Incassata l'approvazione a Montecitorio, con 535 voti a favore, 56 contrari e 5 astenuti, il premier debutta al summit del G7 che, quest’anno, si tiene in formato virtuale. Si tratta di un pre-vertice voluto dal premier britannico Johnson che ha la presidenza e che ha già fissato per il mese di giugno, in Cornovaglia, il summit in presenza. Al centro del meeting, l'emergenza Covid-19
Incassata la fiducia anche alla Camera, che ha approvato il governo di Mario Draghi con 535 voti a favore, 56 contrari e 5 astenuti, il premier si prepara per oggi al debutto al summit del G7 che, quest’anno, si tiene in formato virtuale. Si tratta di fatto di un pre-vertice voluto dal premier britannico Boris Johnson che ha la presidenza e che ha già fissato per il mese di giugno in Cornovaglia il summit in presenza (IL DISCORSO AL SENATO - COME CAMBIA IL PIANO VACCINI - GLI AGGIORNAMENTI LIVE SUL COVID-19). Prima dell'appuntamento del G7, per Draghi anche la prima uscita pubblica come Presidente del Consiglio, con la partecipazione alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario alla Corte dei Conti.
Il G7 dedicato all'emergenza Covid-19 e il ruolo di Draghi
Draghi si collegherà al vertice tutto dedicato all'emergenza Covid, in particolare ai vaccini, con la convinzione che sia necessario accelerare. E da questo punto di vista il confronto con gli altri Paesi, Gran Bretagna in testa, è fondamentale. È quello il modello a cui guarda il premier e a cui fa riferimento quando invita ad "imparare dai Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi, disponendo subito di quantità di vaccini adeguate". Del resto, secondo il premier, la rapidità nella diffusione dei vaccini è essenziale anche per scongiurare che le varianti prendano il sopravvento. Un tema che Draghi potrebbe affrontare anche con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Bruxelles, dove si sta lavorando ad un possibile incontro già la settimana prossima. Il formato virtuale non permette la possibilità di bilaterali, ma resta l'intenzione di Draghi, in attesa dei faccia a faccia, di porre le basi per strutturare quel rapporto "strategico e imprescindibile" con Francia e Germania del quale ha parlato in Senato, per far rinascere l'economia europea dalle macerie del Covid.
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Le tensioni interne al M5s dopo la fiducia
Sul fronte interno, invece, il M5s è spaccato dopo che alcuni parlamentari hanno votato contro Draghi: 16 i 'no' e 4 le astensioni, oltre a 12 assenti. Luigi Di Maio ha comunque sottolineato come il 'sì' alla fiducia fosse "sostenuto anche dagli iscritti". Successivamente, con un post su Fb, Vito Crimi ha fatto sapere: "Come già avvenuto al Senato, anche i portavoce del MoVimento 5 Stelle che nel voto di fiducia alla Camera si sono espressi diversamente dal gruppo parlamentare verranno espulsi".
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