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Ddl Zan, seconda giornata di discussione in Senato: respinta per un voto la sospensiva

Politica

Il voto a scrutinio palese (136 sì e 135 no) boccia lo stop all'esame del testo. Salvini: "Se Letta e il Pd insistono a non voler ascoltare, dialogare e trovare una soluzione, la legge è morta". Renzi: "Immaginate cosa potrà accadere a scrutinio segreto". Da FdI filtra irritazione per le assenze del centrodestra in Aula (sette tra FI e Lega). Mirabelli: "L'identità di genere non è un'invenzione"

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Si è chiusa al Senato anche la seconda giornata di discussione sul ddl Zan contro l'omotransfobia (IL TESTO): l'esame riprende giovedì mattina alle 9.30. Palazzo Madama oggi ha respinto la proposta di sospensiva per un solo voto: 136 sì e 135 no a scrutinio palese. A chiedere lo stop all'esame del testo erano stati Lega e Forza Italia. Dopo il voto, l'Aula ha proseguito la discussione generale sul provvedimento, che continua la sua marcia in Senato sperando nell'approvazione definitiva. Ma lo scontro politico non si placa. "Se Letta e il Pd insistono a non voler ascoltare, dialogare e trovare una soluzione, la legge è morta", ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini. "Immaginate cosa potrà accadere a scrutinio segreto...", ha ammonito il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. E se da FdI filtra irritazione per le assenze del centrodestra in Aula (sette tra FI e Lega) che avrebbero potuto ribaltare l'esito dello scrutinio, secondo il vicepresidente dei senatori Franco Mirabelli (Pd) "l'identità di genere non è un'invenzione". Intanto martedì 20 alle 12 scadrà il termine per presentare gli emendamenti: "Avranno nome e cognome - sottolineano fonti del Nazareno - e finalmente tutti capiranno" quali sono e da chi vengono le richieste.

Le sospensive presentate da Forza Italia e Lega

Ieri il Senato, con 124 voti a favore, 136 no e quattro astenuti, ha bocciato le pregiudiziali di costituzionalità avanzate da Lega e Fratelli d'Italia. Tre invece oggi le proposte di questione sospensiva che sono state presentate ancora dal Carroccio e dai forzisti. Il presidente dei senatori leghisti Massimiliano Romeo, ricordando che "dubbi su alcuni aspetti del ddl sono stati sollevati anche da femministe e donne del Pd", ha avanzato la proposta di rinviare al 27 luglio l'esame del ddl per trovare un accordo politico in Commissione. Ma col "no" alla sospensiva votato dall'Aula, per il momento, si procede con la discussione generale del provvedimento.

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Le reazioni dopo il no alla sospensiva

"La Lega ha raccolto le indicazioni di associazioni, del Santo Padre, di gay, lesbiche, insegnanti... votiamo tutti insieme, sarebbe un bel segnale. Togliamo dal testo quello che divide e la legge viene approvata al Senato e alla Camera entro l'estate", ha detto Salvini rispondendo a una domanda sul ddl Zan davanti a palazzo Chigi, dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi. "Questo voto dimostra chiaramente quello che diciamo da tempo, o si cambia rotta o il ddl Zan va a fondo. Il Pd e il M5S hanno il dovere morale di discutere e trovare soluzioni", sostiene in una nota il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone. "Siccome i numeri sono a rischio, dobbiamo fare un grande accordo, perché a scrutinio segreto questa legge non passa", ha spiegato Renzi, perché "per fare una legge non ci vogliono i like di Fedez, ci vogliono i voti in Parlamento". Di tutt'altro parere Mirabelli (Pd): "L'identità di genere non è una invenzione. Le proposte alternative finora annunciate non propongono di mediare ma di togliere dal testo questa definizione. Ciò vuol dire togliere qualcosa a qualcuno, togliere tutele a persone che sono discriminate. E questo non lo possiamo accettare".

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Una maggioranza divisa

Lo scenario a Palazzo Madama è quello di numeri traballanti, e si inizia a fare la conta spulciando i tabulati. Attorno al ddl Zan si raccoglie una maggioranza fragile messa in evidenza già con il voto palese. Oggi erano 12 gli assenti ingiustificati: 4 di FI, 3 della Lega e 5 del M5s. Tra i soccorritori che hanno consentito al provvedimento di sopravvivere viene indicato l'ex M5s Lello Ciampolillo del Misto, che arriva sul filo del tempo, così come il ministro Stefano Patuanelli. Il gruppo Misto, che conta 46 senatori più due senatori a vita, è in realtà spaccato e ha votato con 14 voti a favore (7 ex M5s e 7 ex FI) e 23 contrari (15 ex M5s, 5 LeU, 1 Maie, 1 +Europa, 1 ex Pd). Come spaccato è il gruppo delle Autonomie con 2 favorevoli e 4 contrari.

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