, a Cuneo, nella terra delle 34 Medaglie d'oro al valor militare e dei 174 insigniti di Medaglia d'argento, delle 228 medaglie di bronzo per la Resistenza. La terra dei dodicimila partigiani, dei duemila caduti in combattimento e delle duemilaseicento vittime delle stragi nazifasciste. È qui che la Repubblica celebra oggi le sue radici, celebra la Festa della Liberazione”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto in occasione della Festa della Liberazione dal Teatro Toselli, dove si è svolta la cerimonia solenne alla presenza delle autorità e dei 247 sindaci della provincia. “La crisi del Paese esigeva un momento risolutivo, per una nuova idea di comunità, dopo il fallimento della precedente - ha ricordato il capo dello Stato - Si trattava di trasfondere nello Stato l'anima autentica della Nazione. Di dare vita a una nuova Italia. Impegno e promessa realizzate in questi 75 anni di Costituzione repubblicana. Una Repubblica fondata sulla Costituzione, figlia della lotta antifascista” (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE SUL 25 APRILE).

L’omaggio alle località del Cuneese

“L'elenco delle località colpite nel Cuneese compone una dolorosa litania e suona come preghiera. Voglio ricordarle - ha detto Mattarella - Furono decorate con medaglie d'oro, d'argento o di bronzo, o con croci di guerra: Cuneo, l'intera Provincia, Alba, Boves, Borgo San Dalmazzo, Dronero; Clavesana, Peveragno, Cherasco, Busca, Costigliole Saluzzo, Genòla, Trinità, Venasca, Ceva, Pamparato; Mondovì, Priola, Castellino Tanaro, Garessio, Roburent, Paesana, Narzòle, Rossana, Savigliano; Barge, San Damiano Macra, Villanova Mondovì. Alla memoria delle vittime e alle sofferenze degli abitanti la Repubblica si inchina”.

Mattarella cita la lapide di Cuneo: “Ora e sempre Resistenza”

Il capo dello Stato ha poi citato la frase riportata sulla lapide che si trova sul Municipio di Cuneo: “Come recita la lapide apposta al Municipio di questa città, nell'ottavo anniversario dell’uccisione di Galimberti, se mai avversari della libertà dovessero riaffacciarsi su queste strade troverebbero patrioti. Come vi è scritto: ‘Morti e vivi collo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre Resistenza’".

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“Il fascismo portò l'Italia alla catastrofe”

“Dura fu la lotta per garantire la sopravvivenza dell'Italia nella catastrofe cui l'aveva condotta il fascismo - ha ricordato Mattarella - Ci aiutarono soldati di altri Paesi, divenuti amici e solidi alleati: tanti di essi sono sepolti in Italia”. “Dopo l'8 settembre il tema fu quello della riconquista della Patria e della conferma dei valori della sua gente, dopo le ingannevoli parole d'ordine del fascismo - ha proseguito - il mito del capo; un patriottismo contrapposto al patriottismo degli altri in spregio ai valori universali, che animavano, invece, il Risorgimento dei moti europei dell'800; il mito della violenza e della guerra; il mito dell'Italia dominatrice e delle avventure imperiali nel Corno d'Africa e nei Balcani. Combattere non per difendere la propria gente ma per aggredire. Non per la causa della libertà ma per togliere libertà ad altri”.

“Molti morti per servilismo dei collaborazionisti”

Il presidente della Repubblica ha poi sottolineato che “accanto agli ebrei cuneesi che non riuscirono a sfuggire alla cattura, la più parte di loro era di nazionalità polacca, francese, ungherese e tedesca. Si trattava di ebrei che, dopo l'8 settembre, avevano cercato rifugio dalla Francia in Italia ma dovettero fare i conti con la Repubblica di Salò. Profughi alla ricerca della salvezza, della vita per sé e le proprie famiglie, in fuga dalla persecuzione, dalla guerra, consegnati alla morte per il servilismo della collaborazione assicurata ai nazisti”.

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“La Costituzione nacque dove caddero i partigiani”

Mattarella ha citato poi le parole che Piero Calamandrei rivolse a un gruppo di giovani studenti alla Società Umanitaria, a Milano, nel 1955: “Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.

“La Resistenza fu la rivolta morale dei patrioti”

“La Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo per il riscatto nazionale - ha detto ancora Mattarella - Un moto di popolo che coinvolse la vecchia generazione degli antifascisti”. “È dalla Resistenza che viene la spinta a compiere scelte definitive per la stabilità delle libertà del popolo italiano e del sistema democratico - ha aggiunto il capo dello Stato - rigettando le ambiguità che avevano permesso lo stravolgimento dello Statuto albertino operato con il fascismo".

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“Si onora la Resistenza anche pagando le tasse”

"Sulla scia di quei ‘visionari’ che, nel pieno della tragedia della guerra e tra le macerie, disegnavano la nuova Italia di diritti e di solidarietà, desidero sottolineare che onorano la Resistenza, e l'Italia che da essa è nata, quanti compiono il loro dovere favorendo la coesione sociale su cui si regge la nostra comunità nazionale - ha detto Mattarella - Onorano la Resistenza i medici e gli operatori sanitari che ogni giorno non si risparmiano per difendere la salute di tutti. Onorano la Resistenza le donne e gli uomini che con il loro lavoro e il loro spirito di iniziativa rendono competitiva e solida l'economia italiana. Onorano la Resistenza quanti non si sottraggono a concorrere alle spese pubbliche secondo la propria capacità contributiva. Il popolo del volontariato che spende parte del proprio tempo per aiutare chi ne ha bisogno. I tanti giovani che, nel rispetto degli altri, si impegnano per la difesa dell'ambiente. Tutti coloro che adempiono, con coscienza, al proprio dovere pensando al futuro delle nuove generazioni”.

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