
Elezioni, nel 1948 le prime politiche in Italia. La storia di 75 anni di affluenza
Il 18 aprile di 75 anni fa gli italiani andarono per la prima volta alle urne dopo l'entrata in vigore della Costituzione. Nei decenni a seguire la partecipazione degli elettori ha registrato una cifra record nel 1976 - 93,39% di votanti -, poi i numeri sono progressivamente diminuiti fino al 73% del 2018 e al 63,9% del 2022. Storicamente, il Nord Italia vota più del Mezzogiorno, mentre la “classifica” della partecipazione al voto vede in testa l'Emilia Romagna
Il 18 aprile del 1948 gli italiani andarono alle urne per le prime elezioni politiche, dopo l'entrata in vigore della Costituzione. Ai seggi si presentò il 92% degli aventi diritto, quasi 27 milioni di persone. Ma nella storia del nostro Paese, elezione dopo elezione, la partecipazione elettorale è diminuita progressivamente e implacabilmente
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Le prime elezioni politiche del 1948, come detto, videro un'affluenza del 92 per cento degli aventi diritto. Fino al 1979, l'affluenza fu sempre superiore al 90 per cento, raggiungendo picchi del 93,39 per cento il 20 giugno 1976. Nel 1983 si è scesi per la prima volta sotto il 90 per cento: l'affluenza si fermò all'88 per cento. Nelle tre tornate elettorali che seguirono, la percentuale dei votanti oscillò tra l'85 e l'89 per cento, per poi scendere all'83 per cento nel 1996 e all'81 per cento nel 2001
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Nel 2006 si è registrata una leggera risalita con un'affluenza alle urne dell'83 per cento e un successivo calo all'81 per cento nel 2008. Nelle due elezioni politiche successive poi ancora un calo: nel 2013 ha votato il 75 per cento degli elettori e nel 2018 il 73 per cento
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Alle ultime elezioni del 2022, l'affluenza è scesa ancora al 63,9%, circa il 9% in meno rispetto alle precedenti. È il dato più basso dell’intera storia repubblicana per quanto riguarda le elezioni politiche. Non si tratta solo di un record negativo in termini assoluti, ma anche del calo più forte che si sia mai verificato tra due tornate elettorali successive

Non tutte le regioni, tuttavia, fanno registrare gli stessi numeri riguardanti l'astensionismo. Storicamente, il Nord Italia vota più del Mezzogiorno, mentre la “classifica” della partecipazione al voto vede in testa l'Emilia Romagna
Verso il voto, lo speciale di Sky TG24Il Mezzogiorno ha sempre avuto un'affluenza minore rispetto alla media nazionale, superata da quella registrata nelle altre tre macroaree del Paese. Nel 2022 i cali più importanti dell'affluenza rispetto al 2018 si sono registrati in Campania, Calabria, Molise, Basilicata e Sardegna
L'affluenza del Nord-Est è invece stata sempre maggiore a quella nazionale, arrivando a essere pari al 109 e al 107 per cento nel 2013 e nel 2018. Allo stesso tempo, va considerato che tra il 2013 e il 2018 l'affluenza è rimasta uguale nel Sud (67%), nonostante sia scesa nel Centro (da 78 a 75%), nel Nord-Est (da 81 a 78%) e nel Nord-Ovest (da 89 a 76%). Nel 2022 le regioni che hanno registrato il minor calo dell'affluenza sono Lazio, Lombardia, Sicilia (considerando che qui si sono svolte anche le elezioni regionali), Toscana e Friuli-Venezia Giulia
Guardando a tutte le elezioni tenutesi in Italia, l'Emilia-Romagna è la regione che in media registra la maggiore affluenza, mentre la Calabria è la regione con quella minore. Poco sotto l'Emilia-Romagna ci sono Lombardia, Toscana e Veneto, mentre poco sopra la Calabria ci sono Molise, Sicilia e Campania. La regione che registra l'affluenza più simile alla media nazionale è invece la Liguria
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