Quirinale: Bloomberg e FT tifano per Draghi al Colle, ma i giornali stranieri si dividono

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L’ipotesi dell’attuale presidente del Consiglio al Colle piace all’agenzia americana e al quotidiano britannico, che sottolineano il successo della campagna vaccinale e la possibilità per il premier di garantire il percorso delle riforme da lui avviate. Contrari l’Economist, che paventa il rischio di un “blocco dei fondi da Bruxelles”, e il francese Les Echos, secondo cui “i partiti populisti ritroveranno il potere di nuocere che lui aveva saputo contenere”

Mentre proseguono le votazioni per il prossimo presidente della Repubblica (LO SPECIALE - IL SONDAGGIO - LE CURIOSITÀ - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE), il presidente del Consiglio Mario Draghi lancia un segnale di disponibilità incontrando i leader dei partiti, al netto di discussioni che sarebbero incentrate soprattutto su come non mettere a rischio il governo in caso di un suo trasloco al Quirinale. E dall’estero diversi quotidiani, dal britannico Financial Times al francese Les Echos, spiegano perché Draghi al Colle potrebbe essere la scelta vincente o, al contrario, perché dovrebbe mantenere il suo ruolo attuale.

Financial Times: “Il dilemma Draghi”

Il Financial Times titola la sua analisi Il dilemma Draghi: l'elezione presidenziale italiana rischia la turbolenza. Secondo il quotidiano economico-finanziario britannico, l’attuale presidente del Consiglio dal Colle potrebbe garantire il percorso delle riforme, mentre se non venisse eletto il suo ruolo di premier verrebbe indebolito. "Draghi ha presentato ai politici italiani un dilemma - scrive il quotidiano - se mantenere il più celebre tecnocrate del loro Paese come primo ministro, permettendogli di andare avanti con un ambizioso programma di riforme finanziato dall'Ue, o elevarlo a capo di Stato, innescando potenzialmente una crisi paralizzante per un successore alla guida del governo". "Dal suo arrivo al governo - ricorda il quotidiano - Draghi ha rivitalizzato la fiducia dei mercati e degli investitori grazie a una campagna vaccinale di successo e politiche di bilancio espansive per far accelerare la ripresa economica. Draghi ha disegnato un ambizioso programma di riforme strutturali per migliorare la traiettoria di crescita di lungo periodo dopo decenni di stagnazione". "Ma un'elezione presidenziale divisiva che dovesse causare una crisi politica preoccuperebbe Bruxelles e i mercati finanziari - rileva il Financial Times - Dal Quirinale, Draghi potrebbe usare i suoi poteri e la sua autorevolezza per assicurarsi che i governi futuri mantengano le riforme sui binari giusti. Se la coalizione di governo dovesse decidere di non eleggerlo alla Presidenza della Repubblica il ruolo di Draghi ne uscirebbe scalfito".

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Bloomberg: “Da premier rischia di essere trascinato nelle lotte intestine politiche”

Opinione simile quella dell’americana Bloomberg, che osserva: "Draghi è stato al governo per quasi un anno: ha guidato l'economia italiana a raggiungere un tasso di crescita del 6,3%, ha organizzato una delle campagne vaccinali di maggior successo d'Europa, ha avviato riforme per affrontare i problemi strutturali dell'Italia, come la burocrazia eccessiva e il sistema giudiziario lento. Draghi potrebbe ritenere che il modo migliore per preservare in futuro i risultati della sua azione di governo sia diventare Presidente della Repubblica, un ruolo che dura sette anni". Per l'agenzia economica, "i presidenti italiani hanno molti più poteri di quello che sembra. Lo spread tra Bund e BTP per ora non si è mosso molto, probabilmente perché i mercati si aspettano che Draghi non lascerà la scena politica". Ma lo slancio del governo Draghi, osserva, "potrebbe rapidamente dissiparsi se gli succedesse un primo ministro meno efficace che non ha l'influenza dell'ex capo della Banca centrale europea in patria e all'estero. Ciò potrebbe mettere a repentaglio l'accesso del Paese a oltre 200 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti disponibili dal fondo di recupero della pandemia dell'Unione europea". Per Bloomberg, il presidente del Consiglio "potrebbe scommettere sul fatto che le sue possibilità di cementare la sua eredità siano migliori se scambierà la carica di premier con la presidenza, che ha un mandato di 7 anni. Se terrà il suo attuale lavoro, rischia di essere trascinato nel pantano delle lotte intestine politiche, come successe a Mario Monti, un altro rispettato tecnocrate. E sebbene sia molto apprezzato per la sua eroica difesa dell'euro durante la crisi del debito europeo e vanti alti indici di approvazione, è improbabile che Draghi cerchi un mandato popolare alle elezioni nazionali che dovrebbero svolgersi entro giugno 2023". 

Former President of the European Central Bank Mario Draghi arrives for a meeting with Italian President Sergio Mattarella at the Quirinale Palace for consultations to form new government following the resignation of Prime Minister Giuseppe Conte, in Rome, Italy, 03 February 2021. ANSA/ ETTORE FERRARI / POOL

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The Economist: “Draghi al Quirinale negativo per l'Italia e l'Europa”

Di tutt’altra opinione il settimanale The Economist, che pubblica un articolo intitolato Il tentativo di Mario Draghi di diventare presidente è negativo per l'Italia e l'Europa. "Il governo di Draghi ha iniziato bene l'attuazione delle riforme e degli investimenti necessari per assorbire la liquidità in modo produttivo - si legge - Ma il suo desiderio appena mascherato di lasciare" Palazzo Chigi per il Quirinale "lo mette a rischio. Se verrà eletto, sarà difficile trovare un successore in grado di tenere insieme l'attuale coalizione ideologicamente eterogenea. Se non lo sarà, la sua posizione" sarà più debole. Il trasloco al Colle di Draghi, osserva il settimanale, "interromperà un governo che funziona bene". Ricordando che il premier "ha presieduto quasi 12 mesi di insolita calma e unità nella politica italiana", l'articolo spiega che tra i timori ora c'è quello che l'elezione di Draghi al Quirinale possa portare al voto anticipato. Un'ipotesi che l'Economist giudica improbabile ricordando il rischio dei deputati di perdere i diritti alla pensione. "Uno scenario più probabile - si legge - è che si formi un governo che succederà a quello di Draghi e che tenterà di zoppicare oltre la scadenza prima di crollare a un certo punto non troppo lontano dalla fine naturale della legislatura, nel marzo 2023". Il pericolo però, secondo l'Economist, è che un governo post-Draghi "possa fare ben poco. Supponendo che si possa trovare un sostituto, è improbabile che lui o lei goda di qualcosa di simile al sostegno di cui Draghi attualmente gode, anche perché i partiti politici che attualmente lo sostengono vorranno iniziare a posizionarsi per le prossime elezioni", andando ciascuno nella sua direzione. "Eppure - si legge ancora - il lavoro sulle riforme è ancora lungo e, se si blocca, si può bloccare anche il flusso di fondi da Bruxelles".

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Les Echos: “Rammarico di vedere un capitano abbandonare la sua nave”

La pensa così anche il quotidiano francese Les Echos, che apre il suo editoriale intitolato L'Italia senza il suo garante con la frase: "Avrà fatto tutto il possibile per salvare l'euro, ma non necessariamente la sua patria". "Glorificato per la sua azione alla guida della Bce - scrive Les Echos - Mario Draghi è pronto ad abbandonare con un anno di anticipo la presidenza del Consiglio italiano per quella, più simbolica in modo diverso, del Paese. Per lui è il sogno di una vita, la consacrazione di un percorso senza errori che gli apre le porte del Quirinale, un palazzo in cui l'hanno preceduto una trentina di Papi e Napoleone. Dietro la legittima aspirazione di un uomo di 74 anni, si nasconde tuttavia un immenso rammarico, quello di vedere un capitano abbandonare la sua nave in piena operazione di salvataggio. I suoi 11 mesi trascorsi al timone hanno prodotti risultati piuttosto spettacolari, in un Paese che di recente ne ha conosciuti così pochi: l'Italia è ormai uno dei Paesi meglio vaccinati del mondo, mostra una ripresa economica superiore a quella della Germania e della Francia. Ma tutto porta a credere che la fiducia dei mercati non sopravvivrà alla probabile uscita del suo primo ministro. Lui solo sembrava in grado di riassorbire, o almeno far dimenticare quella montagna di debito, oltre il 150% del Pil, che minaccia la penisola. L'effetto Draghi sembra già svanire: il famoso spread, che dà una buona indicazione sulla difficoltà di un Paese a finanziarsi sui mercati, è tornato al suo livello di due anni fa". Per Les Echos, "anche qualora Mario Draghi nominasse un governo tecnico per evitare elezioni anticipate, i partiti populisti ritroveranno il potere di nuocere che lui aveva saputo contenere. La speranza, ovviamente, è che Mario Draghi trasformi la funzione presidenziale per darle un ruolo più attivo, nei limiti della legge fondamentale".

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Novaya Gazeta: "Silvio non tornerà"

Parla invece solo marginalmente di Draghi il periodico russo indipendente Novaya Gazeta, che titola solo Silvio non tornerà. Un articolo in cui si sottolineano a più riprese i legami di amicizia tra Silvio Berlusconi e il presidente russo Vladimir Putin. "‘L'amico di Putin' - sottolinea il giornale - è, forse, il politico italiano più famoso in Russia. Silvio Berlusconi, dapprima inaspettatamente tornato alla grande politica, ha aspettato per mesi e all'ultimo momento si è rifiutato di partecipare alla corsa. Il suo principale rivale, il premier in carica Mario Draghi, è uno dei preferiti del centrosinistra, ma il suo passaggio da presidente del Consiglio a presidente potrebbe provocare una crisi nel governo. E ora la questione di chi si trasferirà nel palazzo presidenziale del Quirinale si fa solo più complicata". Novaya Gazeta sottolinea che Berlusconi "è noto in Russia per la sua amicizia di lunga data con il presidente Vladimir Putin". I due, si aggiunge nell'articolo, "sono in contatto dall'inizio degli anni 2000 e si fanno regolarmente gli auguri per le feste. Berlusconi chiama Putin 'mio amico', e anche il presidente russo sottolinea il carattere amichevole del loro rapporto".

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