M5s smentisce caso Venezuela, ma non si placano polemiche. Renzi: "Giusto che si indaghi"

Politica

I pentastellati bollano come "fake news" l’articolo del giornale spagnolo ABC sui presunti fondi in nero arrivati a Gianroberto Casaleggio tramite Nicolas Maduro. Il figlio del cofondatore del Movimento: "Nessuno infanghi il nome di mio padre". Sullo scontro Di Battista-Grillo interviene Di Maio: “Remare tutti nella stessa direzione”. Conte: "Non commento vicende interne"

Tutti in casa pentastellata respingono le accuse sui presunti fondi in nero arrivati dal Venezuela guidato da Hugo Chavez, nel 2010, a Gianroberto Casaleggio per finanziare in nero il Movimento. In testa Davide Casaleggio e Vito Crimi che bollano come "fake news" l’articolo del giornale spagnolo ABC sui 3,5 milioni che il Paese sudamericano, attraverso Nicolas Maduro, allora ministro degli Esteri, avrebbe versato al M5s. L’articolo, smentito da più parti ma difeso dall’autore, arriva in un momento in cui la tensione è alta mentre infuria lo scontro tra Alessandro Di Battista e Beppe Grillo in un Movimento in cui appaiono sempre più ampie le distanze fra l’asse Conte-Grillo e quello composto da Casaleggio, Di Maio e dallo stesso Di Battista. Anche se proprio Di Maio invita a “remare tutti nella stessa direzione”.

Conte: “Non commento vicende interne”. Renzi: "Si indaghi"

 

"Non credo sia opportuno commentare vicende interne a una delle forze politiche che sostengono la maggioranza", ha detto ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa al termine della seconda giornata degli Stati generali sull'economia, rispondendo ad una domanda sulle frizioni interne al Movimento 5 stelle. Sulla questione oggi è intervenuto anche Matteo Renzi. “È giusto che si indaghi sui soldi venezuelani al M5S, come si è indagato sui rubli di Salvini che poi non c'erano. Secondo me le idiozie sul Venezuela le dicevano gratis. Siccome sono italiano, spero che sia tutto falso. La speranza è che si possa fare politica confrontandosi sulle idee e non tirandosi addosso le inchieste", ha detto il leader di Iv a Rtl 102.5.

 

Di Maio: “Bisogna restare uniti”

Di Maio a L’aria che tira su La7 ha commentato le frizioni interne ai pentastellati: “Io conosco sia Grillo che Di Battista dal momento in cui è iniziata quest’avventura nel Movimento. Sono sicuro che siamo dalla stessa parte, quella del M5s e quella del Paese. Mai come in questo momento di grande difficoltà per l'Italia bisogna rimanere uniti. Vi assicuro che darò il massimo”. Sulla vicenda dell'articolo di ABC, Di Maio respinge le accuse: ”Se nel 2010 avessimo voluto 3 milioni di euro avremmo accettato i rimborsi elettorali delle regionali di maggio, circa 2/3 milioni euro, mica ci servivano i soldi del Venezuela”.

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Casaleggio: “Nessuno infanghi il nome di mio padre”

 

In precedenza, già Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, fondatore con Grillo del M5s, su Facebook, aveva preso le difese del padre, morto nel 2016: “Io non so perché i giornali italiani non approfondiscano minimamente la notizia scoprendo, ad esempio, che se ne parlò anche negli anni scorsi, ma finì nel nulla come tutte le fake news”. E aggiunge in altri passaggi del post: “Il MoVimento 5 stelle è sempre stato finanziato in modo trasparente e siamo gli unici ad aver reso pubblici tutti i bilanci. Il Governo attuale venezuelano ha smentito la fake news. Mio padre non è mai andato in Venezuela. Se fino a quando era vivo ha avuto modo di difendersi da solo, ora che non c'è più non permetterò che si infanghi in alcun modo il suo nome”.

L'articolo di ABC

Secondo ABC, quotidiano spagnolo di indirizzo conservatore, il console venezuelano a Milano, Gian Carlo Di Martino, fece da intermediario per la transazione finale a Casaleggio, che avvenne in contanti. Il documento indica il cofondatore del M5s come "promotore di un movimento di sinistra rivoluzionario e anticapitalista nella Repubblica italiana". I 3,5 milioni di euro - aggiunge il quotidiano citando il documento dell'intelligence, allora guidata da Hugo Carvajal - furono inviati "in modo sicuro e segreto attraverso valigia diplomatica”. Ma anche Di Martino ha smentito l’articolo del giornale spagnolo, ritenendolo “diffamatorio non solo contro di me, ma anche contro l'intelligence italiana”.

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