Polemiche dopo la conferenza stampa in cui è stato esteso il lockdown fino al 3 maggio e in cui il premier ha attaccato anche Giorgia Meloni. Il leader della Lega: "Al capo dello Stato ho detto che siamo disposti a dialogare, ma diciamo no a show televisivi"
Lo scontro totale con l’opposizione di centrodestra. Ma non solo. Il premier Giuseppe Conte, secondo indiscrezioni, è alle prese anche con alcune scaramucce con l’alleato di governo. In un caso o nell’altro è la vicenda Mes ed Eurobond ad aver provocato tensioni all’interno dell’esecutivo. Con Matteo Salvini e Giorgia Meloni la battaglia è diretta, aperta e manifestata dal presidente del Consiglio anche durante la conferenza stampa che ha esteso il lockdown per l’emergenza Coronavirus fino al 3 maggio (AGGIORNAMENTI - SPECIALE - I CONTAGI IN ITALIA: GRAFICHE). Salvini ha sentito stamane il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, esprimendo "rammarico e indignazione" per le parole di Conte (VIDEO). Con il Pd invece i malumori viaggiano sotto traccia, con Dario Franceschini che, secondo quanto riportato da Repubblica, avrebbe chiesto un chiarimento al premier, dopo gli attacchi del M5s al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, all'indomani dell'Eurogruppo.
Lo scontro con Salvini e Meloni
La spaccatura con Salvini e Meloni è enorme. Conte facendo nomi e cognomi li accusa di aver mentito sul Mes, il fondo salva Stati al centro delle polemiche. "L'Italia non ha firmato alcuna attivazione del Mes, l'Italia non ha bisogno del Mes", dice Conte nella conferenza in diretta tv da Palazzo Chigi. Poi l'affondo contro i leader di Lega e Fdi: "Sono falsi e irresponsabili e ci indeboliscono in Ue". Salvini si appella al Quirinale, accusa il governo di non voler collaborare e parla di un "comizio da regime, da Unione sovietica". Meloni definisce il premier "tracotante" poi, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, accusa: "È successo qualcosa di inaudito. Un punto di non ritorno nella nostra democrazia. Una cosa così è fuori dal mondo, è degna di un regime totalitario". La stessa leader di Fdi aggiunge: "Conte ha promesso che non cederà sulla richiesta di un fondo per la ripresa finanziato con gli eurobond. O riesce, o fallisce: forse non è propaganda, è una sfida" e "se la vincerà sarò contenta, perché amo l'Italia".
Salvini a Mattarella: "Vogliamo dialogare"
"Vogliamo collaborare, dialogare e risolvere ma non siamo disposti ad assistere a show televisivi di qualcuno che scarica incapacità sulle spalle di altri. Caro presidente noi ci siamo e ci saremo", ha detto Salvini in un video su Facebook, riferendo il contenuto del colloquio telefoncio con Mattarella. "Speriamo che il presidente del Consiglio la smetta di insultare, mentire e minacciare e cominci a lavorare per il bene del Paese". Nel corso della telefonata - informano fonti della Lega e poi conferma lo stesso leader (VIDEO) - che è stata soprattutto occasione per lo scambio degli auguri di Pasqua, Salvini ha ribadito al capo dello Stato l'impegno di tutte le donne e uomini della Lega. Al capo dello Stato Salvini ha anche espresso grande preoccupazione per la situazione economica delle famiglie e delle imprese italiane.
Il centrodestra scrive alla commissione Vigilanza Rai
Non c'è solo la telefonata di Salvini a Mattarella. Con una lettera inviata al presidente Alberto Barachini, i capigruppo in Vigilanza dei partiti di centrodestra, Daniela Santanchè (FdI), Giorgio Mulè (FI), e Paolo Tiramani (Lega) hanno chiesto che venga "convocata la Commissione di Vigilanza oggi stesso per discutere delle gravi dichiarazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte".
Commissione Vigilanza Rai: "Garantire diritto di replica"
Rispondendo alla lettera, il presidente Barachini ha fatto sapere di aver "fissato una riunione informale in videoconferenza dei componenti dell'Ufficio di Presidenza, estesa a tutti i commissari, per la giornata di martedì". E ha aggiunto: "Nel frattempo, ho inviato una lettera ai vertici del Servizio Pubblico chiedendo che sia garantito quanto prima un proporzionato diritto di replica ai leader dell'opposizione citati nelle dichiarazioni del premier".
Le tensioni nella maggioranza
Ma il Mes divide anche la maggioranza e alimenta tensioni in un vertice fiume a Palazzo Chigi. Così come divide la proposta Pd di un contributo di solidarietà per i redditi oltre gli 80mila euro. La firma Graziano Delrio e non piace a tutti i Dem ma Conte la boccia: "Non è all'orizzonte". Il premier nega frizioni. Ma momenti di tensione ci sarebbero stati tra i Dem e i Cinque stelle, accusati con la loro intransigenza "No Mes", di complicare la trattativa che il governo sta conducendo in Europa per arrivare, faticosamente, agli Eurobond. E per giunta di prestare il fianco a chi, come Meloni, punta a dividere la maggioranza e i Cinque stelle con una mozione contro il Mes in Parlamento. E a chi come Salvini annuncia una mozione di sfiducia contro Gualtieri. Dal capo delegazione Vito Crimi, fino al sottosegretario Riccardo Fraccaro, il M5s non fa che ripetere "No al Mes". Fraccaro aggiunge che la Bce dovrà comprare illimitatamente titoli di Stato. Ma Nicola Zingaretti ribatte che se in Ue si fanno passi avanti è grazie al governo. In maggioranza c'è anche chi, come Iv di Matteo Renzi, chiede di attivare il Mes senza condizioni per le spese sanitarie.
La proposta del Pd
E a complicare il dibattito arriva una proposta Pd di introdurre un contributo per i redditi sopra gli 80mila euro per due anni: non una patrimoniale, assicura Graziano Delrio, ma assegni da 110 euro ai 45000 euro dei 'paperoni' ultramilionari che porterebbero 1,3 miliardi allo Stato. Contro la Covid tax, una "patrimoniale", insorgono M5s e Iv, oltre che le opposizioni. Delrio dice di aver concordato la proposta con la segreteria ma tra i Dem c'è chi è contrario e anche dal partito frenano. Poi Conte dice no: "Non è stato discusso ai tavoli di maggioranza e non è all'orizzonte".