Manovra 2023, Calenda: “Pronti ad aiutare governo, chiediamo un incontro”

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Lo ha detto il leader di Azione in conferenza stampa al Senato, annunciando la contromanovra del Terzo Polo, "idee concrete per impegnare le risorse a parità di fondi"

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“Orgogliosa del lavoro di questo governo e di una manovra scritta in tempi record”. Lo ha scritto sui social il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, una volta approvata dal Cdm la manovra economica da 35 miliardi per il 2023. A stretto giro, è arrivata la proposta di Carlo Calenda, leader di Azione, di un incontro con il premier "perché è una manovra estremamente lacunosa". "Noi - ha detto Calenda in conferenza stampa al Senato - abbiamo una contromanovra con più investimenti, più welfare e meno mance. Lei è nuova nel ruolo e credo vada aiutata, non solo contestata. Noi siamo disponibili”.

La manovra "una presa in giro per gli elettori di destra"

“Oggi presentiamo la nostra contromanovra: idee concrete per impegnare le risorse a parità di fondi”, ha proseguito Calenda, sottolineando come il giudizio complessivo sulla manovra del governo è che si tratti di “una grande presa in giro per gli elettori della destra, tutte le promesse elettorali sono state disattese”, ha proseguito. Entrando poi nel dettaglio, il leader di Azione ha sottolineato che “le misure sulle pensioni su cui ha puntato Berlusconi si concretizzeranno in 6 euro al mese”. Mentre, la “promessa di abolire la legge Fornero si è trasformata in un intervento idiota. Non ci sono investimenti industriali. Non c'è niente”, ha commentato ancora. “Dei 35 miliardi della manovra gli ultimi 15 dove li trovano? La pressione fiscale aumenterà. L'unico governo in cui non è avvenuto è il governo Renzi”, ha riferito ulteriormente.

La controproposta del Terzo Polo sul Rdc

E sul reddito di cittadinanza: “Avevano detto 'aboliamo il Rdc' e poi non sanno come farlo. Allora io chiedo a Meloni, se è così, che hai fatto all'opposizione? Il Terzo polo, nella sua controproposta di manovra, ha spiegato, che “il reddito di cittadinanza nel 2021 è costato circa 8,4 miliardi di euro e ha coinvolto 2,5 milioni di persone. La componente di politiche attive ha largamente fallito: solo il 42,5% delle persone abili al lavoro sono prese in carico dai centri per l'impiego. Solamente il 10% degli abili al lavoro (senza già un'occupazione) trova lavoro". L’idea per tutti coloro che lo percepiscono sarebbe allora quella di “far gestire il RdC dai comuni in linea con quanto previsto dal Rei, spostare la componente del RdC relativa ai figli sull'assegno unico, togliere il sussidio agli under 40 senza figli” e, poi, ancora, “abilitare le agenzie private per il lavoro a formare e trovare lavoro ai percettori e prevedere incentivi non economici per cercare lavoro”.

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