Decreto Ucraina, governo pone la fiducia. I partiti trattano su 2% spesa militare

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Il provvedimento arriva in Aula senza relatore, e decade così l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia sull’aumento della spesa militare. Il voto giovedì mattina per il via libera definitivo. Dopo lo scontro sul tema tra il premier Draghi e il leader del M5s Conte, si tratta sui tempi e sui modi dell’aumento delle risorse

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Sembra essere stata trovata la quadra nella maggioranza di governo sul decreto Ucraina: sul provvedimento il governo pone la fiducia e il testo va in Aula senza il fardello di un ordine del giorno sull'aumento delle spese militari al 2% del Pil entro il 2024. Una soluzione resasi necessaria dopo lo scontro tra il premier Mario Draghi e il leader 5 Stelle Giuseppe Conte proprio sul tema delle spese militari. Il governo dovrebbe così riuscire a portare a casa il provvedimento per gli aiuti all'Ucraina senza timore di strappi (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE DI SKY TG24 - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE)

Conte: “No crisi di governo, soluzione di buon senso”

Giuseppe Conte e il Movimento sono così riusciti a "sminare" la trappola messa in Commissione da FdI e dal governo che aveva accolto il suo ordine del giorno sul 2%. Senza dover fare marcia indietro e anzi, ottenendo un'apertura sulla richiesta di gradualità per arrivare all'obiettivo del 2%. "Vi posso assicurare che il M5s continuerà a lavorare non per la crisi di governo ma per una soluzione di buon senso”, ha spiegato Conte che, dopo aver contestato i numeri forniti dal governo sull'andamento negli anni delle spese per gli armamenti, manda il suo messaggio: "Nessuno dice di non rispettare gli impegni presi ma di allungare la curva al 2030".

Guerini: “Rispettare obiettivo 2%, con gradualità”

Sul tema è intervenuto anche il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini: "Fin dal momento in cui ho assunto la guida di questo dicastero ed anche in questi giorni ho sempre indicato sia l'esigenza di rispettare l'obiettivo del 2%, sia la gradualità con cui raggiungerlo”.  Poi ha precisato: "Dal 2019 ad oggi abbiamo intrapreso una crescita graduale delle risorse sia sul bilancio ordinario che sugli investimenti, che ci consentirà, se anche le prossime leggi di bilancio lo confermeranno, di raggiungere la media di spesa dei Paesi dell'Ue aderenti alla Nato e poi, entro il 2028, il raggiungimento dell'obiettivo del 2%".

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La mediazione del Partito democratico

A portare avanti la mediazione tra le diverse anime della maggioranza è stato proprio il partito di Guerini, il Pd: i dem hanno garantito il "sostegno massimo" al governo ma sposando anche l'assunto della gradualità. La posizione è stata ribadita dal segretario Letta a ogni interlocutore nel corso di una giornata in cui ha lavorato per sminare e depotenziare i rischi di crisi. In particolare, riferiscono fonti del Nazareno, è Letta che ha chiesto al titolare della difesa di esplicitare la data del 2028 come orizzonte per il raggiungimento del traguardo del 2%.

L’ordine del giorno di FdI

Il decreto Ucraina arriva in Aula senza relatore, ufficialmente perché i pareri della commissione Bilancio non sono arrivati in tempo. Di fatto perché è l'unico modo per far decadere l'ordine del giorno di FdI. Il governo potrà contare sul voto compatto di Pd, Lega, Fi, LeU. Forse si smarcherà qualche 5s, ma a quanto si apprende non dovrebbe essere un grande numero. Fratelli d'Italia, l'opposizione di questo governo, non voterà la fiducia, come non la voteranno i senatori di Alternativa, e quelli di Italexit. Forse ci saranno altri voti contrari sparsi nel gruppo Misto. Il voto è atteso nella mattinata di giovedì 31 marzo per il via libera definitivo al provvedimento. 

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