Nel pomeriggio fissato l’appuntamento in cui si discuterà delle misure previste per stabilire le zone di rischio coronavirus nelle prossime settimane. Sarà presente anche Brusaferro dell'Iss. L’esecutivo sembra orientato a confermare i criteri attuali per la suddivisione in fasce dell’Italia
Governo e Regioni si incontrano per discutere dei parametri di rischio e delle misure previste per le prossime settimane, in vista di un provvedimento che riguarderà il Natale (COVID: LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI). Sono ancora tanti i punti interrogativi in vista del vertice dell’esecutivo con i territori, previsto per oggi pomeriggio, convocato dal ministro per le Autonomie Francesco Boccia e a cui parteciperanno anche l'Iss e il ministro della Salute. La mediazione prevede proposte per la revisione sulla classificazione delle zone e misure variabili a seconda delle province, premiando quelle virtuose anche all'interno di regioni rosse o arancioni e chiudendo in anticipo quelle più a rischio. I governatori puntano ad un graduale allentamento delle misure in vista del Natale: una data a ridosso della quale potrebbe essere previsto un Dpcm ad hoc (COME SARÀ IL NATALE SECONDO GLI ESPERTI).
Cosa potrebbe succedere
Il coordinatore del Cts, Angelo Miozzo, precisa che "un Natale tradizionale ce lo dobbiamo scordare". È ormai quasi certo che resteranno ancora chiusi i circoli e le strutture sportive, le palestre i cinema e i teatri mentre uno spiraglio ci potrebbe essere per i negozi e i ristoranti, che potranno tornare "in semilibertà" se rispetteranno le regole che già hanno. E non sarà - spiega Miozzo - un "liberi tutti". La linea del Governo resta quella dell'ascolto, ma senza alcuna intenzione di modificare il sistema di monitoraggio. Le Regioni sono state interpellate anche dal Commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, il quale ha inviato loro le richieste per un primo Piano vaccini: riguarderà prima gli ospedali e le Rsa, per un totale di circa 1,7 milioni di persone. Per le successive somministrazioni su larga scala, invece, il piano prevede l'utilizzo di drive-through.
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I criteri dovrebbero rimanere uguali
Il premier, Giuseppe Conte, è tornato sui 21 indicatori che determinano la classificazione in zone rosse, arancioni o gialle, chiarendo: "Il sistema per parametri ci consente interventi mirati e di introdurre misure restrittive che siano limitate nel tempo e ben dosate sull'effettivo livello di rischio dei territori". I criteri non dovrebbero dunque subire modifiche, così come avevano chiesto gli stessi governatori in una Conferenza delle Regioni, chiedendo un incontro urgente con il Governo. Il confronto ci sarà ma è lo stesso Boccia a spiegare che "non bisogna politicizzare i parametri perché sarebbe un errore renderli discrezionali senza il conforto della comunità scientifica".
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Il ruolo della Cabina di regia
La mano tesa dell'esecutivo potrebbe arrivare con un dialogo più aperto nella Cabina di regia per il monitoraggio dei dati che arrivano dai territori, a cui partecipano tutte le componenti, esperti compresi. "Se in quella sede - aggiunge Boccia - dovesse venir fuori una valutazione scientifica che può consentire a un parametro di essere ponderato meglio o in maniera diversa, chiaramente la Cabina di regia può dare un contributo". Con il countdown in vista delle feste natalizie, non si può escludere che il Dpcm in scadenza il 3 dicembre possa essere prolungato per qualche altra settimana. Poi, potrebbe avvicendarsi un nuovo decreto ad hoc a ridosso del Natale. Tra le ipotesi - per non mortificare i consumi - ci sarebbe la possibilità di tenere i negozi per lo shopping aperti anche di sera tardi, per spalmare le entrate dei clienti e favorire comunque il commercio.
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Come si stanno muovendo le Regioni
Nel frattempo sul tavolo, tra le iniziative lanciate dalle Regioni c'è l'accelerazione dei tempi sulla revisione dell'assegnazione delle zone, in particolare per la promozione verso quelle meno restrittive (attualmente la forbice di tempo minimo è due settimane) e l'allentamento delle misure in quelle province dei territori della 'red zone' che hanno però dati più confortanti. C'è anche chi va in senso opposto anticipando chiusure per non rischiare di restare tra i bocciati a Natale. Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera al ministro Speranza per chiedere "l'adozione di un provvedimento che inserisca esclusivamente i territori delle province di Foggia e di Bat nella cosiddetta "zona rossa", in quanto caratterizzati da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto". Anche per il governatore lombardo, Attilio Fontana, "è meglio un po' di cautela all'inizio che dover poi rincorrere una ripartenza della corsa del virus. Meglio un po' di cautela iniziale e cercare di metterci in sicurezza. Anche perché dobbiamo fare il Natale e dobbiamo farlo con una certa libertà. Noi abbiamo già iniziato una fase di leggero ma significativo miglioramento. Il nostro Rt è sceso in maniera sostanziale, tanto che in base ai numeri noi rientreremmo oggi in una zona arancione". Avere un Natale "il più normale possibile" è anche l'obiettivo del presidente della Liguria, Giovanni Toti. Ma - avverte il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, "se immaginiamo di farlo come qualcuno ha vissuto le settimane dell'estate, a gennaio o febbraio ritorneremo in questa situazione e non possiamo permettercelo".