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Elezioni 2022, Decaro fa autocritica: "Pd da rifondare"

Politica
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"Basta con questo esercizio del potere per il potere. Basta con l'autoconservazione come unico scopo della politica", afferma il sindaco di Bari e presidente Anci, dopo la sconfitta del suo partito "O saremo capaci di ritornare a parlare alle persone o la sconfitta perpetua alle elezioni politiche sarà il nostro ineluttabile destino"

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"In queste ore sarebbe troppo facile sparare a zero sul segretario nazionale del Pd. E sarebbe inutile. È l'intero modello su cui il Pd si fonda che va smantellato. Basta con i capi corrente che fanno e disfano le liste a propria immagine e somiglianza": ad affermarlo è il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, dopo la sconfitta del Pd alle elezioni - il segretario Enrico Letta ha annunciato che non si ricandiderà - e la vittoria di Giorgia Meloni. "Basta con questo esercizio del potere per il potere. Basta con l'autoconservazione come unico scopo della politica". Decaro ammette che il suo partito debba avvicinarsi ai cittadini: "O saremo capaci, finalmente, di azzerare questi meccanismi perversi e di ritornare a parlare alle persone -sottolinea- o la sconfitta perpetua alle elezioni politiche sarà il nostro ineluttabile destino".

 

"Ha perso la nostra idea politica"

Decaro ammette la sconfitta del suo partito: "Ha perso il Partito Democratico. Ha perso questa coalizione di centrosinistra. Ha perso l'idea di politica e di Paese che abbiamo proposto agli italiani. Abbiamo perso. E guai se l'analisi del voto, a qualsiasi livello, non partisse da queste due parole. Saremmo di fronte all'ennesimo stratagemma retorico per provare a giustificarci falsificando la realtà". "Ha vinto, invece, l'idea di Paese del centrodestra. E quindi - sottolinea Decaro - come è giusto che sia in una democrazia, tocca a loro, adesso, governare". "In questo scenario - scrive su Facebook - il risultato barese potrebbe oggi farmi pronunciare la classica frase da talk show del giorno dopo: 'Il Pd  ha retto'. Ma non è questo il mio stile. Non è questa la mia idea di politica. Io, come sempre, quando vi incontro per strada voglio potervi guardare negli occhi. E potervi parlare in faccia. Con il rispetto, reciproco, che tra noi c'è sempre stato". "E quindi - conclude - non posso che riconoscere, anche qui a Bari, la nostra sconfitta. Per trarre da essa insegnamento, metabolizzarla e andare avanti".

"Si torni alle preferenze"

"Si torni alle preferenze e lo si faccia subito. Questa deve essere la prima battaglia che il Partito democratico deve intraprendere nei prossimi mesi", afferma il sindaco di Bari. "Il Partito democratico - rileva - perde tutte le elezioni politiche nazionali dal 2008. Mentre nelle elezioni locali, non solo riesce a vincere, ma, soprattutto, riesce a tessere una relazione solida, coerente e responsabile con i cittadini. Sindaci e amministratori del Pd governano il 70% dei Comuni italiani, e si dimostrano quotidianamente capaci di amministrare e di proporre un'idea politica seria. E le vittorie elettorali ne sono la conseguenza". "Perché - evidenzia il sindaco - in quelle elezioni i cittadini hanno la possibilità di scegliere direttamente i propri rappresentanti e di chiedere loro conto, quotidianamente, di quello che promettono in campagna elettorale e di come lo realizzano una volta diventati amministratori".  Meccanismo "virtuoso di fiducia e controllo" che, rimarca il sindaco, "nelle elezioni per il Parlamento salta completamente. E ci ritroviamo deputati e senatori che non sanno nemmeno trovare sulla carta geografica i paesi nei quali vengono eletti. Solo perché fedelissimi ai leader di partito, o a qualche capo-corrente".

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