Salvini su Meloni premier: “Lasciare la scelta agli italiani e non a logiche di partito”

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Il leader della Lega in un’intervista a Radio 24 ha risposto "E perché dovrei?” alla domanda se ha qualcosa in contrario all’ipotesi che Meloni diventi presidente. “È passata la linea del buon senso, chi prende un voto in più ha l'onere e l'onore di indicare il premier. Si chiama democrazia”, ha aggiunto. Sulla situazione internazionale: "Siamo orgogliosamente alleati ai Paesi liberi occidentali democratici. Questo non significa non voler buoni rapporti con Putin. Quindi l'Alleanza atlantica non è in discussione”

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"E perché dovrei?”. Matteo Salvini, intervistato a Radio 24, ha riposto così alla domanda se ha qualcosa in contrario all'ipotesi che Giorgia Meloni diventi il prossimo presidente del Consiglio. “Se la Lega prende un voto in più l'indicazione la darà Salvini, se Berlusconi prenderà un voto in più l'indicazione la darà lui. Lasciare la scelta agli italiani e non a logiche di partito, a strane alchimie e algoritmi, più semplice di così?”, ha aggiunto. Il leader della Lega, poi, ha frenato sui risultati delle urne: “Non c'è nessuna vittoria scontata il 25 settembre: 66 milioni di italiani decideranno se il futuro è quello del Pd, dei 5 Stelle o quello della Lega e del centrodestra” (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA SULLA GIORNATA POLITICA - TUTTI I VIDEO SULLE PROSSIME ELEZIONI - LO SPECIALE SULLA CRISI).

Salvini: “È passata la linea del buon senso”

Secondo Salvini, riguardo all’accordo sulla premiership raggiunto nel vertice del centrodestra di ieri (il partito che prenderà più voti il 25 settembre avrà la “prelazione” sul nome del prossimo premier), è riduttivo dire che sia passata la linea di Fratelli d’Italia. “È passata la linea del buon senso, in tre ore abbiamo trovato un accordo su tutto il programma. Non è la linea di Meloni, Salvini o Berlusconi, non è di uno, ma chi prende un voto in più ha l'onere e l'onore di indicare il premier. Si chiama democrazia, buon senso, matematica. Mentre a sinistra non si è ancora capito nulla, noi siamo alla fase programma”, ha detto.

Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni seduti accanto e sorridenti sotto la mega tela della Battaglia di Lepanto che campeggia nella sala Salvadori di Montecitorio, 27 luglio 2022. E' un'immagine dei leader del centrodestra diffusa dallo staff della Lega durante il vertice della coalizione riunita in versione allargata in vista delle prossime elezioni, e ospitata negli spazi della Lega alla Camera.   ANSA / Ufficio stampa Lega  +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

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"lo sono un alleato affidabile per gli italiani”

A proposito del programma, Salvini ha spiegato che c’è un cantiere aperto per definirlo e che, come stabilito nel vertice della coalizione, sarà unico per il centrodestra e si affiderà a un comitato. "La struttura è già quasi operativa. Dentro ci sono i tre leader e due tecnici per ciascun movimento, ma i temi sono già lì", ha detto. Tra le priorità ha citato la flat tax, la pace fiscale ("Rifarla è una nostra proposta"), le pensioni con lo stop alla legge Fornero. Ai microfoni di Radio24, poi, il leader del Carroccio ha risposto a una domanda su eventuali sospetti di lealtà rispetto a Giorgia Meloni: "lo sono un alleato affidabile per gli italiani, per Meloni, per Berlusconi. La Lega sta governando tre quarti delle regioni italiane. Quindi più eletti e affidabili di così… Io vado a processo perché ho mantenuto il mio impegno di bloccare gli sbarchi, la prossima udienza è il 16 settembre, mentre adesso ne arrivano a centinaia e questa è un'emergenza nazionale". "Io quello che dico cerco di farlo, quindi non vedo l'ora che arrivi il 25 settembre", ha aggiunto.

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Salvini: europeisti e atlantisti, ma "non significa non voler buoni rapporti con Putin”

Salvini ha parlato anche della situazione internazionale. "La politica internazionale prescinde dai governi, siamo orgogliosamente alleati ai Paesi liberi occidentali democratici. Questo non significa non voler buoni rapporti con Putin. Quindi l'Alleanza atlantica non è in discussione", ha detto. "Sicuramente, a differenza di qualche altro Paese europeo belligerante a prescindere, io preferisco un'Italia dialogante e mediatrice", ha aggiunto. E ha confermato che ciò vale anche rispetto alla Russia e alle sue responsabilità nella guerra in Ucraina: "La guerra finirà. Chi ha sbagliato pagherà, ci sono i tribunali". Sui presunti contatti, a fine maggio, tra il suo consulente Antonio Capuano e funzionari dell'ambasciata russa per avere informazioni riguardo al sostegno al governo Draghi, ha concluso: "Fesserie, sono fesserie. Io ho lavorato e lavoro per la pace, contro una guerra che sta provocando morti e problemi economici per tutti".

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