La nuova Segretaria Pd "sta portando il suo partito in una posizione estrema a sinistra, non mi convince quello che intende fare", ha detto il leader di Azione, ospite a Start. Sul 25 aprile: "La Meloni è lì perché ci sono istituzioni democratiche nate dalla Liberazione". Sul divorzio del Terzo Polo: "Non penso che Renzi sia un mostro, penso però che siano stati 20 giorni di attacchi contnui a cui io non ho risposto se non su questioni politiche"
"La distanza con Schlein è siderale nel merito". A dirlo è Carlo Calenda che, ospite a Start su Sky TG24, ha parlato anche di fascismo e Festa della Liberazione: "In Italia non c'è un pericolo di ritorno al fascismo. Spero che il governo si riconosca nel fatto che le istituzioni repubblicane nascono dalla Liberazione, la Meloni è lì perché ci sono istituzioni democratiche nate dalla Liberazione". Poi sul divorzio del Terzo Polo: "Non penso che Renzi sia un mostro, penso però che siano stati 20 giorni di attacchi contnui a cui io non ho risposto se non su questioni politiche".
"Schlein sta portando il Pd in una posizione estrema a sinistra"
"Sul salario minimo non ho ancora visto una proposta della Schlein - ha proseguito Calenda - Non mi convince quello che intende fare. Non possiamo restare altri cinquant'anni a fare le guerre su cosa era fascismo". Per il leader di Azione la nuova Segretaria Pd "sta portando il suo partito in una posizione estrema a sinistra, la Meloni resta in una situazione estrema a destra. C'è un centro di elettori a cui bisogna parlare".
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"Il fascismo è un problema culturale"
“Spero che domani sia una festa di tutti gli italiani che sanno che hanno costruito la Repubblica perché insieme agli alleati siamo riusciti a cacciare i nazifascisti”, ha detto ancora Calenda. Poi spiega che in Italia “esiste il pericolo che il fascismo venga considerato culturalmente, ma per ignoranza, è un problema culturale che va combattuto a scuola, portando i ragazzi a capire cos’è stato. Il fascismo è stato complice del crimine più grande che l’umanità abbia mai visto”. Quanto al suo 25 aprile, Calenda annuncia: "Sarò alle 10 al Pantheon con le associazioni partigiane del mondo Azionista e +Europa per una iniziativa per la liberazione e di sostegno al popolo ucraino, e poi porto i miei figli per una visita privata alle Fosse Ardeatine".
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“Terzo Polo? Volevo solo che funzionasse”
“Il divorzio del Terzo Polo lo stiamo pagando nei sondaggi ma soprattutto personalmente, ho fatto questo notte e giorno da quando ci sono state le elezioni, ma non sono in grado di obbligare la controparte a fare qualcosa che non vuole”. Poi aggiunge: “Ci sta che uno a un certo punto cambi idea, ma qui sono iniziati una serie di attacchi che no hanno senso. Io non avevo altro interesse se non far funzionare questa cosa”.
"Per ora i gruppi parlamentari rimangono uniti"
"Per ora i gruppi parlamentari rimangono uniti perchè paradossalmente sul merito delle questioni si lavora bene e continuiamo a farlo. Poi vediamo cosa vuol fare Renzi nella vita. Io quello non lo so, ho rinunciato a capirlo - continua Calenda - Io ho interesse a che la cosa funzioni perchè ci ho messo la faccia ma nessuno è tenuto a fare cose impossibili. Io ho risposto una sola volta con un post sbagliato dai toni troppo forti. La mia linearità in politica mi ha portato a scelte molto faticose, è costosa. Volevo spiegarlo e non sono riuscito. È stato l'unico mio attacco personale a fronte del quale ne ho ricevuti valanghe".
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"Di Maio non lo avrei scelto ma non facciamo battaglie"
Parlando poi della nomina di Luigi Di Maio a inviato Ue nel Golfo Persico, Calenda dice: "Io non lo avrei scelto. Lo ha scelto Borrell. A Di Maio ho visto prendere ogni posizione politica in vista del proprio interesse personale, il che non penso che sia consono a quel tipo di ruolo". "Non lo avrei scelto ma non faremo una battaglia - aggiunge - Se va bene a Borrell... Non penso sia la personalità adatta per quel ruolo che a un certo punto venne rivestito da Tony Blair...".