Il premier in un post su Facebook: "Piena disponibilità al dialogo e ad accogliere le buone idee degli altri". La maggioranza vive settimane di tensioni. Il Quirinale monitora e restano in campo diverse opzioni: dal rimpasto nell’esecutivo alla crisi pilotata con dimissioni del presidente del Consiglio ed eventuale Conte-ter (anche se Palazzo Chigi non vorrebbe percorrere questa strada). Possibili anche le ipotesi di una crisi al buio o di un ritorno alle urne. Renzi: "Non c'è nessun rischio di voto anticipato"
Il governo Conte vive giorni di stallo e l’ipotesi di una crisi appare sempre più possibile. In un lungo post su Facebook, nel giorno dell'Epifania, il premier parla di "sfide imponenti, molto impegnative". E lancia un appello all'unità: "Per raggiungere questi obiettivi occorrono piena dedizione, lucida determinazione, intelligente lungimiranza. Una premessa imprescindibile è rafforzare la coesione della maggioranza e, quindi, la solidità alla squadra di governo. Se percorreremo questo cammino con senso di responsabilità, avremo la più salda garanzia di andare nella direzione giusta, perseguendo l'interesse generale". Per quanto riguarda il Recovery Plan, non ancora pronto, Conte aggiunge: "Non è mai venuta e mai verrà meno, da parte mia, l’apertura al confronto e all’ascolto delle forze che sostengono il governo. Ho sempre lavorato per raccogliere tutte le proposte migliorative su ogni tema o provvedimento sin qui adottato e così sarà anche in futuro, perché è questo che ci chiedono i cittadini. Questo vale, ovviamente, anche per il Recovery Plan".
Renzi: "Nessun rischio di voto anticipato"
"Non c'è nessun rischio di voto anticipato perché la legislatura finisce nel 2023. Parliamo di contenuti, non di giochi vecchio stile", ha detto il leader di Italia viva Matteo Renzi. Ma resta comunque in piedi la possibilità di un rimpasto dell’esecutivo. E sulle dimissioni del premier, vero obiettivo di Italia viva, con conseguente crisi pilotata ed eventuale Conte-ter, da Palazzo Chigi filtra scetticismo. "Al momento l'opzione non c'è", spiega una fonte vicina al capo del governo. Lo stallo, dopo gli spiragli di trattative dei giorni scorsi, arriva fino al Colle, dove il presidente Sergio Mattarella vigila con crescente preoccupazione. Al Quirinale si ribadisce un assunto: da un lato c'è l'apertura - pur considerandola rischiosa - a un rimpasto e anche al Conte-ter, dall'altro c'è l'indisponibilità a "governicchi" con maggioranze improvvisate. La via maestra in caso di crisi, quindi, non è neppure un governo istituzionale ma quella del ritorno alle urne.
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"Recovery in Cdm, poi dobbiamo correre insieme"
"La piena disponibilità al dialogo - continua Conte - predispone anche ad accogliere le buone idee degli altri. Una volta messa a punto una proposta migliorativa del Piano ritorneremo in Consiglio dei ministri per l'approvazione e riattiveremo così il confronto con l'intero Parlamento e, quindi, anche con le forze di opposizione, aprendoci anche alla discussione con tutte le parti sociali. Adesso dobbiamo correre. Solo così - prosegue il premier - potremo dare all'Italia l'accelerazione che serve a trarla fuori dalle difficoltà del tempo presente e a preservarla dalle ulteriori difficoltà all'orizzonte. Dobbiamo correre insieme"
L’ipotesi rimpasto
Al momento, non c’è un accordo tra gli alleati su come fare un eventuale rimpasto. Anche perché, se non si passasse per le dimissioni del premier toccherebbe ai singoli partiti convincere i ministri "selezionati" a lasciare l'incarico. Con esiti imprevedibili. Ed è da questo stallo che nasce lo scetticismo del premier per il Conte-ter. Con un'intesa blindata, una crisi-lampo con dimissioni consegnate al Quirinale e immediato voto di fiducia alle Camere questo scetticismo potrebbe anche scemare, ma la strada è in salita.
Zingaretti: fare presto, crisi ora è gioco di potere
"Bisogna fare presto. Abbiamo molte cose da fare per gli italiani”, dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti in un ragionamento riportato sul Corriere della Sera. "Il Pd intende superare le conflittualità all'interno della maggioranza e un clima di incertezza che può arrecare danni all'azione di governo e alle condizioni di vita del Paese. La crisi, in un momento di emergenza verrebbe vissuta come un gioco di potere, lontano dagli interessi dell’Italia".
La posizione del Pd
"Non è che ci piace votare in piena pandemia ma temiamo che le elezioni siano l'unica strada possibile perché tutte le altre ipotesi a una soluzione costruita sulla base dell'attuale equilibrio, pur con i necessari ritocchi, non sono perseguibili", dice il vice segretario Pd Andrea Orlando ribadendo che prima di tutto serve "un patto di legislatura". Patto di legislatura quindi, "no" a un'alleanza con la destra sovranista e ferma contrarietà a una crisi al buio sono la stella polare del Pd. Al Nazareno si susseguono riunioni, dall'incontro di Zingaretti con il comitato politico a quella di Orlando con i segretari regionali. I Dem chiedono di partire dai contenuti per poi verificare se ci sono le condizioni per una soluzione 'pilotata' che faccia nascere un Conte ter.
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Boschi: Conte si decida, basta perdere tempo
"A oggi, nessuna risposta dal governo”, attacca invece Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia viva, su La Stampa. “Forse il presidente vuole verificare fino in fondo l'ipotesi dei responsabili prima di chiarirsi con noi. Legittimo, ma l'importante è che non perda tempo. Noi siamo pronti al dibattito in Parlamento, le nostre ministre sono pronte a dimettersi. Conte si decida". Secondo Boschi le elezioni anticipate non sono una strada praticabile. Teresa Bellanova, capo delegazione di Iv, aggiunge: “Non abbiamo posto il problema di avere più spazi o incarichi, ma abbiamo posto il problema della qualità dell'azione di governo: sono mesi che abbiamo attirato su questo l'attenzione del presidente del Consiglio e dei partiti di maggioranza. È chiaro che le nostre dimissioni sono lì ma non è quello il punto, il punto è che ancora non si riesce ad avere un momento di confronto di merito vero".
Gli attacchi di Iv
Matteo Renzi ieri ha parlato di "problema politico" con il presidente del Consiglio ed elencato tutti i nodi su cui difficilmente cederà: il Mes, il Recovery, la delega ai Servizi, perfino il reddito di cittadinanza. "Se le nostre idee non vi servono, tenetevi le poltrone", è il suo affondo. E da Iv fanno sapere che non ci sono stati ancora contatti con Palazzo Chigi. Dunque i renziani reputano ancora ogni scenario aperto. E in Iv non passa inosservata la nota di Cambiamo!, il partito di Toti, che apre a un "esecutivo di salute pubblica". Qualche renziano la legge come un segnale a Conte, anche se i 'totiani' negano. Ma tornano a circolare voci di un lavoro in corso, con contatti anche da Palazzo Chigi, per formare un gruppo di "responsabili" o "costruttori", al Senato. Da Iv confermano che sarebbero stati sondati anche un paio di senatori renziani e che i due parlamentari avrebbero girato il messaggio a Matteo Renzi. La reazione? "Auguri e tanti, tanti responsabili", avrebbe detto il leader di Iv. E una fonte qualificata di Iv commenta: "Se così stanno le cose vuol dire che Conte vuole lo showdown, la conta in Parlamento”.
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