L’attuale Guardasigilli dell’esecutivo di Mario Draghi è una delle possibili candidate al Quirinale. In caso di elezione sarebbe la prima donna ad andare al Colle. Professoressa di diritto pubblico e costituzionale europeo, era stata nominata giudice della Consulta dal 2011 e vicepresidente nel 2014. Nel dicembre 2019 è diventata la prima donna eletta presidente della Corte costituzionale
Nella corsa per il Colle nessuna donna è mai riuscita ad essere eletta e finora non è neanche mai accaduto che ci andasse vicina (LO SPECIALE). Fino al 1978, addirittura, nessun nome di donna fu appuntato nei verbali delle elezioni. Ma nelle ultime settimane ha preso corpo l’ipotesi che il successore di Sergio Mattarella possa essere una donna, in quella che sarebbe una prima volta assoluta al Quirinale (I NOMI IN LIZZA - IL SONDAGGIO - COME FUNZIONA IL VOTO) . Tra i nomi più papabili c’è quello di Marta Cartabia, che attualmente guida il Ministero della Giustizia nel governo Draghi. Proprio il suo incarico nell’esecutivo è visto come una garanzia di continuità con le politiche del premier (e infatti è considerata anche un nome spendibile per Palazzo Chigi se fosse Draghi ad essere eletto al Colle).
Chi è Marta Cartabia
Classe 1963, originaria di San Giorgio su Legnano, nel Milanese, è diventata la prima donna eletta presidente della Corte Costituzionale, votata all'unanimità dai giudici della Consulta, l'11 dicembre 2019. Cartabia, nominata giudice costituzionale nel 2011 da Giorgio Napolitano e dal 2014 vicepresidente della Consulta, è docente di diritto costituzionale. Nell'agosto 2019 il suo nome era circolato tra le ipotesi per l'incarico di premier dopo la caduta del primo governo Conte. Nel febbraio 2021 è stata nominata Guardasigilli nell’esecutivo di Mario Draghi.
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La carriera
Cartabia si è laureata con lode in giurisprudenza all'Università degli Studi di Milano nel 1987, discutendo la tesi “Esiste un diritto costituzionale europeo?”: suo relatore il professore Valerio Onida, futuro presidente della Corte costituzionale. Nel 1993 ha conseguito il dottorato di ricerca in legge presso l'Istituto universitario europeo di Fiesole. Dopo essersi specializzata all'Università di Aix-Marseille sui temi della giustizia costituzionale comparata, ha svolto periodicamente attività di ricerca all'estero, in particolare negli Stati Uniti d'America. Dal 1993 al 1999 è stata ricercatrice di diritto costituzionale presso l'Università di Milano e fra il 1993 e il 1995 ha svolto funzioni di assistente di studio presso la Corte costituzionale. È membro dell'Associazione italiana dei costituzionalisti. Successivamente è stata docente di istituzioni di diritto pubblico presso l'Università degli Studi di Verona; dal 2004 è professoressa ordinaria di diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, dove è anche stata titolare del corso Jean Monnet in diritto costituzionale europeo. Ha insegnato in numerosi atenei, in Italia e all'estero, tra cui Tours, Tolone, San Sebastián, Eichstätt. È stata Inaugural Fellow allo Straus Institute for Advanced Study in Law and Justice (New York University). Ha incarichi di direzione in numerose riviste di settore nazionali e internazionali ed è tra i fondatori, nonché co-direttrice, di Italian Journal of Public Law, la prima rivista giuridica italiana interamente in lingua inglese.
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Prima donna presidente della Corte Costituzionale
Il 2 settembre 2011 è stata nominata giudice della Corte costituzionale dall'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. È la terza donna ad essere nominata giudice dopo Fernanda Contri e Maria Rita Saulle; è anche tra i più giovani giudici mai nominati. Il 12 novembre 2014 è stata nominata vicepresidente della Corte costituzionale dal suo presidente Alessandro Criscuolo, venendo riconfermata il 24 febbraio 2016 dal neoeletto presidente Paolo Grossi e l'8 marzo 2018 dal presidente Giorgio Lattanzi. Nel 2018 il nome della professoressa era stato indicato come possibile ministro tecnico del governo Cottarelli, che però non è mai nato. Successivamente, nell'agosto 2019, dopo la caduta del primo governo Conte, Cartabia era stata indicata tra i possibili candidati alla poltrona di premier di un esecutivo sostenuto dall’alleanza M5s-Pd. Dal dicembre 2019 fino al 13 settembre del 2020 è stata presidente della Corte Costituzionale. Un mandato di soli 9 mesi, dal momento che la sua nomina alla Consulta era iniziata nel 2011 e l'ufficio di giudice costituzionale non può durare più di nove anni.
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Il ruolo di Guardasigilli
Il 13 febbraio 2021 Cartabia è diventata ministro della Giustizia nel governo di Mario Draghi, terza donna a ricoprire l’incarico dopo Paola Severino e Annamaria Cancellieri). Nel suo primo anno da Guardasigilli ha lavorato alle riforme del processo penale e del processo civile (approvata in Parlamento a novembre), importanti anche per ottenere i fondi europei del PNRR.