Ora si dovrà ripartire da zero presentando una nuova proposta di legge, ma non si potrà procedere prima di sei mesi
Da una trappola utilizzata per catturare la selvaggina ad una procedura parlamentare per bloccare il Ddl Zan. La tagliola ha segnato la fine del disegno di legge, bloccando l'iter e rimandando la possibilità di avere una legge contro l'omotransfobia all'anno prossimo. Sì, perché il Ddl in questione non potrà essere ridicusso prima di sei mesi.
Nel regolamento
Si tratta di una procedura parlamentare che viene prevista dal regolamento del Senato all'articolo 96, quello sulla "Proposta di non passare all'esame degli articoli". Il quale recita: "Prima che abbia inizio l'esame degli articoli di un disegno di legge, un senatore per ciascun gruppo può avanzare la proposta che non si passi a tale esame". E ancora: "La votazione della proposta ha la precedenza su quella degli ordini del giorno". A richiederla sono stati Lega e Fratelli d'Italia, che così hanno raggiunto il loro scopo di bloccare il disegno di legge.
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La Lega e Fratelli d'Italia, inoltre, si sono appellati all'articolo 133 di quello stesso regolamento, il quale prevede il voto segreto. Questa richiesta deve essere sostenuta da almeno 20 senatori e poi spetta alla presidenza di Palazzo Madama accettarla o negarla. Questa mattina la presidente Elisabetta Casellati l'ha accolta, richiamando il regolamento e i precedenti.
Dopo la discussione generale sul disegno di legge, a causa di questo procedimento, non si è andati avanti con l'esame dei vari articoli e con il voto degli emendamenti presentati. In sostanza, si tratta di una bocciatura del disegno di legge in questione, ragion per cui l'intero iter parlamentare è stato bloccato. Si dovrà ripartire da zero presentando una nuova proposta di legge.