
Quirinale, schede segnate: cosa sono e perché Berlusconi potrebbe usare questo metodo
Dare ai politici indicazioni particolari su cosa scrivere nel foglio nel momento in cui si elegge il Presidente della Repubblica può essere un modo per capire quanto sostegno c’è attorno a un candidato. Anche l'ex presidente del Consiglio starebbe pensando di ricorrere a questo sistema, ma potrebbe non riuscirci

Parlamentari e delegati regionali eleggono il presidente della Repubblica indicando la loro preferenza su una scheda, che viene poi letta dal Presidente della Camera. Non c’è una regola precisa su cosa mettere nero su bianco quindi ognuno sceglie ciò che vuole: solo il nome del candidato, solo il cognome, entrambi o anche il titolo, per esempio “onorevole”. Questa circostanza può sembrare del tutto casuale, ma a volte nasconde una strategia particolare
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Se ne sta riparlando in questi giorni in occasione della possibile elezione di Silvio Berlusconi, indicato dal centrodestra come “la figura adatta a ricoprire in questo frangente difficile l’Alta Carica con l’autorevolezza e l’esperienza che il Paese merita e che gli italiani si attendono”
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Berlusconi non ha ancora sciolto la riserva, ma lavora a questo obiettivo da tempo. Nell'ultimo periodo gli sforzi si sono ulteriormente intensificati come mostra la cosiddetta operazione scoiattolo: una serie di manovre volte a cercare e rafforzare il sostegno per l’ex presidente del Consiglio fuori dal centrodestra. Nel mirino, ci sono soprattutto i deputati e i senatori del Gruppo Misto, ma il segretario del Pd Enrico Letta ha fatto sapere che sono stati contattati anche alcuni suoi colleghi
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Proprio per vedere se questa operazione ha avuto successo, Berlusconi e il suo staff starebbero pensando di dare a ogni forza un’indicazione particolare su cosa scrivere nella scheda. In base ad alcune indiscrezioni, gli esponenti di Forza Italia dovrebbero scrivere solo il suo cognome, quelli della Lega nome e cognome in questo ordine mentre quelli di Fratelli d’Italia “Berlusconi Silvio”. I parlamentari di altri gruppi dovrebbero invece ricorrere ad altre combinazioni, comprensive del titolo
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Se le indicazioni fossero seguite e il Presidente della Camera leggesse tutto ciò che c’è scritto nella scheda, Berlusconi potrebbe sapere quanti esponenti della coalizione di centrodestra lo hanno sostenuto, quanti altri politici è riuscito a convincere e su chi deve ancora lavorare. I suoi piani potrebbero però essere ostacolati da Roberto Fico

Secondo quanto riporta La Repubblica, l’attuale presidente della Camera starebbe pensando di citare solo il cognome del candidato, indipendentemente da cos’altro c’è scritto sulla scheda. Una regola che, si legge nel retroscena, avrà valore generale e sarà applicata per l’intera durata delle elezioni presidenziali

Questo approccio era già stato scelto da un suo predecessore, Luciano Violante, Presidente della Camera nel 1999. In quel caso, la procedura fu molto breve. Il 13 maggio alle ore 13:04, con 707 voti, venne scelto Carlo Azeglio Ciampi (in foto). In anni più recenti, Laura Boldrini ha invece scelto di leggere tutto ciò che c’era scritto nella scheda

Oltre a Berlusconi, l’altra persona di cui si fa spesso il nome come probabile successore di Mattarella è l’attuale Presidente del Consiglio, Mario Draghi. “Io non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell’altro”, ha risposto l’ex governatore della Bce a una domanda sul suo futuro. “Sono un uomo, se volete un nonno, al servizio delle istituzioni. La responsabilità della decisione è interamente nelle mani delle forze politiche”

Secondo Matteo Renzi, leader di Italia Viva, l’elezione di Draghi al Colle sarebbe una buona soluzione tanto quanto la sua permanenza a Palazzo Chigi. In questo caso, infatti, nessuna forza politica si ritirerebbe dalla maggioranza e il governo non rischierebbe di cadere. Berlusconi non avrebbe invece i numeri sufficienti per coronare il suo sogno

Alcuni, come il dem Goffredo Bettini (foto), continuano anche a parlare di un Mattarella bis, ma l’attuale presidente della Repubblica ha più volte escluso questa ipotesi ricordando sia la sua età (ha compiuto 80 anni lo scorso 23 luglio) che la durata del mandato prevista dalla Costituzione, che pure non esclude la rieleggibilità. Secondo alcune indiscrezioni, in mancanza di un accordo, i partiti potrebbero chiedere a Mattarella di restare in carica solo per un altro anno, il tempo necessario per far finire la legislatura e dare all’Italia un nuovo governo