Russia-Ucraina, Draghi in Parlamento: "L'Italia non si volterà dall'altra parte" . VIDEO

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Nelle comunicazioni del premier ci sono le contromisure per evitare uno choc energetico e l'informativa alle Camere per un primo via libera all'invio di armi a un Paese impegnato in un conflitto. Dopo palazzo Madama, nel pomeriggio ha tenuto lo stesso discorso anche a Montecitorio

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Si è tenuta in Aula al Senato la comunicazione del presidente Mario Draghi all'Assemblea sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina. Il presidente ha preso la parola accolto da un applauso. Nel pomeriggio è poi intervenuto alla Camera dei deputati, dove ha tenuto un discorso quasi identico. Tra i primi impegni della risoluzione bipartisan sulle comunicazioni del presidente Draghi c’è esigere dalla Russia l'immediato stop delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari "che illegittimamente occupano il suolo ucraino"; "assicurare sostegno e solidarietà all'Ucraina attivando" al più presto ogni azione per "fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e infine, informando il Parlamento e coordinandosi con gli altri Paesi Ue e alleati, cedere "apparati e strumenti militari che consentano all'Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa". Alla fine del discorso al Senato, durato poco più di 40 minuti, il presidente Draghi ha citato Alcide De Gasperi e ha chiesto il sostegno del Parlamento. È seguito un lungo applauso (IL CONFLITTO IN DIRETTA - LO SPECIALE - TUTTI I VIDEO).  

Draghi: "Finita l'illusione che la pace sia scontata"

"L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia segna una svolta decisiva nella storia europea. Negli ultimi decenni, molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa. Che gli orrori che avevano caratterizzato il Novecento fossero mostruosità irripetibili. Che le istituzioni multilaterali create dopo la Seconda Guerra Mondiale fossero destinate a proteggerci per sempre. In altre parole, che potessimo dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza, benessere che le generazioni che ci hanno preceduto avevano ottenuto con enormi sacrifici”, ha iniziato così il suo discorso il premier Draghi nelle comunicazioni del governo al Senato. “L’aggressione premeditata e immotivata della Russia a un Paese vicino ci riporta indietro di 80 anni. Non è solo un attacco a un paese libero e sovrano ma un attacco ai nostri valori, alla democrazia e alle istituzioni che abbiamo costruito insieme. Ora tocca a noi tutti decidere come reagire e l’Italia non intende voltarsi dall’altra parte”. Le immagini che ci arrivano da Kiev, Kharkiv, Maripol e dalle altre città dell'Ucraina in lotta per la libertà dell'Europa segnano "la fine di queste illusioni", ha detto Draghi. "L'eroica resistenza del popolo ucraino, del suo presidente Zelensky, ci mettono davanti una nuova realtà e ci obbligano a compiere scelte fino a pochi mesi fa impensabili. Voglio ribadire, ancora una volta, tutta la mia solidarietà, quella del Governo e degli italiani al Presidente Zelensky, al Governo ucraino e a tutte le cittadine e cittadini dell'Ucraina”.

“Putin ascolti chi manifesta contro la guerra”

"Mentre condanniamo la posizione di Putin, dobbiamo ricordarci che questo non è uno scontro contro la nazione e i suoi cittadini - molti dei quali non approvano le azioni del loro Governo. Dall'inizio dell'invasione, sono circa 6.000 le persone arrestate per aver manifestato contro l'invasione dell'Ucraina, 2.700 solo nella giornata di domenica. Ammiro il coraggio di chi vi prende parte. Il Cremlino dovrebbe ascoltare queste voci e abbandonare i suoi piani di guerra", ha dichiarato Draghi.

“Segnale preoccupante da Bielorussia su nucleare”

“L’attacco si è spostato nei centri urbani, c’è una lunga fila di carri armati questa mattina alle porte di Kiev. Il presidente Putin ha allertato il sistema difensivo nucleare. È un gesto grave, ma dimostra che la resistenza dei cittadini ucraini e le sanzioni stanno mettendo in difficoltà la Russia”, ha detto Draghi. "Un altro segnale preoccupante proviene dalla vicina Bielorussia, i cui cittadini domenica hanno votato a favore di alcune rilevanti modifiche della Costituzione ed eliminato lo status di Paese 'denuclearizzato'. Questo potrebbe implicare la volontà di dispiegare sul proprio suolo armi nucleari provenienti da altri Paesi".

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“Ai connazionali a Kiev: lasciate la città”

"In Ucraina sono presenti circa 2.300 nostri connazionali, di cui oltre 1.600 residenti. Dal 12 febbraio la Farnesina ha raccomandato agli italiani presenti nel Paese di lasciare l'Ucraina con i mezzi commerciali disponibili. A partire dal 24 febbraio, in seguito agli attacchi da parte russa, l'avviso è stato modificato. Ai connazionali ancora presenti nella capitale ucraina e dintorni abbiamo raccomandato di utilizzare i mezzi tuttora disponibili, inclusi i treni, per lasciare la città, negli orari in cui non c'è il coprifuoco. In queste ore non vige il coprifuoco, ma la situazione potrebbe cambiare in conseguenza dell'andamento delle operazioni militari. Raccomandiamo la massima cautela", afferma il premier Draghi. "Il personale dell'Ambasciata a Kiev si è spostato dall'Ambasciata presso la Residenza dell'Ambasciatore insieme a un gruppo di connazionali, inclusi minori e neonati. In Residenza si sono concentrate 87 persone, di cui 72 dovrebbero trasferirsi oggi a Leopoli. Voglio ringraziare l'Ambasciatore in Ucraina, Pier Francesco Zazo, il personale dell'Ambasciata per lo spirito di servizio, la dedizione, il coraggio mostrati in questi giorni drammatici. E ringrazio il ministro Luigi Di Maio e la Farnesina".

"In prima linea per aiuti umanitari e migratori”

"L'Italia è impegnata in prima linea per sostenere l'Ucraina dal punto di vista umanitario e migratorio, in stretto coordinamento con i partner europei e internazionali. La situazione umanitaria nel Paese è sempre più grave. L'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari ha stimato in 18 milioni il numero di persone che potrebbe necessitare di aiuti umanitari nei prossimi mesi", ha detto il premier Mario Draghi in Senato. "L'Italia farà di tutto per aiutare i paesi vicini nel dramma dell'impatto di questa migrazione. Possono contare sull'Italia", ha aggiunto. "L'Italia ha già contribuito in modo considerevole all'emergenza con un finanziamento di 110 milioni di euro a favore di Kiev come sostegno al bilancio generale dello Stato. Abbiamo stanziato un primo contributo del valore di un milione di euro al Comitato Internazionale della Croce Rossa, donato oltre 4 tonnellate di materiale sanitario, e offerto 200 tende familiari e 1.000 brandine. Abbiamo in programma l'invio di beni per l'assistenza alla popolazione, l'invio di farmaci e dispositivi sanitari e il dispiegamento di assetti sanitari da campo. Voglio ringraziare la Croce Rossa Italiana, la Protezione Civile e tutti i volontari per il loro costante impegno a favore dei più deboli". L'UNHCR, riferisce Draghi, "stima che gli sfollati interni potrebbero raggiungere cifre tra i 6 e i 7,5 milioni e i rifugiati fra i 3 e i 4 milioni. Sono stimate in circa 400.000 le persone che hanno lasciato l'Ucraina, in direzione principalmente dei Paesi vicini", ha spiegato Draghi.

“Stato di emergenza umanitario fino al 31/12. Non c’entra con Covid”

"L'Italia è pronta a fare di più, sia attraverso le principali organizzazioni umanitarie attive sul luogo, sia con donazioni materiali" contro la crisi umanitaria in Ucraina. Lo "stato di emergenza umanitario" fino al 31 dicembre "ha esclusivamente lo scopo di assicurare il massimo aiuto dell'Italia all'Ucraina. È un impegno di solidarietà, che non avrà conseguenze per gli italiani, e che non cambia la decisione di porre fine il 31 marzo allo stato di emergenza per il Covid-19".

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“Forza armate in stato di preallerta: da Italia pronti 1.400 militari”

“Sono in stato di preallerta ulteriori forze già offerte dai singoli Paesi Membri all'Alleanza: l'Italia è pronta con un primo gruppo di 1.400 militari e un secondo di 2.000 unità. Ringrazio il Ministro Guerini e tutte le forze armate per il loro impegno e la loro preparazione. Dopo il ruolo centrale che avete avuto durante la pandemia, l'Italia vi è di nuovo riconoscente", ha dichiarato Draghi, parlando poi degli armamenti. "L'Italia ha risposto all'appello del presidente Zelensky che aveva chiesto equipaggiamenti, armamenti e veicoli militari per proteggersi dall'aggressione russa. È necessario che il Governo democraticamente eletto sia in grado di resistere all'invasione e difendere l'indipendenza del Paese. A un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è possibile rispondere soltanto con incoraggiamenti e atti di deterrenza. Questa è la posizione italiana, dell'Unione Europea, dei nostri alleati".

“Pronti a nuove sanzioni, anche per Bielorussia”

"L'Unione Europea e gli alleati hanno dato prova di grande fermezza e unità. Abbiamo adottato tempestivamente sanzioni senza precedenti, che colpiscono moltissimi settori e un numero importante di entità e individui, inclusi il presidente Putin e il ministro Lavrov", ha affermato il nelle comunicazioni al Senato sulla crisi ucraina. "Sul piano finanziario - ha detto Draghi - le misure restrittive adottate impediranno alla Banca centrale russa di utilizzare le sue riserve internazionali per ridurre l'impatto delle nostre misure restrittive. In ambito UE si sta lavorando a misure volte alla rimozione dal sistema SWIFT di alcune banche russe. Questo pacchetto ha inflitto già costi molto elevati a Mosca. Nella sola giornata di lunedì, il rublo ha perso circa il 30% del suo valore rispetto al dollaro. La Borsa di Mosca è chiusa da ieri e la Banca centrale russa ha più che raddoppiato i tassi di interesse, passati dal 9,5% al 20%, per provare a limitare il rischio di fughe di capitali". "Stiamo approvando - aggiunge il premier italiano - forti misure restrittive anche nei confronti della Bielorussia, visto il suo crescente coinvolgimento nel conflitto. La Russia ha subito anche un durissimo boicottaggio sportivo, con l'annullamento di tutte le competizioni con squadre russe in ogni disciplina", ha detto Draghi. "L'Italia è pronta a ulteriori misure restrittive, ove fossero necessarie. In particolare, ho proposto di prendere ulteriori misure mirate contro gli oligarchi. L'ipotesi è quella di creare un registro internazionale pubblico di quelli con un patrimonio superiore ai 10 milioni di euro. Ho poi proposto di intensificare ulteriormente la pressione sulla Banca centrale russa e di chiedere alla Banca dei Regolamenti Internazionali, che ha sede in Svizzera, di partecipare alle sanzioni", ha detto Draghi.

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“Ai cittadini italiani preoccupati: vigiliamo su obiettivi sensibili”

“Ai cittadini italiani che sono preoccupati per le conseguenze di questo conflitto voglio dire che il Governo è al lavoro incessantemente per contrastare le possibili ricadute per il Paese. Il Ministero dell'Interno ha emanato le direttive in merito alle misure di vigilanza, a protezione degli obiettivi sensibili. Per gli aspetti legati ai controlli di sicurezza dei rifugiati, il Governo ha attivato tutti i meccanismi nazionali e di coordinamento internazionale per monitorare le potenziali minacce", ha spiegato Draghi. “È stato attivato un apposito Nucleo per la Cybersicurezza per condividere le informazioni raccolte e al suo interno è stato istituito un tavolo permanente dedicato alla crisi in atto”.

Gas: “No segnali di stop ma rischio ritorsioni”

Il premier è intervenuto poi sul gas: "Il governo è inoltre al lavoro per mitigare l'impatto di eventuali problemi per quanto riguarda le forniture energetiche. Al momento non ci sono segnali di un'interruzione delle forniture di gas. Ma è importante valutare ogni evenienza, visto il rischio di ritorsioni e di un possibile ulteriore inasprimento delle sanzioni", ha affermato. "La diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico è un obbiettivo da perseguire indipendentemente da quello che accadrà alle forniture di gas russo nell'immediato. Non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un solo Paese. Ne va anche della nostra libertà, non solo della nostra prosperità", ha detto Draghi seguito da un lungo applauso.

"Necessario semplificare procedure per diversificare fonti enegia"

"L'Italia importa circa il 95% del gas che consuma e oltre il 40% proviene dalla Russia. Nel breve termine, anche una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe comportare problemi. L'Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l'arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie. La nostra previsione è che saremo in grado di assorbire eventuali picchi di domanda attraverso i volumi in stoccaggio e altra capacità di importazione". Per diversificare le fonti di energia "dobbiamo prima di tutto puntare su un aumento deciso della produzione di energie rinnovabili. Dobbiamo continuare a semplificare le procedure per i progetti onshore e offshore - come stiamo già facendo - e investire sullo sviluppo del biometano. Il gas rimane un utile combustibile di transizione. Dobbiamo ragionare su un aumento della nostra capacità di rigassificazione e su un possibile raddoppio della capacità del gasdotto Tap".

Rincari gas: "Ue agevoli nuovi aiuti, Italia ha tanto da perdere"

"In caso di interruzioni nelle forniture di gas dalla Russia, l'Italia avrebbe più da perdere rispetto ad altri Paesi europei che fanno affidamento su fonti diverse. Questo non diminuisce la nostra determinazione a sostenere sanzioni che riteniamo giustificate e necessarie", ha specificato Draghi, lanciando poi una richiesta d'aiuto all'Ue. "La guerra avrà conseguenze sul prezzo dell'energia, che dovremo affrontare con nuove misure a sostegno delle imprese e delle famiglie. È opportuno che l'Unione Europea le agevoli, per evitare contraccolpi eccessivi sulla ripresa. Nel lungo periodo, questa crisi ci ricorda l'importanza di avere una visione davvero strategica e di lungo periodo nella discussione sulle nuove regole di bilancio in Europa".

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Draghi cita De Gasperi: “Costruire mondo più giusto e più umano”

"L'invasione da parte della Russia non riguarda soltanto l'Ucraina. È un attacco alla nostra concezione dei rapporti tra Stati basata sui diritti. Non possiamo lasciare che in Europa si torni a un sistema dove i confini sono disegnati con la forza e dove la guerra è un modo accettabile per espandere la propria area di influenza. Il rispetto della sovranità democratica è una condizione alla base di una pace duratura", ha detto il presidente Draghi concludendo la sua informativa in Senato. "Il cuore del popolo italiano, come disse Alcide De Gasperi, è pronto ad associare la propria opera a quella di altri Paesi, per costruire un mondo più giusto e più umano. La lotta che appoggiamo oggi, i sacrifici che compiremo domani sono una difesa dei nostri principi e del nostro futuro. Ed è per questo che chiedo al Parlamento il suo sostegno". Al termine del discorso quasi tutti i senatori si sono levati in piedi per applaudire, così come avevano fatto a lungo all'inizio del discorso, quando Draghi aveva espresso solidarietà al popolo ucraino e sul suo presidente Zelensky.

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