Ddl Zan bocciato in Senato, approvata tagliola di Lega e Fdi. Tensione tra Pd e renziani

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L’Aula di Palazzo Madama, con voto segreto, si è espressa a favore della cosiddetta “tagliola”, chiesta da Lega e Fratelli d’Italia, che fa saltare l’esame degli articoli ed emendamenti al testo. Iter bloccato per 23 voti, secondo il Pd ne mancano all’appello almeno 16 favorevoli al disegno di legge. Esultano Salvini e Meloni. Di Maio: un voto “vergognoso”. Letta: “Il Paese è da un'altra parte. E presto si vedrà”. Tensione in Forza Italia, accuse tra dem e renziani

Il Ddl Zan si blocca al Senato. L’Aula di Palazzo Madama, con voto segreto, si è espressa a favore della cosiddetta “tagliola” che fa saltare l’esame degli articoli ed emendamenti al testo (CHE COS'È LA TAGLIOLA). A favore della tagliola, chiesta da Lega e Fratelli d’Italia, hanno votato 154 senatori, mentre 131 hanno detto no e due si sono astenuti: ad affossare la legge sono quindi 23 voti. Secondo il Pd, mancano all’appello almeno 16 voti favorevoli al Ddl. Tante le reazioni dopo l’esito della votazione. Esulta Matteo Salvini: “Sconfitta l'arroganza di Letta e dei 5Stelle”. Soddisfatta anche Giorgia Meloni. Per Luigi Di Maio è stato un voto “vergognoso”. “Chi gioisce per il sabotaggio vada a dirlo al Paese”, ha detto Giuseppe Conte. “Hanno voluto fermare il futuro. Ma il Paese è da un'altra parte. E presto si vedrà”, ha commentato Enrico Letta. Dal Pd accuse ai renziani. Tensione in Forza Italia, con Elio Vito che ha rivendicato il suo voto contro la tagliola e ha lasciato gli incarichi nel partito. Il commento della Cei, con il presidente Gualtiero Bassetti: "Il voto del Senato offre un'ulteriore considerazione nel segno del concetto stesso di democrazia: una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l'obiettivo con l'intolleranza. Tra l'approvazione di una normativa ambigua e la possibilità di una riflessione diretta a un confronto franco, la Chiesa sarà sempre a fianco del dialogo e della costruzione di un diritto che garantisca ogni cittadino nell'obiettivo del rispetto reciproco". Il testo contro la omotransfobia era stato approvato dalla Camera il 4 novembre 2020. Il disegno di legge non potrà più essere riproposto e un nuovo ddl con un tema analogo dovrà aspettare sei mesi per essere trattato in Senato (COSA PREVEDE - I PUNTI CONTROVERSI).

Cos’è successo al Senato

Oggi, mercoledì 27 ottobre, in Senato si parlava di Ddl Zan. Conclusa la discussione in Aula, la presidente di Palazzo Madama Elisabetta Casellati ha riferito che erano state presentate due richieste di “non passaggio all'esame degli articoli”, da Lega e FdI. I due partiti hanno anche chiesto che il voto avvenisse a scrutinio segreto. “L'ennesima trappola sul cammino del ddl”, aveva commentato subito il deputato Pd Alessandro Zan su Twitter, chiedendo di respingere la richiesta (VIDEO). “Non si tratta di un voto truffa o peggio ancora una trappola, è un istituto previsto", aveva ribattuto il senatore della Lega Roberto Calderoli. La presidente del Senato ha accettato la richiesta di Lega e FdI. "Il presidente ritiene ammissibili le due richieste di votazione segreta in base al regolamento e ai precedenti. La mia decisione, per quanto legittimo contestare, perché si tratta di interpretazione, ha delle solide fondamenta di carattere giuridico – ha spiegato Casellati –. Io sono stata chiamata esclusivamente a giudicare sulla votazione segreta, che è una questione puramente giuridica, infatti ho citato il regolamento e i precedenti che mi hanno indotto alla concessione del voto a scrutinio segreto". Il voto segreto quindi c’è stato e l'Aula del Senato ha detto sì alla “tagliola”.

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I numeri

I senatori presenti in Aula erano 288, 287 i votanti. Da quanto risulta finora ai singoli gruppi su presenze e assenze, 2 senatori della Lega erano assenti sul totale di 64 e 3 gli assenti di Forza Italia rispetto al totale di 49. Si tratta di Niccolò Ghedini, Renato Schifani e Massimo Ferro. Per Fratelli d'Italia, invece, presenti tutti i 21 senatori. Nel Pd si contano 2 assenze su 38, 4 (tra cui Matteo Renzi) nel gruppo di Italia viva su 16 e 2 tra gli scranni del M5S sul totale di 74. Per il gruppo delle Autonomie un'assenza su 8 senatori, così come per L'alternativa c'è (ex M5S, che sono oggi nel gruppo Misto): presenti 3 su 4. I favorevoli alla tagliola sono stati 154, mentre 131 senatori hanno detto no e due si sono astenuti: un risultato accolto da un lungo applauso del centrodestra trionfante, che si è detto pronto a "ripartire da zero". “Noi ci aspettavamo 140 voti di chi era a favore del Ddl e quindi contro la tagliola, ne mancano all'appello almeno 16", hanno spiegato fonti del Pd al Senato. Ora il partito cercherà di capire se i franchi tiratori sono dentro il Pd o nell'area più allargata che ufficialmente era a favore del Ddl Zan. I parlamentari democratici hanno subito puntato l'indice su Italia viva, anche se qualcuno non ha escluso sabotatori interni di area riformista. Lo stesso Goffredo Bettini della direzione del partito è convinto che siano state le "giravolte di sovranisti e riformisti ad affossarlo". I renziani hanno invece accusato Pd, M5S e Leu.

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Le reazioni, esultano Salvini e Meloni

“Sconfitta l'arroganza di Letta e dei 5Stelle: hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, dalle associazioni e da molte famiglie, e hanno affossato il Ddl Zan. Ora ripartiamo dalla proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione", ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini. Soddisfatta anche la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: “Cala il sipario sul ddl Zan, una pessima proposta di legge che Fratelli d'Italia ha contrastato con coerenza e nel merito fin dall'inizio”.

The Chamber of the Senate during the discussion in the Senate Chamber of the Zan Ddl bills: Measures to prevent and combat discrimination and violence for reasons based on sex, gender, sexual orientation on gender identity and disability. Rome (Italy), July 13th, 2021 (Photo by Massimo Di Vita/Archivio Massimo Di Vita/Mondadori Portfolio via Getty Images)

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Tensioni in Forza Italia

Anche Forza Italia ha ufficialmente votato a favore della tagliola: tra i presenti, però, c'è stato almeno un voto in dissenso. Barbara Masini, infatti, ha spiegato in Aula: "Il Ddl Zan resta una legge imperfetta che avrebbe potuto essere migliorata e liberata da alcune ambiguità che la rendono di difficile condivisione per tutti, ma dal momento in cui è diventato chiaro che l'alternativa sarebbe stata quella di non avere nessuna legge che tuteli una comunità, che da 25 anni aspetta il riconoscimento del suo diritto di esistere e di non avere paura, allora la mia storia personale e la mia coscienza mi hanno costretto a votare contro le mozione di non passaggio agli articoli presentata da Lega e FdI, andando anche contro il mio gruppo di riferimento". A luglio la senatrice, protagonista di un coming out mesi prima, aveva fatto un intervento commosso in Aula dicendo di essere favorevole al disegno di legge Zan, pur con alcune riserve. Dopo il voto di Forza Italia, inoltre, Elio Vito ha scritto una lettera al presidente Silvio Berlusconi per lasciare gli incarichi interni al partito: "Per coerenza con le mie convinzioni, che mi portarono a votare a favore della proposta di legge alla Camera quando pur nella posizione contraria del gruppo fu garantita comunque la possibilità di votare secondo coscienza, a malincuore rimetto l'incarico che mi hai affidato".

Italia Viva: “L'arroganza di M5S e Pd ha prodotto sconfitta incredibile”

Dopo l’esito della votazione, dal Pd sono arrivate accuse ai renziani. Non si è fatta attendere la risposta di Italia Viva. "Per mesi ho chiesto di trovare un accordo per evitare di far fallire il Ddl Zan. Hanno voluto lo scontro e queste sono le conseguenze. Chi polemizza sulle assenze dovrebbe fare i conti con i 40 franchi tiratori. La responsabilità di oggi è chiara: e dire che per Pd e Cinque Stelle stavolta era facile, più facile dei tempi di 'O Conte o morte'. Non importava conoscere la politica, bastava conoscere l'aritmetica", ha commentato il leader Matteo Renzi. “L'arroganza di M5S e Pd ha prodotto una sconfitta incredibile non solo per il Parlamento, che ha perso l'occasione di far approvare una legge di civiltà, ma per le tante donne e uomini che aspettavano di essere finalmente tutelati da aggressioni e discriminazioni. La cecità e l'ostinazione di pochi ha fatto affossare una legge necessaria al Paese ", ha detto la presidente dei deputati di Iv Maria Elena Boschi. "Dopo essere sopravvissuti di un solo voto a scrutinio palese a luglio, accettare oggi la roulette russa di un voto segreto senza un piano e senza paracadute, rifiutando anche un rinvio di qualche giorno per trovare una soluzione, è il più raro esempio di insipienza e dilettantismo cui mi sia capitato di assistere in questi anni di politica”, ha aggiunto il sottosegretario all'interno Ivan Scalfarotto (Iv).

La delusione di Pd e sinistra

"Hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l'Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un'altra parte. E presto si vedrà", ha scritto su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta. “È evidente che c'è stato un travaso di voti dal centrodestra, ma sinceramente non mi aspettavo questo voto. Bisognerà fare una riflessione anche su come è stata gestita questa vicenda. Se questa è la conclusione vuol dire che errori sono stati fatti", ha detto invece Andrea Marcucci, senatore del Pd. "Il voto di oggi affossa una legge che mirava ad ampliare i diritti senza toglierne a nessuno. Una legge contro la discriminazione, l'intolleranza e l'odio che sin dall'inizio la destra ha voluto solo abbattere nascondendosi dietro una bugiarda disponibilità al dialogo che si è dimostrata oggi inesistente. Ma i numeri dicono chiaramente che questo risultato negativo è stato reso possibile solo dalle defezioni di alcuni che a parole hanno detto di voler discutere la legge in Aula, come sarebbe stato non solo giusto ma anche doveroso fare, e nel voto hanno invece fatto la scelta opposta", ha attaccato la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris. “Oggi il Senato, anche grazie alla decisione della sen. Casellati che ha favorito l'imboscata, scrive una pagina nera sul libro dei diritti. La bocciatura della legge Zan è una pessima notizia per il Paese e per tutti noi”, sono invece le parole del segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.

M5S: “Vergognoso”

Delusione e rabbia anche nel M5S. "Tutti si erano schierati dalla parte dei diritti civili, ma alla fine il Ddl Zan è stato spazzato via, nel segreto dell'urna, al Senato. Vergognoso", ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (M5S). "Il Ddl Zan – ha aggiunto – doveva diventare legge in pochi giorni, invece sono passati mesi su mesi, scuse su scuse, fino a far saltare il provvedimento. Diciamocelo chiaramente: in Italia ci sono ancora forti discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali. Questa è la verità. In un Paese moderno questo è inaccettabile". "Sul ddl Zan registriamo un passaggio a vuoto su un percorso di civiltà e di contrasto a ogni forma di discriminazione e violenza per l'orientamento sessuale. Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari", ha scritto invece il presidente del M5S Giuseppe Conte. Nel Movimento, poi, c'è chi se la prende con gli alleati: il "M5S si è fidato dell'esperienza del Pd, questo è il risultato", ha commentato Alessandra Maiorino. 

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