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Autostrade, scontro governo-Aspi. Cdm entro 10 giorni deciderà su revoca concessioni

Politica

Dall’esecutivo trapela "irritazione" per le lettere in cui Atlantia avrebbe modificato le condizioni che avevano portato a un accordo a luglio. La società: "A rischio 7mila posti di lavoro". Ma se le parti non si avvicineranno, Palazzo Chigi farà scattare il provvedimento

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La revoca delle concessioni autostradali si fa sempre più concreta per Aspi. Un Cdm si riunirà entro 10 giorni sul dossier: se governo e Atlantia non si riavvicineranno scatterà il provvedimento. Dall’esecutivo, infatti, trapela "irritazione" per le lettere inviate da Aspi. Palazzo Chigi ne respinge tutti gli argomenti: Atlantia avrebbe modificato infatti le condizioni che avevano portato a un accordo a luglio.

Atlantia: “A rischio 7mila posti di lavoro”

Atlantia da parte sua confida nell'equilibrio del Premier perché, avverte, "una eventuale revoca" della concessione "provocherebbe un default sistemico gravissimo, esteso a tutto il mercato europeo, per oltre 16,5 miliardi di euro, oltre al blocco degli investimenti. Verrebbero così messi a serio rischio 7.000 posti di lavoro".

Il vertice con Conte, De Micheli e Gualtieri

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, annuncia che sulla questione il governo si riunirà e poi prenderà una posizione chiara e difatti subito dopo a Palazzo Chigi convoca un nuovo vertice con i ministri delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli e dell'Economia, Roberto Gualtieri, oltre ai capi di gabinetto degli stessi ministeri e della presidenza del Consiglio. All'esito del vertice si decide di concedere altro tempo, ma entro 10 giorni ci sarà il Cdm decisivo.

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Il nodo manleva

”Noi continueremo ad agire in totale buona fede, affinché possa essere trovata una soluzione equa, ragionevole, di mercato. La società confida nella capacità di mediazione e nell'equilibrio del Presidente Conte e del suo Governo, considerandolo un riferimento di garanzia per tutti", affermano fonti di Atlantia, mentre si rincorrono voci su una possibile mediazione finale di Cdp per trovare una via d'uscita sulla questione della manleva. Si tratta di un accordo con cui il primo soggetto si obbliga a tenere indenne il secondo soggetto da pretese patrimoniali avanzate da terzi per un evento passato, precedente l’accordo. Pratica diffusa, specie nei contratti commerciali: chi vende mantiene su di sé la responsabilità per determinati eventi, ben specificati nel contratto. Ed è il nodo principale nella trattativa tra Benetton e Cdp.

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