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Governo, Bellanova: "Avviato un percorso sul Recovery Fund. Ma la verifica non è finita”

Politica
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La ministra dell'Agricoltura in un’intervista a La Stampa: “Non stiamo parlando di Napoleone, ma di un premier sostenuto da una maggioranza composita, lui ha l'onere e l'onore di trovare una sintesi”. E aggiunge: “Non stiamo parlando di rimpasto: non abbiamo nessuno da piazzare ma proposte da discutere". All’orizzonte una tregua sulla task force: ci sarà ma, rispetto a quella prevista due settimane fa, sarà diversa

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“Un primo passo è stato fatto. Si è avviato un percorso sul Recovery Fund. Non è però la fine della verifica, che si farà dopo l'approvazione della Legge di bilancio: se vuoi arrivare alla fine della legislatura devi avere una visione strategica". A dirlo è la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova che, in un’intervista a La Stampa, torna a parlare delle tensioni tra Italia viva e il governo Conte: "Siccome non stiamo parlando di Napoleone, ma di un premier sostenuto da una maggioranza composita, lui ha l'onere e l'onore di trovare una sintesi". Intanto, dall’incontro di ieri a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio e la delegazione di Iv sembra essere emerga una tregua: la task force per il Recovery ci sarà ma, rispetto a quella prevista due settimane fa, sarà a dir poco rivoluzionata.

“Stiamo ponendo problemi reali”

Le divergenze, osserva la ministra, non si risolvono con "le battute di yes-men che brandiscono le percentuali di Iv". “Noi stiamo ponendo problemi reali - aggiunge - Non stiamo parlando di rimpasto: non abbiamo nessuno da piazzare ma proposte da discutere", anche perché quando le aziende cominceranno a licenziare "c'è il rischio di una questione di ordine pubblico".

“Iv non è disposta né a fare numero né a fare tappezzeria”

Parlando poi del Recovery, Bellanova spiega: "Sulla governance avevamo visto giusto nell'indicare il rischio di un commissariamento dei Ministeri, delle Regioni, del Parlamento, rilevando criticità e profili di incostituzionalità. Nella Legge di bilancio la norma che si voleva introdurre, illustrata nel Cdm di lunedì 7, è del tutto assente. Oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo fatto 'solo' un primo giro di tavolo. L'analisi di dettaglio, punto per punto, sarà oggetto di un documento che invieremo a Conte entro la prossima settimana". Al momento nel Piano "quanto manca pesa di più di quanto è presente. Il confronto deve essere collegiale e condiviso, fino alle singole virgole. Iv non è disposta né a fare numero né a fare tappezzeria. Quello che scongiura la crisi è la qualità del confronto di cui deve essere garante Conte".

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Le prossime tappe

Dall’incontro a Palazzo Chigi di ieri Iv - senza il suo leader - è uscita scandendo che la "task force non c'è più". In realtà, una struttura di missione ci sarà, spiega il ministro Enzo Amendola, perché è prevista dalle linee guida dell'Ue. Ma sarà un nodo che il governo affronterà solo dopo l'ok del Cdm di fine anno al Recovery Plan. Un nodo da affrontare non prima di gennaio, forse anche dopo ai tanti altri dossier che assediano la maggioranza: dall'agenda di governo al rimpasto. Nel frattempo lo stallo sul Recovery Plan sembra essersi sbloccato. Lunedì o martedì un nuovo confronto tra Conte e le forze di maggioranza analizzerà le proposte che queste ultime avanzeranno sullo scheletro dei 52 progetti consegnati in queste ore dal governo. Poi, il Consiglio dei ministri per l'ok al testo, "auspicabilmente" entro fine anno. Sempre negli ultimi giorni dicembre inizieranno gli incontri, più tecnici, al Mef. E nei giorni in cui la bozza approderà in Parlamento il governo darà vita ad un nuovo giro di confronti con enti locali, parti sociali, terzo settore.

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