M5s, gli Stati generali si terranno il 7 e 8 novembre

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ll percorso comincia dai territori e si concluderà nella due giorni di Roma, con un voto finale online su Rousseau. Il capo politico Vito Crimi assicura: "Non decideranno i vertici ma un processo partecipato dal basso". Tanti i nodi da sciogliere, dai dissidi interni alle polemiche con Davide Casaleggio, fino al nuovo statuto e agli equilibri nel governo

Gli Stati Generali del M5s si terranno il 7-8 novembre: la data è stata decisa nella riunione del 6 ottobre con il capo politico Vito Crimi. Già nelle prossime ore il percorso che deciderà il futuro del Movimento verrà avviato con le assemblee regionali e provinciali. Poi, a Roma, i delegati locali si vedranno faccia a faccia per delineare agenda e organizzazione. La conclusione del percorso sarà un'assemblea finale per metà in presenza e per metà in streaming. Ma in questo mese che separa il M5s dagli Stati generali, il rischio per il Movimento è che si possa arrivare a un punto di non ritorno tra le polemiche con Davide Casaleggio e i pesanti attacchi di Alessandro Di Battista, con parole che hanno fatto ipotizzare uno strappo. Dopo il congresso del M5s si affronteranno anche i nodi degli equilibri nella maggioranza e di un eventuale rimpasto nel governo, anche se il segretario del Pd Nicola Zingaretti è tornato a frenare con decisione su un suo ingresso nell'esecutivo.  A decidere contenuto e direzione degli Stati generali non saranno le figure apicali del M5s, ha assicurato Crimi, in un'intervista a Il Fatto Quotidiano, ma un processo partecipato dal basso in cui tutti avranno spazio. Il percorso congressuale - ha spiegato - culminerà in un'assemblea fisica "non deliberante" a Roma.

Crimi: “Partecipazione dal basso poi voto su Rousseau”

“Gli Stati Generali saranno partecipati dal basso e sarà un momento di coinvolgimento globale di tutti i nostri iscritti”, ha assicurato Crimi. “Si parte dalle assemblee regionali e provinciali, che saranno convocate dai facilitatori regionali, già incaricati di attivarsi in questa direzione”. Il documento finale degli Stati generali sarà votato online, da tutti gli iscritti, su Rousseau. Tra le questioni fondamentali che il congresso dovrà dirimere c’è innanzitutto lo Statuto, che cambierà. Il Movimento dovrà poi trovare una nuova cornice, politica ed economica, al rapporto tra Rousseau e il M5s stesso. Poi ci sarà da affrontare il nodo della leadership e delle alleanze, con i "governisti" che puntano a un organo collegiale e a un'alleanza con il Pd per le Comunali.

La linea dei “puristi”

Una linea – quella dei “governisti” - che potrebbe sancire l'addio dei cosiddetti "puristi", con Di Battista in testa. "Le regole e l'organizzazione non sono il fine, l'obiettivo, ma sono gli strumenti funzionali a definire la nostra nuova agenda", è il ragionamento dei vertici M5s, che vedono negli Stati Generali un "un grande processo di partecipazione, con l'apice nella democrazia diretta".

Davide Casaleggio, durante la presentazione del Piano nazionale Innovazione, Roma, 17 dicembre 2019.
ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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I nodi nel governo

Gli Stati generali potrebbero determinare anche un "prima o un poi" nel governo. I nodi del rimpasto e del Mes, ad esempio, potrebbero essere affrontati entro la fine nell'anno, contando sul nuovo assetto del M5s. L'idea di un doppio vicepremierato con Di Maio e Nicola Zingaretti non è ancora da escludere del tutto.

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Fico: “Scissione? Io critico in passato ma mai abbandonato la nave”

Sulla situazione in divenire nel Movimento si è soffermato anche il presidente della Camera Roberto Fico: si è spesso parlato di scissione nel M5s "ma finora, semplicemente, alcune persone, per i più disparati motivi, sono andate via", commenta. Fico in passato ha mosso critiche al Movimento, ma "non ho mai abbandonato la nave. Ho sempre lavorato perché le cose potessero migliorare, in senso costruttivo. Spero che oggi, da parte di chi critica alcuni processi, ci sia lo stesso atteggiamento".

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