Coronavirus, Giuseppe Conte: “Chiudere in blocco le scuole non è la soluzione migliore“

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Il premier ha parlato dopo la prima giornata dei lavori del Consiglio Europeo. Sulla decisione del governatore De Luca di fermare le lezioni in presenza in Campania: “È una soluzione che sembra a portata di mano e molto facile. Ma non è il miglior segnale che stiamo dando”. Su Milano: “Non mi aspetto un lockdown”. “La nostra forza per affrontare questa nuova ondata è sempre quella di collaborare”, ha aggiunto. E ha annunciato dei “confronti” tra leader europei "con una scadenza settimanale o periodica"

“Chiudere così in blocco le scuole non è la migliore soluzione”. A dirlo è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha parlato nella notte al termine della prima giornata dei lavori del Consiglio Europeo. Oltre alla situazione in Campania, il premier ha commentato anche quella a Milano. “Non mi aspetto un lockdown”, ha dichiarato. Poi ha aggiunto: “Ritengo sempre che si debba ragionare, parlare, collaborare con tutte le autorità territoriali, in primis con i presidenti delle Regioni e i rappresentanti dell'Anci, perché la nostra forza per affrontare questa difficile prova, questa nuova ondata, è sempre quella di collaborare". A proposito di collaborazione sulla situazione coronavirus, ha annunciato dei “confronti” tra leader europei "con una scadenza settimanale o periodica" (COVID: AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE - LE GRAFICHE).

Conte: “Chiudere scuole non è la migliore soluzione”

Riguardo alla Campania, il riferimento di Conte è alla decisione del governatore Vincenzo De Luca di fermare le lezioni in presenza nelle scuole primarie e secondarie fino al 30 ottobre. Secondo il premier, questa “non è la soluzione migliore” per contenere i contagi da coronavirus. Il presidente del Consiglio ha spiegato che dal punto di vista formale “le singole regioni possono adottare misure più restrittive”. Ma ha aggiunto: “Dico semplicemente, e faccio una prima valutazione, che chiudere subito in blocco tutte le scuole è una soluzione che sembra a portata di mano e molto facile. Ma anche dal punto di vista delle scelte degli indirizzi politici dei segnali che noi diamo sull'importanza dei nostri ragazzi di perseguire una modalità di apprendimento completa quale è quella in presenza, non è il miglior segnale che stiamo dando".

Lung specialist Wahyuningsih (L) and doctor Devita Rere (R) work at Pertamina Simprug hospital designated to treat COVID-19 coronavirus patients in Jakarta on September 25, 2020. (Photo by ADEK BERRY / AFP) (Photo by ADEK BERRY/AFP via Getty Images)

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“Non mi aspetto un lockdown su Milano”

Conte ha parlato anche della situazione in Lombardia, dove i contagi stanno aumentando velocemente. “Non mi aspetto un lockdown su Milano”, ha detto il premier. “In questo momento – ha aggiunto – noi dobbiamo soprattutto riporre fiducia sul comportamento di tutti i cittadini perché quella è la nostra forza. Le misure restrittive benissimo, le misure precauzionali bene. Ma se i cittadini non hanno fiducia nelle misure che noi indichiamo e non esprimono quel senso di responsabilità e di appartenenza a un comune destino e il perseguimento di un medesimo obiettivo, non si ottengono risultati. Dobbiamo puntare su quello”.

Health workers collect swabs and conduct tests on passengers for coronavirus disease (COVID-19) positivity at the Malpensa airport in Milan, Italy, 20 August 2020. 
ANSA / MATTEO BAZZI

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Il premier ha poi parlato della sessione di lavoro che il Consiglio Europeo ha dedicato all'emergenza Covid. “Ci siamo confrontati e ci siamo scambiati informazioni, è molto importante. Abbiamo convenuto tutti dell'opportunità e della necessità di proseguire in questo coordinamento", ha spiegato. "Ognuno – ha poi aggiunto Conte – ha naturalmente dei processi decisionali che devono rimanere nazionali. Però il fatto di confrontarsi spesso è molto importante. Tanto che ci siano detti, anche su proposta della cancelliera Angela Merkel, che sarebbe opportuno creare un'occasione periodica di una videoconferenza per confrontarci specificamente su questo". "Adesso che sta tornando la fase acuta della pandemia, che un po' tutti i Paesi europei soffriamo, ci siamo detti che sarebbe utile avere delle videoconferenze periodiche in modo da parlare di tutti i vari aspetti: test, controlli, misure restrittive, ricerca e vaccini, resilienza dei sistemi nazionali. Quindi su questo torneremo ragionevolmente a confrontarci" tra leader europei "con una scadenza settimanale o periodica", ha spiegato. Il premier ha anche sottolineato che “c'è stato un aggiornamento sul Recovery”. “Come sapete c'è un negoziato che sta conducendo la presidenza di turno tedesca con il Parlamento. Dobbiamo chiuderlo al più presto”, ha detto Conte. E sulla trattativa ha aggiunto: “C'è ancora qualche difficoltà di ordine tecnico per chiuderla rispetto alle richieste del Parlamento e rispetto alla posizione attuale e alla proposta attuale che è stata deliberata lo scorso luglio. Però non mi sembrano inconciliabili le cose anche perché stiamo parlando di un complessivo ammontare di 1.800 miliardi, quindi si tratta di una richiesta del Parlamento che vuole preservare alcuni programmi, ma io credo che dal punto di vista tecnico si potrà trovare il modo per alimentare questi programmi”.

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