M5s in subbuglio tra rischio scissione ed ipotesi espulsioni, oggi l'assemblea senza Crimi

Politica

Alle 18 si riuniscono i gruppi parlamentari, ma il capo politico pro tempore del movimento probabilmente non ci sarà. Continuano le tensioni all'interno della creatura di Grillo e Casaleggio. Fico: "Basta battaglie intestine". Buffagni: "Spero finiremo di fare gli struzzi, sbagliate alcune scelte e persone"

"Basta con le battaglie intestine, dobbiamo avere una collegialità maggiore, perché alcuni problemi ancora vivi nel M5S derivano da verticismo troppo spinto che c'è stato". Le parole del presidente della Camera Roberto Fico, a Radio 24, aprono una giornata, quella di oggi, che si preannuncia bollente per i pentastellati, con la riunione dei gruppi parlamentari fissata alle 18, alla quale non dovrebbe prendere parte il capo politico Vito Crimi. "Serve una collegialità per trovare sintesi - ha detto Fico -, è il sale della democrazia ma anche una soluzione per una maggiore maturità”. Come se non bastasse, in queste ore, sono partiti otto procedimenti disciplinari per i  parlamentari che hanno votato no al taglio di deputati e senatori, i cosiddetti ”ribelli" del referendum. Insomma, fatti e dichiarazioni che confermano che il clima all’interno del Movimento, soprattutto dopo il flop alle elezioni regionali, è incandescente e che il rischio di una scissione per la creatura di Grillo e Casaleggio non è mai stato così vicino.

(LO SPECIALE ELEZIONI)

Il rischio espulsione per i "ribelli del No"

I probiviri pentastellati, chiamati dallo statuto a decidere eventuali sanzioni, scrive Repubblica, hanno formalmente aperto le procedure, una quarantina in tutto (una trentina riguardano i “morosi” delle restituzioni), dando, come da regola, 10 giorni a chi è finito nel mirino per inviare le cosiddette “controdeduzioni”. A rischiare di più sarebbero gli otto parlamentari che si sono schierati apertamente per il No al referendum: secondo i probiviri, infatti, avrebbero violato il codice etico ignorando quanto scritto nel programma M5S. Ci sarebbero, tra gli altri, Andrea Colletti, Marinella Pacifico, Elisa Siragusa, Mara Lapia. Per loro non sarebbe esclusa l'espulsione dal Movimento.

Crimi non andrà all’assemblea dei gruppi parlamentari

Tensione che emerge anche dalla probabile assenza all’assemblea dei parlamentari del capo politico pro tempore del M5s Vito Crimi. “Io non ho convocato alcuna riunione, alcuna congiunta. I capigruppo inizialmente avevano indetto le loro assemblee, poi hanno deciso di farle insieme, ma io non c’entro”, si legge in una dichiarazione a Repubblica in cui Crimi ritiene “naturale” non andare all’assemblea. Secondo il Corriere “Vito Crimi — che però paradossalmente oggi non ci sarà — doveva portare all’assemblea congiunta le sue proposte: voto su Rousseau di un leader (opzione casaleggiana); Stati Generali subito, organismo di traghettatori per farli nei prossimi mesi".

Buffagni: “Basta fare gli struzzi, cacciare mercanti dal tempio”

Non getta acqua sul fuoco Stefano Buffagni, viceministro al Mise, in un post su Facebook. "Io continuo la mia lotta, anche se spesso è sfiancante e demotivante: l'inadeguatezza di certe scelte, di talune persone, e dei toni nel Movimento 5 Stelle è alla base della situazione che stiamo affrontando. Spero finiremo di fare gli struzzi, capendo nei modi e nelle sedi giuste come cambiare, cacciando anche i mercanti dal tempio”.

SALERNO, ITALY - FEBRUARY 29: Luigi Di Maio Minister of Foreign Affairs during the meeting with Treofan workers on February 29, 2020 in Battipaglia, Italy. Luigi Di Maio Minister of Foreign Affairs visited the factory of the former Treofan to meet the workers and the new property of Jcoplastic, after the announcement of the acquisition of the Treofan and the resolution of the union dispute involving 78 workers. (Photo by Ivan Romano/Getty Images)

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La linea Di Maio

Intanto Luigi Di Maio, tornato pienamente in campo con la vittoria del No al referendum, indica un percorso di alleanze con il Pd sulla scia del "modello Pomigliano" e in vista delle Comunali. "Il modello alle amministrative ha funzionato, il M5S è nato per unire”, sottolinea il titolare della Farnesina. Di Maio tende la mano anche agli avversari interni: "Abbiamo tanto da dare, serve il contributo di tutti". La strada delle alleanze, in realtà, non appare né facile (c'è, ad esempio, subito lo scoglio della dicotomia tra Pd e Virginia Raggi da superare), né condiviso da tutti. 

L’opposizione di Di Battista

Non è d'accordo, soprattutto, Alessandro Di Battista. L'uomo delle piazze ha dalla sua centinaia di attivisti ma, in termini di parlamentari, i suoi fedelissimi sono pochini. Nessuno, tra i big del M5S, crede che l'ex deputato strapperà. Sempre secondo Repubblica starebbero aumentando i sospetti su un gruppo di parlamentari pro Di Battista pronto a creare un incidente e a far cadere il governo Conte su temi considerati identitari, come il no al Mes.

Il disgelo Grillo-Casaleggio

In attesa di un possibile (ma al momento lontano) chiarimento tra Di Battista e Di Maio, ai vertici del Movimento si registra il nuovo endorsement di Grillo alla democrazia diretta e alla piattaforma Rousseau. "Tra Grillo e Casaleggio non c'è mai stato gelo", spiega una fonte qualificata del Movimento. Ma è vero che, con Grillo dalla sua parte, Casaleggio, in teoria, potrebbe allontanarsi dall'asse con Di Battista emerso nelle ultime settimane. 

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Gli Stati Generali

In questo marasma dovrà muoversi Crimi. Il capo politico, fra non molto, lascerà. Ha atteso le Regionali, come concordato con i big. Ma ora il pressing su di lui si è fatto asfissiante. Gli Stati Generali li vogliono tutti. Il problema è il come. Crimi potrebbe decidere la prossima settimana, dopo aver consultato "big" nazionali e locali e dopo che, stasera, emergerà l'orientamento dell'assemblea dei parlamentari alla quale però non dovrebbe prendere parte. La strada, stando al piano iniziale del capo politico, sarebbe quella di creare un "comitato" che organizzi gli Stati Generali ma, in queste ore, neanche l'istituzione di quest'organismo è sicura. Anche perché nessuno dei big ha intenzione di farne parte.

Il rischio scissione

Intanto, su Fb, l’europarlamentare Ignazio Corrao lancia la proposta di un Congresso per gradi che parte il 10 ottobre dalle assemblee locali e termini, a fine mese, con gli Stati Generali veri e propri. Il Mes, che il Pd post-Regionali vuole con rinnovato vigore, prima poi in Aula approderà. E, senza una riorganizzazione, la fuoriuscita di 20-30 parlamentari anti-Mes è dietro l'angolo. La parola "scissione", non a caso, nelle chat interne è diventato un trend topic. E, nei corridoi della Camera, circola voce che la deadline sia la prossima settimana.

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