Dpcm, regioni: scuole chiuse fino a gennaio. Speranza: "Prudenza". Timori su terza ondata

Politica

Governo e Regioni discutono le misure da attuare. Tanti i temi: dalla scuola allo sci, fino alle messe di mezzanotte. Sul ritorno tra i banchi scolastici, i presidenti di regione hanno chiesto di prolungare la didattica a distanza per i licei fino a gennaio. Boccia: "Impianti sciistici riaprono quando epidemia sarà raffreddata". Fontana critico: "Governo ci lascia in zona rossa fino al 3 dicembre", poi il chiarimento con Speranza. Conte: "Sacrifici ancora necessari"

Governo e Regioni discutono le linee del prossimo Dpcm. Sul tavolo del confronto, tanti temi: dalla scuola allo sci, fino alle messe di mezzanotte. Sul ritorno tra i banchi scolastici, i presidenti di regione hanno chiesto di prolungare la didattica a distanza per i licei fino a gennaio. Le regioni "unanimamente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza”, ha spiegato il presidente della Liguria, Giovanni Toti. Speranza avverte: "L'indice RT è di pochissimo sopra 1, ma serve ancora prudenza" (AGGIORNAMENTI SPECIALE). L'obiettivo dell'esecutivo è contenere il virus per evitare una terza ondata già a Natale. Per questo motivo l'orientamento del governo è quello di lasciare la Lombardia e probabilmente le altre regioni considerate ad alto rischio ancora in zona rossa, anche se poche ore fa la telefonata tra Fontana e Speranza ha lasciato spazio ad una Lombardia in zona arancione. Intanto il premier Conte guarda ai dati in arrivo oggi: "È una giornata importante: mi aspetto un RT che è arrivato all'1, sarebbe un segnale importante".

Conte: "Sarà Natale diverso, sacrifici ancora necessari" 

Fare altri sacrifici? "È necessario", ha spiegato ancora il premier intervistato al Tg5, "non possiamo abbassare la guardia, gli italiani sono consapevoli che sarà un Natale diverso o ci esponiamo a una terza ondata a gennaio, con il rischio di un alto numero di decessi". 

approfondimento

Coronavirus in Italia, il bollettino con i dati di oggi 26 novembre

La richiesta delle Regioni sulla scuola

Al centro del dibattito rimane il tema della scuola, su cui Toti ha precisato:  "Tutte le regioni hanno unanimamente ritenuto di dire al Governo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto  alla vigilia della pausa festiva delle scuole - ha detto Toti - in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata”.  In realtà,

non c'è ancora nulla di deciso.  E il ministro dell'Istruzione, Azzolina, non arretra:"Sto lavorando per riportarvi quanto prima a scuola. È importante farlo. Serve prudenza, dobbiamo essere cauti e fare delle scelte. Credo che la scuola sia la priorità del Paese", ha fatto sapere agli studenti.

approfondimento

Covid, le scuole chiuse regione per regione

Boccia: sci riapre quando epidemia è raffreddata

Al centro delle discussioni anche il tema degli impianti sciistici. "Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l'epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire”, ha anticipato Boccia. Poi, sui limiti di orari per le celebrazioni natalizie, ha spiegato: "Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre”.

approfondimento

Riapertura impianti sciistici, Ue: "Competenza nazionale"

La situazione in Lombardia

Intanto, emergono novità sulla situazione della Lombardia, con il presidente Fontana che ha fatto sapere: “Nonostante la mia opposizione, il Governo intende mantenere in vigore fino al 3 dicembre le attuali misure restrittive e, quindi, lasciare la Lombardia in zona rossa". "La regione è da due settimane pienamente nei parametri previsti per il passaggio in zona arancione. Non togliere le restrizioni - osserva - significa non fotografare la realtà dei fatti e non considerare i grandi sacrifici dei lombardi". Successivamente una telefonata tra lo stesso Fontana e il ministro Speranza è servita per stemperare le tensioni: "Ci siamo lasciati con l'impegno di riaggiornarci a molto presto", ha spiegato il governatore.

Politica: I più letti