Governo Draghi, Salvini: “Meloni non si isoli”. Lei replica: "Non governo con Pd e M5s"

Politica

Dopo il primo giro di consultazioni, Lega e FdI hanno manifestato posizioni molto differenti. Il leader del Carroccio apre all’esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce: “È il momento della responsabilità e del coraggio, non della paura”. Fratelli d’Italia ha annunciato che invece starà all’opposizione. E Meloni dice: “È molto più utile per il bene del Paese che stiamo fuori”

L’ipotesi di un governo guidato da Mario Draghi divide il centrodestra (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE). Dopo il primo giro di consultazioni con il premier incaricato di formare un nuovo esecutivo, Lega e Fratelli d’Italia si sono ritrovati su posizioni molto distanti. All’apertura di Matteo Salvini ha fatto da contraltare il netto “no” di Giorgia Meloni. I due, anche sui giornali in edicola domenica 7 febbraio, hanno ribadito le proprie argomentazioni pro e contro un eventuale arrivo a Palazzo Chigi dell’ex presidente della Bce (LE RICHIESTE DI TUTTI I PARTITI - IL CALENDARIO DEL SECONDO GIRO DI CONSULTAZIONI DA LUNEDÌ 8). 

Salvini: “Meloni non deve isolarsi”

Il leader leghista Matteo Salvini, in un'intervista a Il Messaggero, ha detto: "Stimo e rispetto Giorgia Meloni ma non condivido la sua scelta di isolarsi e di dire no. È il momento della responsabilità e del coraggio, non della paura. In un momento così difficile e importante, non penso al partito ma all'Italia. La gente ha fame di salute e di lavoro, non di beghe o di calcoli politici", ha osservato Salvini. "Ho fatto di tutto per mantenere l'unità della coalizione, è grazie alla nostra serietà e compattezza che sono andati a casa Conte, Casalino e Azzolina", ha insistito il segretario della Lega, "spero e credo che il centrodestra possa ancora trovare una sintesi, l'unione fa la forza".

Salvini: “Come nel Dopoguerra”

"A differenza della sinistra noi non mettiamo veti, preferiamo ragionare sul programma e confrontarci sulle idee”, ha detto il leader della Lega. “Per uscire dalla crisi tutti dovrebbero mettere il bene dell'Italia davanti all'interesse di partito". Salvini chiede di "ragionare con uno spirito unitario" e fa il paragone con il Dopoguerra: "Comunisti, democristiani, socialisti e azionisti devono essere un modello: si misero d'accordo, dopo la Seconda guerra mondiale, per fare poche cose, fatte bene, nell'interesse del Paese. Per poi tornare a confrontarsi nelle elezioni”.

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Meloni: noi mai con Pd e M5s

La leader di FdI Giorgia Meloni, ha invece rilasciato un'intervista a Libero, in cui ha spiegato le sue motivazioni: "Non governo con Pd e 5 Stelle. È una promessa fatta a tutti gli italiani che ci sostengono e una regola che vale pure se il premier è Mario Draghi: del resto, da persona seria qual è, non ha cercato minimamente di convincermi”. Secondo Meloni, "ci possono essere una serie di motivi per i quali Salvini e la Lega hanno reputato più vantaggioso sostenere Mario Draghi che non porsi con noi all'opposizione, come sarebbe più naturale e probabilmente più affine al loro elettorato, non entro nelle loro dinamiche, la caratteristica di FdI è sempre stata quella di non fare tatticismi ed essere molto chiara sul no a ogni forma di inciucio".

Meloni: fuori per il bene dell’Italia

Giorgia Meloni ha proseguito dicendo che "il livello del premier incaricato è fuori discussione, ma forse stavolta a qualcuno non farà comodo, siamo una Repubblica parlamentare ed è in Aula che le proposte devono passare. Per questo mi auguro che emerga presto e con chiarezza, prima possibile, la sua agenda”. Quindi ha ribadito: “Stare all'opposizione costringe il governo a mediare. Per questo è molto più significativo e utile alle idee del centrodestra che FdI stia fuori. A maggior ragione se è vero che Mario Draghi ha il 70% di gradimento da parte degli italiani. Che facciamo con il restante 30%? Credo che sia doveroso dare rappresentanza a quella parte di cittadini, non solo di centrodestra, che non sarà d'accordo con tutte queste forzature".

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Molinari (Lega): se governo politico è normale che Salvini sia ministro

Intanto, fronte Lega, arrivano anche le parole di Riccardo Molinari. Il capogruppo leghista alla Camera, in un'intervista al Corriere della Sera ha lanciato l’idea di Salvini ministro: "Se il governo Draghi sarà un governo politico, mi sembrerebbe normale che tra i ministri ci fosse anche Matteo Salvini. In segreteria abbiamo deliberato che il nostro appoggio non potrà essere né esterno, né un'astensione, non potremmo assumerci responsabilità senza poter dire una sillaba", ha sottolineato Molinari, "e dunque, la mia opinione è che il primo a dover entrare in squadra debba essere il segretario del partito di maggioranza relativa”. Sull'ingresso del Carroccio nell'esecutivo Molinari resta cauto. "L'incontro con il professor Draghi è stato costruttivo e dunque sono ottimista. Però è presto: bisognerà vedere il perimetro politico della maggioranza e il programma".

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