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M5s, Conte rinuncia alle elezioni suppletive a Roma. Calenda: "Lo avrei sconfitto"

Politica
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Dietrofront del leader dei pentastellati, a cui il segretario del Pd Enrico Letta aveva proposto di candidarsi nel collegio Roma 1 per prendere il seggio a Montecitorio lasciato libero da Roberto Gualtieri. Matteo Renzi: "Conte ha paura del voto". Il leader di Azione: "Dem succubi dei Cinque Stelle"

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Non sarà Giuseppe Conte il candidato dell’alleanza di centrosinistra per il seggio di Roma 1 alle elezioni suppletive per la Camera dei Deputati. La conferma arriva dallo stesso ex premier e leader del MoVimento Cinque Stelle, dopo giornate di incertezza e di attacchi arrivati da Matteo Renzi e Carlo Calenda, che si era spinto anche a prospettare una sua candidatura pur di contrastare quella di Conte. Così, il dietrofront: “Ringrazio Letta per la disponibilità e la lealtà nella proposta, ma dopo un supplemento di riflessione ho capito che in questa fase ho ancora molto da fare per il M5S. Non mi è possibile dedicarmi ad altro”, ha detto Conte.

Il seggio vacante

Il segretario del Pd Enrico Letta aveva proposto a Conte di candidarsi nel collegio della Capitale per prendere il posto lasciato libero dall’attuale sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, eletto alle amministrative dello scorso ottobre.

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Renzi: “Conte senza coraggio, teme il voto”

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi, in un’intervista a La Stampa, ha detto di non essere sorpreso dalla rinuncia di Conte: “Conoscendo la sua proverbiale mancanza di coraggio non ho mai avuto dubbi. È un uomo che vive di sondaggi ma che ha un terrore senza fine di misurarsi con i cittadini. Vive di like, ma teme il voto". L’auspicio di Renzi è che nel Pd “torni il buon senso. Non devono rincorrere i grillini, ma fare politica", ha dichiarato. Il leader di Iv guarda al suo passato tra i democratici: “Il Pd dovrebbe provare a vincere le elezioni prendendo la guida del polo riformista, come abbiamo fatto nel 2014 ottenendo il 41%. Oggi mi pare che si stiano accontentando della metà di quei voti. E che stiano rincorrendo le stelle cadenti del grillismo. Loro vedono i sondaggi sulla popolarità di Conte e si emozionano: quando si voterà, vedremo quanto queste emozioni si trasformeranno in voti. La stessa scelta di tirar fuori la candidatura di Conte dimostra che sono confusi”.

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Calenda: “Pd succube dei 5S. Conte? Lo avrei sconfitto”

Anche il numero uno di Azione Carlo Calenda ha commentato la ritirata di Conte, dicendo che “sapeva benissimo che avrebbe dovuto correre in un territorio non particolarmente fertile per i 5S e che lì, con un avversario forte, rischiava di perdere”. In un’intervista a Repubblica, Calenda ha poi dichiarato di ritirare la propria candidatura alle suppletive, perché senza Conte in corsa “il problema non sussiste più”. Quello che Calenda voleva scongiurare era la possibilità che il MoVimento – “nella Capitale già responsabile di un disastro amministrativo”, ha detto in riferimento alla gestione dell’ex sindaca Virginia Raggi - “calcasse i sacri Colli, che il Pd abbandonasse i propri elettori a un MoVimento che in quel collegio alle Comunali ha preso il 5,3 per cento. È da tre settimane che Enrico Letta ci prende in giro, dicendo che avremmo parlato. Questo modo di procedere di Enrico dimostra che non c'è nessun Ulivo 2.0 ma solo un Conte 2 riveduto e corretto. Lì sono rimasti i dem, nessuno sforzo di ampliare l'area liberale, democratica e riformista”. L’obiettivo di Calenda è adesso di confrontarsi con il Pd per “una coalizione più larga, senza i 5Stelle”.

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