Le influenze russe agitano la campagna elettorale. Letta attacca, Salvini: "Fake news"

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Un articolo de La Stampa rivela il presunto retroscena: Oleg Kostyukov, “importante funzionario dell'ambasciata russa” in Italia, avrebbe chiesto ad Antonio Capuano, consigliere per i rapporti internazionali del leader della Lega, se i ministri leghisti fossero “intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo Draghi”. Salvini: “Sono fesserie”. Di Maio chiede spiegazioni. Letta: “Vogliamo sapere se è stato Putin a far cadere il governo. Se così fosse sarebbe una cosa di una gravità senza fine”

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Mosca era interessata alle vicende del governo italiano e alla sua possibile destabilizzazione. A dirlo è La Stampa, che rivela il presunto retroscena in un articolo firmato da Jacopo Iacoboni. In particolare, nel pezzo si parla dei contatti avuti dal consigliere per i rapporti internazionali del leader della Lega Matteo Salvini, Antonio Capuano, con Oleg Kostyukov, “importante funzionario dell'ambasciata russa” in Italia. Quest’ultimo avrebbe chiesto a Capuano se i ministri leghisti fossero “intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo Draghi”. “Sono fesserie, fake news”, ha replicato Salvini. Mentre Luigi Di Maio ha chiesto spiegazioni ed Enrico Letta ha definito le rivelazioni del giornale “inquietanti”. Pd e Iv hanno chiesto nell'Aula della Camera una informativa urgente sulla vicenda. Il sottosegretario Franco Gabrielli, Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica: attribuzioni a intelligence “prive di ogni fondamento” (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA SULLA GIORNATA POLITICA - TUTTI I VIDEO SULLE PROSSIME ELEZIONI - LO SPECIALE SULLA CRISI).

Le rivelazioni de La Stampa

Nell’articolo, La Stampa riporta stralci di documenti dell'intelligence, con i colloqui tra il consigliere del Carroccio e il funzionario di Mosca avvenuti due mesi prima della caduta del governo, nel periodo in cui Lega e Movimento Cinque Stelle si schieravano contro un nuovo invio di armi all'Ucraina. “Il diplomatico, facendo trasparire il possibile interesse russo a destabilizzare gli equilibri del governo italiano con questa operazione, avrebbe chiesto se i ministri della Lega fossero intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo”, scrive il giornale torinese citando fonti dell'intelligence. Secondo il quotidiano, Kostyukov sarebbe l'uomo che comprò i biglietti della missione, poi saltata, di Matteo Salvini a Mosca.

Le conversazioni tra Capuano e Kostyukov

La Stampa ricostruisce le fasi di quei rapporti, osservando che le conversazioni tra Capuano e Kostyukov sulla situazione del governo italiano sarebbero avvenute tra il 27 e il 28 maggio, mentre il giorno prima, il 26, il presidente del Consiglio Mario Draghi tentava di sbloccare la crisi del grano parlando al telefono con Putin. La Stampa aggiunge che, nei documenti dell'intelligence che ha potuto visionare, Kostyukov è indicato come “vicario dell'ufficio politico dell'ambasciata russa a Roma”, mentre Capuano è indicato come “ex deputato napoletano di Forza Italia, oggi non più parlamentare, che in passato sostenne di aver aiutato l'allora ministro Frattini in alcuni dossier internazionali”.

Matteo Salvini arriva a Palazzo Madama per la riunione con i senatori della Lega, Roma, 5 Luglio 2022. ANSA/GIUSEPPE LAMI

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La missione di Salvini a Mosca

Nei documenti citati dal quotidiano, poi, si parla a lungo dei contatti con i russi per l'organizzazione della missione di Salvini a Mosca. Ai primi di maggio 2022 Capuano sarebbe stato contattato “da una esponente del partito di Putin Russia Unita che, informata della missione programmata, si sarebbe offerta di supportare il consulente di Salvini nell'organizzazione della trasferta, suggerendogli in prima battuta di prelevare il denaro necessario per effettuare tutti i pagamenti previsti, da convertire in rubli in loco, essendo inutilizzabili carte di credito e bonifici bancari. in tale contesto – prosegue il documento – il consulente avrebbe riferito di incontri già fissati con il ministro Sergej Lavrov, con il quale sarebbe stato programmato un pranzo per il 6 maggio, e con il presidente della camera Alta dell'Assemblea federale russa Valentina Matvienko”.

Gli incontri di Salvini

Nell'articolo si citano poi altri due incontri di Salvini. Il 19 maggio con l'ambasciatore russo, “con il quale – prosegue il giornale citando le carte degli 007 italiani – avrebbe discusso anche dell'eventuale viaggio di Papa Francesco in Russia, ravvisando uno spiraglio circa la possibilità che esso si concretizzi alla luce della disponibilità del diplomatico, che avrebbe unicamente posto una non meglio identificata condizione, ritenuta però superabile”. Il secondo incontro è invece quello del 27 maggio in Vaticano con il Segretario di Stato Parolin, insieme a Capuano. La stessa sera l'ambasciata russa “manda per sms” al consigliere di Salvini i biglietti aerei per Mosca e conferma che martedì 31 ci sarà un incontro anche con l'ex premier Medvedev. Secondo i documenti citati da La Stampa, Capuano sarebbe stato contattato anche “da un soggetto dell'ambasciata americana a Roma, che si sarebbe detto molto interessato al viaggio del senatore Salvini a Mosca, pur non avendone ancora compreso la reale finalità. Capuano avrebbe risposto di non poter fornire dettagli” e avrebbe, scrive il quotidiano, rinviato a un incontro per il leader leghista “con esponenti di altissimo livello a Washington” dopo la missione. Gli americani avrebbero poi continuato a “tenere discretamente d'occhio la vicenda” senza dare seguito alle richieste dell'esponente della Lega, finché l'idea del viaggio a Mosca non tramonta e cominciano invece le settimane che portano alla caduta del governo Draghi a fine luglio. La Stampa conclude che “fanno impressione a rileggerle in questa luce” alcune parole del discorso del presidente del Consiglio Draghi nel suo ultimo intervento in Senato. “In politica estera abbiamo assistito a tentativi di indebolire il sostegno del governo verso l'Ucraina, di fiaccare la nostra opposizione al disegno del presidente Putin”.

Matteo Salvini

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L’intervento di Gabrielli

"Le notizie apparse sul quotidiano La Stampa, circa l'attribuzione all'intelligence nazionale di asserite interlocuzioni tra l'avvocato Capuano e rappresentanti dell'Ambasciata della Federazione Russa in Italia per far cadere il governo Draghi, sono prive di ogni fondamento come già riferito al Copasir, in occasione di analoghi articoli, apparsi nei mesi scorsi", ha dichiarato l' Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, il sottosegretario Franco Gabrielli.

Salvini: “Sono fesserie”

"Sono fesserie. Io ho lavorato e lavoro per la pace e per cercare di fermare questa maledetta guerra. Figurati se vado a parlare di ministri e viceministri, mi sembra la solita fantasia su cui c'é Putin, c'è il fascismo, il razzismo, il nazismo, il sovranismo. Non penso che Putin stia dietro al termovalorizzatore di Roma", ha replicato Salvini a Radio 24. "Se da sinistra, e alcuni giornali, faranno la campagna elettorale per due mesi su fascismo, razzismo, sui russi, i cinesi, non fanno un buon servizio agli italiani", ha aggiunto. Più tardi ha detto ancora: "La crisi di governo è stata dettata dalla Russia? Siamo seri, a breve ci sarà una smentita a livello istituzionale", è "gravissimo che si diffondono fake news".

Le altre reazioni

"Le ombre russe sulla crisi governo? Sono questioni molto preoccupanti", "noi chiediamo spiegazioni, le chiedo io a Salvini: deve spiegare che rapporti ha con la Russia", ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Ha parlato di un "allarme che deve essere massimo" e di una "attenzione" da prestare alle "influenze russe sulla campagna elettorale". È intervenuto anche il leader del Pd Enrico Letta: "Le rivelazioni sui legami tra Salvini e la Russia di Putin sono inquietanti, la campagna elettorale inizia nel modo peggiore, con una grandissima macchia su questa vicenda. Vogliamo sapere se è stato Putin a far cadere il governo Draghi. Se così fosse sarebbe una cosa di una gravità senza fine". Letta ha annunciato che interesserà del tema il Copasir e preparerà interrogazioni parlamentari. Poco dopo, Lia Quartapelle del Partito democratico e Gennaro Migliore di Italia viva hanno chiesto nell'Aula della Camera una informativa urgente sulla vicenda. "La possibilità di un'ingerenza della Russia nelle prossime elezioni è qualcosa di concreto e vicende simili si sono verificate nel passato, con la campagna referendaria di Renzi. L'Italia ha gli strumenti per garantire la legalità del voto e questi strumenti vanno tutti attivati. Come Copasir lavoriamo da mesi per tutelare la nostra democrazia: siamo pronti a intervenire per contrastare ogni eventuali illegalità. Porterò la questione all'attenzione del Comitato in modo da mettere in sicurezza il voto del prossimo 25 settembre", ha commentato il senatore Iv, segretario del Copasir, Ernesto Magorno. "Se ci imbarazza l'inchiesta sui legami tra Lega e Russia? Le questioni di carattere internazionale vanno chiarite e approfondite. Noi non siamo imbarazzati rispetto a nulla, l'Italia è dalla parte dell'Occidente. Noi siamo al fianco dei nostri alleati", ha detto invece il capogruppo di FdI alla Camera Francesco Lollobrigida.

hero copasir

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