
Dimissioni Conte, tappe e bilancio di due anni e mezzo al governo
Prima l’esecutivo giallo-verde nato nel giugno 2018 e messo in crisi dalla rottura con Salvini. Poi quello sostenuto dalla coalizione tra Pd e M5s, segnato dalle frizioni con Renzi. In mezzo agli scontri politici, i mesi dell’emergenza sanitaria ed economica causata dal Covid-19. E ora la maggioranza punta a un Conte-ter

Quindici mesi di governo giallo-verde, iniziati a giugno 2018, a tre mesi dalle elezioni di marzo e interrotti dopo la rottura con Matteo Salvini nell’estate del 2019. Poi i sedici mesi di esecutivo giallo-rosso col sostegno dei 5 stelle e del centrosinistra, partiti a settembre 2019. Fino allo scontro con l’altro Matteo, Renzi. Ecco in sintesi le principali tappe e il bilancio dei due governi guidati, in due anni e mezzo, da Giuseppe Conte

Il 4 marzo del 2018 l'Italia vota per le Politiche e si scopre giallo-verde. Per il Pd il risultato delle elezioni è un tonfo ma il centrodestra non ha i voti sufficienti per andare a governare. Il primo partito in Italia è il Movimento 5 Stelle, votato quasi da un italiano su tre. Ma la Lega di Matteo Salvini vede quadruplicare i voti e si impone sullo scenario politico

Per quasi tre mesi si susseguono incontri, trattative, ipotesi, con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a gestire il momento più delicato del suo mandato. L'incarico al premier Giuseppe Conte, fino a quel momento un docente universitario vicino ai 5 Stelle ma mai impegnato in prima persona nella politica, arriva solo il 23 maggio, preceduto da incarichi esplorativi e da una breve ipotesi 'tecnica' con Carlo Cottarelli

Conte, “l’avvocato del popolo”, come lui stesso si è definito è chiamato a far rispettare il “contratto” stipulato da Di Maio e Salvini. Il reddito di cittadinanza, Quota 100 con la 'cancellazione' della legge Fornero, la stretta sui migranti, la legittima difesa, le norme 'spazzacorrotti': sono alcuni dei passaggi chiave del governo giallo-verde
Conte-Renzi, un anno e mezzo di tensioni fino alla crisi di governo
Ma ci sono anche grandi temi che dividono, dalle Autonomie al concetto di famiglia, con Di Maio e Salvini che vanno in contrapposizione. In tv, sui giornali, e soprattutto sui social. Sfide a colpi di dirette Facebook ma anche di scaramucce in Parlamento. In mezzo Conte che pazienta, media, ma ad un certo punto dice anche 'basta'

A giugno 2019, dopo un anno di governo, Conte lancia il suo ultimatum ai suoi due vicepremier: "Non mi presto a vivacchiare, galleggiare. Sono pronto a rimettere il mio mandato al Presidente della Repubblica. Decidano". Si sfiora la crisi ma l'incontro chiarificatore con Di Maio e Salvini arriva e il governo si dice pronto ad affrontare i temi ancora aperti, soprattutto la difficile manovra economica che si preannuncia per l’autunno 2019

Ma le divisioni ricominciano presto. La Lega, forte del risultato delle Europee di maggio 2019, vuole portare a casa il decreto sicurezza bis e la Tav. E ad agosto 2019 il partito guidato da Salvini esce dalla maggioranza e presenta la mozione di sfiducia al Senato nei confronti del governo Conte I

A settembre 2019, vede la luce il Conte II. Con 343 voti favorevoli, 263 contrari e 3 astenuti, il governo ottiene la fiducia alla Camera e successivamente con 169 voti favorevoli, 133 contrari e 5 astenuti arriva la confermato dal Senato

Conte si mette alla guida di un esecutivo M5S-Pd-Leu. Da un governo con forze di maggioranza ostili alle istituzioni comunitarie, si passa a una compagine europeista anche grazie alla nomina di Paolo Gentiloni a commissario per gli Affari economici e con Enzo Amendola responsabile delle Politiche Ue

Ma le scosse all’interno della maggioranza non si arrestano. Nelle stesse ore in cui i giallorossi giurano, Matteo Renzi di fatto formalizza la sua uscita dal Pd e la fondazione di Italia Viva, trasformando l'esecutivo da tri-partito a quadri-partito

E' il governo dei dossier spinosi, il Conte II. Dall'ex Ilva ad Autostrade, da Alitalia fino al grande piano della banda larga. Il governo deve anche approvare la legge di Bilancio e deve fare i conti con le finanze dello Stato. Il via libera alla manovra arriva in extremis alla vigilia di Natale 2019

Ma il governo Conte II è, innanzitutto, quello che ha guidato l'Italia durante l’emergenza Covid-19 tuttora non conclusa. Il 30 gennaio vengono accertate ufficialmente le prime due persone positive al coronavirus in Italia, sono due cittadini cinesi che vengono individuati e isolati a Roma. Il 31 gennaio il Cdm decreta lo stato di emergenza sanitario nazionale per sei mesi. Il 21 febbraio a Codogno viene accertato il primo paziente italiano affetto da Covid-19

Marzo è il mese delle zone rosse. Prima in Lombardia e in Veneto, poi in tutta Italia. Il 9 marzo, Conte decreta 40 giorni di lockdown per tutto il Paese. Poi si va avanti con una serie di Dpcm, a maggio l’Italia inizia a riaprire le varie attività. Poi arriva l’estate, i contagi iniziano a risalire e così anche le polemiche. Arriva la seconda ondata e si arriva al Dpcm dei colori e ai giorni nostri, con un’epidemia tutt'altro che finita

I Dpcm fanno storcere il naso alle opposizioni che accusano Conte di scavalcare il Parlamento. Sul fronte dell’emergenza economica si passa dal decreto Cura Italia al decreto Liquidità, al decreto Rilancio fino ai diversi decreti Ristori. Ed anche in questo caso i provvedimenti del governo non riescono a mettere d’accordo tutte le parti politiche e le categorie lavorative e sociali
Sul fronte politico, a maggio 2020, il governo Conte II deve affrontate la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Renzi e Italia viva minacciano di votare la mozione. Alla fine Bonafede si salva al Senato

A luglio, Conte partecipa al Consiglio europeo straordinario a Bruxelles sul Recovery Fund. Nonostante l'opposizione dei cosiddetti Paesi "frugali" (Olanda, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia) si raggiunge un’intesa. Su 750 miliardi, l’Italia porta a casa circa 209 miliardi di euro per la ripresa dopo la pandemia

A settembre, l’esecutivo guidato da Conte supera anche il test del referendum del taglio dei parlamentari e delle elezioni regionali. In autunno, torna lo spettro della legge di Bilancio. La manovra viene presentata nuovamente in ritardo e passa l’esame anche questa volta in extremis, con le opposizioni che non gradiscono

Ma è proprio sul Recovery Plan ovvero sul piano di utilizzo dei fondi ottenuti dall’Ue che Matteo Renzi contesta l’operato del Conte II, chiedendo anche all'esecutivo di ricorrere al Mes. Poi le accuse sulla gestione della scuola durante l’emergenza Covid, il controllo sui servizi segreti, la mancanza di collegialità nel governo. Una lunga lista di critiche che culmina col ritiro di Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, le due ministre di Italia Viva, che dà il via alla nuova crisi di governo