
Guerra Ucraina, come è cambiata la spesa militare dell'Italia dal patto Nato del 2014
Il governo ha preso l’impegno di incrementare alla prima occasione utile il Fondo per le esigenze di difesa nazionale: un’affermazione che ratifica un patto fatto con la Nato già otto anni fa. Secondo il ministro della Difesa, il raggiungimento dell’obiettivo si avrà entro il 2028. Tensioni tra Draghi e Conte

Ancora tensioni tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il leader del M5s Giuseppe Conte sull’aumento delle spese militari fino al 2% del Pil. “Il governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni Nato”, ha dichiarato Draghi
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Il leader del M5S chiarisce che una crisi di governo non è all'orizzonte, ma "abbiamo diritto ad essere ascoltati". Sulle spese militari "non può essere assolutamente che nel Def ci siano quelle fughe in avanti che abbiamo sentito negli scorsi giorni: abbiamo il diritto di farci ascoltare perché rappresentiamo una parte importante del Paese"
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La Camera ha approvato il 18 marzo un testo che impegna il governo ad "avviare l'incremento delle spese per la Difesa verso il 2% del Pil”. Il testo ha ottenuto il parere favorevole del governo, che è impegnato "nell'immediato, ad incrementare alla prima occasione utile il Fondo per le esigenze di difesa nazionale"
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“Dal 2019 ad oggi abbiamo intrapreso una crescita graduale delle risorse sia sul bilancio ordinario che sugli investimenti, che ci consentirà, se anche le prossime leggi di bilancio lo confermeranno, di raggiungere la media di spesa dei Paesi dell'Unione Europea aderenti alla Nato e poi, entro il 2028, il raggiungimento dell'obiettivo del 2%", ha dichiarato il ministro per la Difesa Lorenzo Guerini
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Secondo l'Osservatorio Milex sulle spese militari italiane, questa decisione si traduce, "citando le cifre date dal ministro della Difesa Guerini", nel passare "dai 25 miliardi l'anno attuali (68 milioni al giorno) a 38 miliardi l'anno (104 milioni al giorno)”
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L’impegno nasce dal vertice Nato in Galles del 2014, successivo all'annessione della Crimea da parte della Russia. In quell’occasione i Paesi membri si impegnarono a destinare il 2% del Pil alle spese militari entro il 2024

Nella foto ci sono i leader che parteciparono al vertice del 2014: il presidente Barack Obama per gli Stati Uniti, la cancelliera Angela Merkel per la Germania e per l'Italia il presidente del Consiglio Matteo Renzi

Dal 2014 c'è un innalzamento progressivo della spesa militare che sotto i governi Conte subisce un’impennata fino ad arrivare al 2022 alla soglia dell’1,4% del Pil. Per raggiungere il 2% mancano circa 12 miliardi

In passato, dal 1960 fino al 1974 la spesa italiana per le armi rispetto al Pil era molto superiore al 2%. La curva poi è andata abbassandosi nei decenni

Qual è la situazione degli altri Paesi Nato? Alcuni, come Stati Uniti, Regno Unito e Grecia, hanno superato la soglia del 2% già dal 2014, altri come la Croazia e la Polonia si sono aggiunti negli anni successivi. L’Italia però non è l’unica a non avere raggiunto la soglia del 2%. Ad esempio la Germania è ferma a 1,5% e la Spagna all’1%