Il ministro dell'Interno intervistato dal Corriere: "Risultato limpido, senza retroscena. Chi cerca di banalizzarlo e metterlo in dubbio fa un grave errore". E sulle intercettazioni chiarisce: "Strumento fondamentale per i reati di mafia"
"Questo arresto è un risultato limpido, senza retroscena. Chi cerca di banalizzarlo e minimizzarlo, di metterlo in dubbio, di mortificarlo, fa un grave errore commesso in malafede". In una intervista al Corriere della Sera, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi fa il punto sull'arresto avvenuto lunedì del super boss di Cosa nostra (LO SPECIALE DI SKY TG24). "Le manette ai polsi di Matteo Messina Denaro - sottolinea - le ha messe solo un lungo e duro lavoro investigativo portato avanti da unità dedicate con metodi di indagine tradizionali senza fronzoli e senza fantasie. Il merito e il plauso vanno ai magistrati e a tutti gli appartenenti alle forze di polizia che hanno svolto un grande lavoro per assicurare alla giustizia tanti fiancheggiatori di Messina Denaro. Lo Stato in questi anni ha lottato per questo storico risultato e ha vinto mettendo a sistema tutte le sue energie".
"Le forze di polizia del nostro Paese sono una squadra - afferma il titolare del Viminale - una delle più forti del mondo. Da sempre si vince e si gioca tutti insieme. La vittoria dell'operazione che si è conclusa con l'arresto è stata celebrata anche all'estero: Quando con il capo della polizia abbiamo saputo "dell'arresto eravamo ad Ankara e mi ha colpito il ministro Suleyman Soylu che ha gioito con noi. D'altronde, la lotta contro la criminalità non ha confini e non ha colori politici. E' una vittoria di tutti. Interpretare questo successo con la logica delle divisioni non porta da nessuna parte", sostiene Piantedosi.
"Intercettazioni per reati di mafia sono fondamentali"
In merito alla fermezza di Giorgia Meloni nel difendere l'ergastolo ostativo Piantedosi precisa: "Una scelta giusta e chiara contro la mafia". "La Costituzione, però, prevede che la pena debba essere anche riabilitativa? Lo Stato ha ingaggiato una guerra contro la mafia che non può concedere al nemico dei vantaggi. Alla luce di questo vanno effettuate anche le valutazioni di ordine costituzionale", ha sottolineato il ministro parlando al quotidiano La Stampa. Sul tema intercettazioni, Piantedosi ha poi ribadito: "Le intercettazioni per i reati di mafia rappresentano uno strumento fondamentale e nessuno le ha mai messe in discussione. Né ha espresso intenzione di limitarle. La lotta alla criminalità è al primo punto dell'agenda politica del governo Meloni".