In un'intervista al Quotidiano Nazionale, il presidente uscente della Camera racconta la decisione di tornare a fare politica nella sua città: "Importante l'azione sul territorio". Poi le lodi a Mattarella: "Una guida sicura, gli sono grato". Critico invece su Draghi e il governo: "Non ha voluto affrontare nodi che erano rimasti irrisolti"
Da attivista della prima ora a presidente della Camera e poi di nuovo a militante. È la parabola di Roberto Fico, che da parlamentare di punta del Movimento Cinque Stelle si prepara a tornare alla politica del territorio dopo le elezioni del 25 settembre per effetto della regola del doppio mandato. A confermarlo è lui stesso, che in un’intervista al Quotidiano Nazionale svela la decisione di ripartire da dove tutto è cominciato: la sua Napoli. “Me ne vado a testa alta e voglio esserci per la mia città” fa sapere, sottolineando quanto i suoi due mandati tra i pentastellati siano stati segnati dal “legame con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella”. Critico invece su Mario Draghi e la caduta del suo governo: “Crisi vissuta facendo un passo indietro, ma la maggioranza non ha voluto affrontare nodi irrisolti”.
“Doppio mandato giusto”
"Il futuro non mi preoccupa: sono tranquillissimo e la vivo bene. È dal 2005 che lavoro prima con i meetup e poi nel Movimento e continuerò a svolgere attività rilevanti nel Ms5. È importante esserci anche sul territorio, a Napoli, nella mia città". Questo lo spirito con cui si appresta a vivere la nuova avventura Fico. Nessun dubbio, da parte sua, neppure sul doppio mandato che lo ha ˈcostrettoˈ a lasciare il Parlamento: "È una regola fondante che ho condiviso dall’inizio. In un momento storico in cui alcuni cercano sbocchi e candidature in altri partiti, dimenticando il patto che hanno fatto con gli elettori, io vi resto invece fedele”.
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Il rapporto con Mattarella
Nell’analizzare i tratti salienti della sua esperienza come terza carica dello Stato, Fico non manca di sottolineare il legame con il presidente della Repubblica: "Parlo poco del Quirinale per rispetto del ruolo e dell’istituzione. Posso dire, però, che non solo c’è stato sempre un rapporto istituzionale molto forte ma che Mattarella è stato un punto di riferimento essenziale per me e per tutto il Paese”. “Da parte mia c’è riconoscenza: nei momenti più difficili è stato sempre una guida sicura. Gli sono grato", aggiunge.
La crisi di governo
Fico si mostra invece più tiepido nei confronti del premier uscente Mario Draghi e della crisi che ha portato alle sue dimissioni. "Da presidente della Camera - dice Fico - sono stato un passo indietro rispetto a certe dinamiche puramente politiche. Penso, però, che con l’avvicinarsi delle elezioni ogni partito di maggioranza abbia tenuto a marcare la propria identità”. Poi la frecciata: “Nel momento in cui si mettono sul tavolo i nodi, questi vanno affrontati e mi sembra che la maggioranza non abbia voluto affrontare quelli posti dal Movimento".
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Il futuro del Movimento
"La mia sensazione è positiva e i sondaggi dicono che siamo in crescita. Ma ciò che più considero è quello che vedo andando in giro: c’è entusiasmo. Al Sud ma non solo. Il Movimento è in connessione con il Paese su una prospettiva progressista e ambientalista. Chi ha pensato che fosse una barca che affondava, è andato via". Così intravede il futuro del Movimento Fico, che poi non risparmia lodi alla leadership di Giuseppe Conte: “Sta facendo un ottimo lavoro e dimostrando un grande spirito battagliero”. Dubbi, invece, sul tema alleanze e in particolare su quella con il Partito democratico: "Si vedrà. Ora non è possibile: le cose sono andate come sono andate e ognuno fa la sua campagna".