Nel suo intervento all'apertura dell'assemblea annuale dell'Associazione dei Comuni Italiani, il Capo dello Stato ha fatto un nuovo appello alle istituzioni per una maggiore unità e cooperazione per combattere insieme questa terribile pandemia
"La cooperazione e l'assunzione di responsabilità sono apprezzate dai cittadini e generano fiducia, perché tutti sanno che una partita come questa si vince solo insieme e nessuno può pretendere di avere ragione da solo". Il nuovo appello all'unità e alla responsabilità del Capo dello Stato Sergio Mattarella arriva oggi nel suo intervento alla sessione di apertura della XXXVII Assemblea annuale ANCI. "In questa occasione, desidero dunque rivolgere - questa volta attraverso i sindaci - un nuovo appello ai nostri concittadini affinché ci si renda conto, tutti, della gravità del pericolo del contagio, che sta investendo l'intera umanità, ovunque, mettendo in difficoltà e bloccando la normalità della vita in gran parte dei paesi di tutti i Continenti", ha proseguito il Presidente.
Pandemia ha cambiato ritmi vita, non subiamoli
"La pandemia ha modificato i ritmi della nostra vita, ha inciso su tempi e luoghi di lavoro e con essi sull'uso di spazi e infrastrutture, pensati e costruiti per altre esigenze. Appartiene alla Repubblica saper leggere i segni dei mutamenti, e saper creare i percorsi affinché gli obiettivi di libertà, giustizia, coesione sociale, che la Costituzione ci affida, trovino applicazione nel tempo nuovo. Dobbiamo essere protagonisti del cambiamento, e non succubi". Ha affermato Mattarella nel suo intervento. "Stiamo fronteggiando una grave epidemia. Ma abbiamo davanti a noi anche una sfida storica e l'opportunità di ripensare quel che vogliamo essere. All'impresa di riprogettare l'Italia siamo chiamati tutti, senza esclusioni. I Comuni, di questa impresa, rappresentano motore essenziale.
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Trarre la spinta per un rilancio
La pandemia - ha evidenziato il Capo dello Stato - ci sta abituando a nuove modalità di lavoro e produzione, che pongono in discussione il modello degli addensamenti urbani per come li abbiamo conosciuti. In discussione è l'alta concentrazione di risorse umane, intellettuali e finanziarie in spazi relativamente ristretti, per passare a una riorganizzazione residenziale su basi diverse che può interessare altri territori. Anche l'offerta di servizi, pubblici e privati, cambia con il mutare della domanda. I nostri centri abitati sono, in realtà, creature viventi: nel corso del tempo crescono, si espandono, si assottigliano; si modifica la loro stessa vocazione prevalente. Da quanto sta avvenendo possiamo trarre la spinta per un rilancio e per un miglioramento del nostro modello sociale. I Comuni – ha proseguito - sono la frontiera di questa sfida che riguarda tutto il Paese. Le nuove economie, i nuovi modi di produzione e distribuzione, la rete dei servizi ai cittadini possono essere ripensati per rispondere ai nuovi bisogni sociali, evitando le diseconomie che ereditiamo da modelli precedenti".
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Ora siamo tutti chiamati a riprogettare l'Italia
"Stiamo fronteggiando una grave epidemia. Ma abbiamo davanti a noi anche una sfida storica e l'opportunità di ripensare quel che vogliamo essere - ha detto il presidente - all'impresa di riprogettare l'Italia siamo chiamati tutti, senza esclusioni. I Comuni, di questa impresa, rappresentano motore essenziale. In questi giorni i Comuni possono ricorrere al potere sindacale di ordinanza prevedendo disposizioni più puntualmente legate alle condizioni del loro territorio rispetto a quelle nazionali o regionali. La salute è un diritto fondamentale. Il dovere di tutelarla richiede che non si esiti ad assumere le decisioni necessarie. Proprio muovendo da questa esigenza si manifesta il bisogno di un più stretto raccordo fra i livelli di governo impegnati a fronteggiare l'emergenza; così da non pregiudicare la coerenza complessiva delle azioni e delle strategie poste in essere".
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Ue all'altezza, Recovery segnerà prossimi anni
"L'Unione europea si sta assumendo responsabilità importanti in questo passaggio storico e finalmente si mostra, come in altri momenti di crisi del Continente, all'altezza dei suoi compiti. Il Recovery Plan segnerà i prossimi anni. I Comuni dovranno essere parte importante di questa ripartenza che può restituire alle giovani generazioni opportunità che rischiavano di venir meno". Così Mattarella sul ruolo dell'Europa in questo difficile momento economico e sociale.
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Superare divario digitale serve a uguaglianza
"Decisivo per la ripartenza del Paese, e per quell'idea di sviluppo sostenibile che l'Unione Europea ha deciso di porre al centro delle sue politiche, è ovviamente la digitalizzazione della Pubblica amministrazione, e dunque il potenziamento delle infrastrutture di comunicazione tra territori, tra enti, tra cittadini e servizi. Superare il divario digitale è oggi condizione per rispettare quel principio di uguaglianza e quei diritti di cittadinanza, che sono garantiti dalla Costituzione. Sarà la premessa di un rilancio anche economico, e una opportunità per tanti territori". Ha così concluso il presidente della Repubblica nel suo lungo intervento.