Numeri, Regionali: l'astensione, il profilo di chi non ha votato e le difficoltà del csx

Politica

Il centrodestra esce sempre più forte dalla tornata elettorale nel Lazio e in Lombardia, anche se sul suo successo pesa il dato della bassa affluenza alle urne, ferma a circa il 40% (contro il 73,1% del 2018). Quanto e come ha pesato il tema della Sanità in Lombardia? Quanto sarà difficile per i partiti di sinistra tenere la guida dei territori con la legge elettorale in vigore? L'analisi di Sky TG24

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I risultati delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia parlano chiaro. I cittadini hanno premiato il centrodestra, rafforzando la posizione del governo Meloni sul territorio italiano (LE MAPPE DEL VOTO) e imponendo una riflessione sul futuro del centrosinistra. Ma sul successo dei partiti di maggioranza pesa comunque l’ombra dell’astensione, che in proporzione ha portato a casa i numeri più alti. In tutto ha votato circa il 40% degli aventi diritto: l’affluenza, rispetto alla tornata elettorale del 2018, è crollata di 30 punti. Nello specifico, in Lombardia ha votato il 41,7% degli elettori, contro il 73,1% nel 2018. In Lazio è andata anche peggio: ha deciso di esprimere la propria preferenza il 37,2% degli aventi diritto. Nel 2018 lo aveva fatto il 66,6%.

I numeri delle regionali in Lazio e Lombardia 2023

In Lazio le urne hanno premiato Francesco Rocca con il 53,9% dei voti, oltre 20 punti il candidato di centrosinistra, l’assessore alla Sanità uscente Alessio D’Amato (33,5%). I cittadini lombardi hanno invece confermato Attilio Fontana alla guida del Pirellone, con il 54,7% delle preferenze. Staccato di molto Pierfrancesco Majorino, nome proposto dall’alleanza Pd-M5S, che si è fermato al 33,9%.

Quanto ha influito l’emergenza Covid-19 sui risultati in Lombardia

Prima del voto, si era molto discusso di quanto la gestione dell’emergenza Covid da parte di Fontana avrebbe influito sulla sua potenziale conferma. Poco, guardando ai risultati. Anzi: ad Alzano Lombardo, Codogno e Nembro - tre Comuni simbolo dei primi momenti della pandemia – il governatore ha aumentato i propri consensi. Secondo Lorenzo Pregliasco, direttore di Quorum/YouTrend, più che il Covid-19 la “questione più programmatica” in Lombardia è stata laSanità in generale: “Tra coloro che avevano più a cuore la sanità, Majorino ha ottenuto più voti di Fontana, segno che comunque quello era un punto particolarmente debole per il centrodestra e per il presidente”. Da sottolineare poi, continua Pregliasco, che il parere dei lombardi rilevato da YouTrend sulla gestione Covid della giunta Fontana non è poi così negativo: “L’interpretazione che forse se ne può fare è che per molti lombardi in questa fase prevalga il giudizio sulla vaccinazione, che in Lombardia è stata piuttosto rapida, più che sulla primissima fase di gestione della pandemia”.

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I dati sull’astensionismo in Lombardia

Si è detto che molti elettori hanno deciso di non votare perché il risultato era già scontato. Analizzando i dati forniti da Quorum/YouTrend non sembra essere esattamente così. Restando in Lombardia, ad esempio, se è vero che quasi la metà del totale degli elettori (49%) prevedeva la vittoria di Fontana, i numeri scendono tra chi invece alla fine si è astenuto (37%). Significa che chi non è andato a votare era meno sicuro della vittoria di Fontana di chi ci è andato. Guardando la questione in un altro modo: due elettori lombardi su tre (67%) si dicevano sicuri sul nome di chi avrebbe vinto, mentre tra gli astenuti la percentuale scende al 50%. 

La seduta del Consiglio Regionale di Regione Lombardia a Palazzo Pirelli a Milano, 15 novembre 2022.ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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I dati sull’astensionismo nel Lazio

Lo stesso emerge analizzando i dati che provengono dal Lazio. Qui, era il 55% del totale degli elettori a dirsi sicuro di chi avrebbe passato il turno. Tra gli astenuti, i numeri scendono invece al 38%.

Francesco Rocca, neo presidente della Regione Lazio, all'interno del suo comitato elettorale, Roma, 13 febbraio 2023.
ANSA/ FABIO FRUSTACI

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Il profilo degli astenuti

Chi è il cittadino che ha deciso di non votare e in cosa si differenzia rispetto all’elettore? Le differenze sono minime: l’8% degli astenuti risulta essere un lavoratore autonomo, con la stessa identica percentuale di chi ha votato. I disoccupati sono all’8% tra gli astenuti e al 7% tra gli elettori, le casalinghe al 14% nel primo caso e all’11% nel secondo, gli studenti al 3 e al 4%, i dipendenti pubblici al 14 e al 12%, quelli privati al 31 e al 33%. Lo stesso si può dire analizzando i titoli di studio. “Sembra effettivamente un’astensione trasversale a livello sociodemografico. Non ci sono aree o profili sociali particolarmente propensi all’estensione in questa occasione, nel senso che l’astensione è stata così di massa che ha riguardato un pochino tutti”, commenta Pregliasco. “Detto questo – continua – è ragionevole pensare che l’astensione nel Lazio abbia penalizzato di più il centrosinistra. Questo lo si legge anche attraverso il risultato a Roma, nonché dal fatto che le prime analisi dei flussi mostrano che più che grandi spostamenti tra un candidato e l’altro ci sono state situazioni di astensione asimmetrica, più forte tra gli elettori del centrosinistra che del centrodestra”. 

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La mappa dell’esito

Con la vittoria in Lombardia e Lazio, che si vanno ad aggiungere così ai territori già governati dalla maggioranza di governo, sembra che con l’attuale legge elettorale regionale, finché nel centrosinistra resterà la frammentazione politica di adesso, il centrodestra potrebbe riuscire a conquistare quasi tutta Italia. “Tutta o quasi”, dice Pregliasco, che ricorda come le più recenti esperienze elettorali hanno dimostrato che alcuni territori – Toscana ed Emilia-Romagna – “rimangono veramente complessi per il centrodestra”, anche in un contesto politico sfavorevole alla sinistra. Tuttavia, va notato come il Lazio sia emblematico di uno spostamento italiano verso destra. Se la vittoria in Lombardia non sorprende, perché è dal 1985 che il centrosinistra non vince, “il Lazio è tipicamente una Regione che in alcuni casi vota il centrosinistra e in altri il centrodestra”. Aver perso “così male” un territorio governato finora – da un nome importante come quello dell’ex segretario dem Zingaretti -  “è molto indicativo della difficoltà che con questo sistema elettorale ha il centrosinistra”, conclude Pregliasco.

Letizia Moratti alla presentazione del ventiquattresimo rapporto sull'economia globale e l'Italia presso Assolombarda a Milano, 28 gennaio 2020.ANSA/Mourad Balti Touati

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