Calabria, Guido Longo è il nuovo commissario alla Sanità. Conte: "Uomo delle istituzioni"

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Via libera alla nomina in un Consiglio dei ministri lampo. Il premier: "Ha già operato in Calabria, sempre a difesa della legalità". Originario di Catania, 68 anni, Longo ha lavorato a Palermo come investigatore della Squadra mobile, addetto alle sezioni Narcotici e Omicidi. "Ho accettato come atto d'amore verso la Calabria, che è la Regione in cui mi sono formato come funzionario di polizia. Il mio è anche un dovere istituzionale", ha detto il nuovo commissario

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla nomina del prefetto Guido Nicolò Longo come nuovo commissario alla sanità in Calabria. La riunione è stata lampo, durata solo il tempo della nomina. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, su Twitter, ha definito Longo "un uomo delle istituzioni, che ha già operato in Calabria, sempre a difesa della legalità". All'agenzia Ansa, Longo ha spiegato di aver "accettato di fare il commissario per la sanità come atto d'amore verso la Calabria", che è la Regione in cui si è "formato professionalmente come funzionario di polizia". "Il mio - ha aggiunto - è anche un dovere istituzionale verso il governo, che mi ha scelto e che ringrazio".

Dalla laurea in Giurisprudenza alla lotta alla mafia: la carriera

Longo ha 68 anni ed è nato a Catania. Si è laureato in Giurisprudenza all'Università di Catania ed è abilitato all'esercizio della professione forense. Vincitore di concorso, accede nel 1978 alla carriera di Funzionario di Pubblica Sicurezza. Nel 1979 gli viene attribuito il premio "Luigi Calabresi" come migliore allievo della Scuola Superiore di Polizia. Sempre nello stesso anno, viene assegnato alla Questura di Reggio Calabria con l'incarico di dirigere una Sezione della locale Squadra mobile. Successivamente, sempre della locale Squadra mobile, ricopre l'incarico di dirigente della Sezione omicidi, coordinando importanti operazioni di rilievo internazionale. Dopo la prima esperienza nella Questura reggina, è stato a Palermo nel periodo delle stragi nel 1992, prima alla Squadra mobile come dirigente delle Sezioni narcotici e omicidi e poi come vice capocentro della Dia, poi a Napoli; a Roma viene promosso al Servizio centrale, è a Caserta dopo la strage di Castelvolturno, poi nuovamente a Reggio e Palermo. A lui si devono, in Campania, i risultati di importanti operazioni antimafia, tra cui la cattura dei superlatitanti dei Casalesi Antonio Iovine, Michele Zagaria e del capo del clan Francesco Schiavone detto Sandokan. È stato anche prefetto di Vibo Valentia dal marzo 2017 al 30 maggio 2018, quando si è congedato per sopraggiunti limiti di età. Dal 28 luglio scorso guida la terna commissariale del Comune di Partinico, in Sicilia.

epa08195420 The director of Civil Protection and Coordinator of the Technical and Scientific Committee on the Coronavirus, Agostino Miozzo, attends a press conference in Rome, Italy, 05 February 2020.  EPA/ALESSANDRO DI MEO

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Spirlì: "Massima collaborazione, ma commissariamento è un'offesa"

"Fermo restando che lo strumento del commissariamento resta per noi un'offesa alla capacità istituzionale dei calabresi, prendiamo atto della scelta del governo, a cui abbiamo dato un collaborativo parere positivo, e ci mettiamo subito al lavoro al fine di garantire al nuovo commissario ad acta, il prefetto Guido Longo, la massima collaborazione in un momento di evidente grave emergenza sanitaria, e non solo a causa degli assalti del Covid-19", ha commentato il presidente facente funzioni della Giunta regionale della Calabria, Nino Spirlì. "Il neo commissario - ha continuato - dovrà risolvere l'annoso patimento dei calabresi che si ammalano di tumore, a causa del quale indossano gli scomodi panni di viaggiatori disperati. Dei cardiopatici e dei diabetici. Di chi soffre di malattie genetiche. Dei giovani e meno giovani affetti da disturbi della psiche e del corpo". E ancora: "Si dovrà occupare delle macerie di ospedali costruiti e mai battezzati, di ospedali arrivati ormai all'agonia architettonica e strumentale, di ospedali semivuoti e semipieni orfani di personale di ogni ordine e grado. Si dovrà occupare di una medicina di territorio mai nata o nata male, abbandonata a se stessa, senza alcuna attenzione del Palazzo, quando - addirittura - non offesa da silenzi burocratici annichilenti. Si dovrà occupare dell'arrogante arroccamento di responsabili irresponsabili, sordi agli squilli di telefono, ai tocchi sulla porta, alle richieste verbali o affidate alla penna vera e virtuale. Si dovrà occupare di rendere umano ciò che umano, fino a oggi, nell'universo sconquassato della sanità calabrese, non è stato".

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Il caos delle nomine

La nomina di Longo arriva dopo la notizia, di poche ore prima, del nulla di fatto su Agostino Miozzo, coordinatore del Cts. A quanto si apprende da fonti di maggioranza, Miozzo avrebbe chiesto al premier di poter essere investito dell'incarico avendo poteri in deroga, ma la sua condizione non è stata ritenuta ricevibile. La vicenda calabrese si era aperta all'inizio di questo mese, con le dimissioni di Saverio Cotticelli, che, in un’intervista, aveva ammesso di non conoscere le disposizioni del governo per la gestione dell’emergenza coronavirus. Il 7 novembre il Cdm aveva quindi nominato Giuseppe Zuccatelli, che aveva però lasciato pochi giorni dopo in seguito al video di alcuni mesi prima - che era tornato a circolare sul web - in cui sosteneva che le mascherine non servono a evitare la diffusione del coronavirus. Dopo le dimissioni di Zuccatelli su richiesta del ministro della Salute Roberto Speranza, il 16 novembre il Cdm aveva nominato alla guida della sanità calabrese Eugenio Gaudio, rettore uscente dell'Università La Sapienza di Roma. Ma anche quest’ultimo aveva rinunciato poco dopo la nomina per motivi familiari. E ora c'è Guido Longo.

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